lunedì 25 gennaio 2016 - Giacomo Nigro

Genova, “Dagli impressionisti a Picasso” a Palazzo Ducale

Direttamente dal Detroit Institute of Arts, 52 capolavori tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento da vedere a Palazzo Ducale, Genova.

Direttamente dal Detroit Institute of Arts 52 capolavori e questa sarà l’unica occasione per vederli in Europa! Una grande mostra che racchiude i frenetici anni tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, un periodo prolifico per l’arte in cui hanno operato artisti tra i più significativi di tutti i tempi. Una serie di capolavori di autori, come Monet e Gauguin, Cezanne a Renoir, fino a Kandinskij, Modigliani, Picasso con opere che coprono bene il periodo storico promesso dal titolo.

Grazie alla convergenza tra il mecenatismo privato, fra cui va ricordata anche la famiglia Ford, e la lungimirante direzione artistica, il Detroit Institute of Arts è considerato tra i massimi musei degli Stati Uniti. In effetti con tipico spirito americano, nel giro di pochi decenni, a cavallo del Novecento, ci fu una vera e propria competizione per la formazione di raccolte il più complete possibile, per l’acquisizione di opere-chiave, per la scoperta e la valorizzazione di artisti antichi e moderni. La scintillante Parigi della Belle Époque fu il punto di riferimento principale, ma i collezionisti, i galleristi, gli antiquari, le case d’aste, i direttori dei musei americani si impegnarono in una continua corsa sostenuta non solo da ingenti risorse economiche, ma anche da un gusto aperto, libero da pregiudizi. È noto, ad esempio, che pittori come gli impressionisti o lo stesso Matisse sono stati apprezzati e acquistati prima da collezionisti americani (e russi), e solo in seguito apprezzati anche in Europa!

Il Detroit Institute of Arts, fondato nel 1885 e più volte ampliato e rinnovato nel corso dei suoi 130 anni di storia, è da sempre l’epicentro della gloria cittadina, in particolare quando, negli anni del boom economico, le fabbriche di automobili cittadine rappresentavano la locomotiva dell’industria americana. Già nei primi decenni del ‘900 il museo di Detroit era considerato l’avamposto e la principale via di accesso delle avanguardie europee negli Stati Uniti.

Il Museo delle Culture del Mondo di Castello D’Albertis offre un percorso nella dimora del Capitano Enrico Alberto D’Albertis, suo ideatore. Viaggiando per mare e per terra tra ‘800 e ‘900, il Capitano ha racchiuso nella sua residenza il suo mondo ideale, racchiuso da una cornice romantica, tra “camere delle meraviglie” e trofei coloniali. Il castello testimonia il fascino che i mondi lontani da lui visitati hanno esercitato sul suo spirito, luogo impregnato di “genovesità” ed amore per il mare e di altrettanta curiosità verso l’ignoto e l’intentato. Con l’ingresso nel bastione cinquecentesco, su cui è stato costruito il castello, si apre un secondo percorso di visita nel quale il materiale archeologico ed etnografico. Castello D’Albertis non è solo la casa del Capitano D’Albertis, ma anche la casa delle nostre pulsioni e fascinazioni, delle nostre paure ed esplorazioni, delle domande che segnano il nostro rapporto con il mondo.

Le opere esposte nello splendido Appartamento del Doge ripercorrono il tragitto all’inverso che da Detroit porta al Vecchio Continente. La ricchezza della collezione di arte europea tra XIX e XX secolo è data dalla sua completezza e dalla molteplicità dei linguaggi: un dialogo che coinvolge Van Gogh, Matisse, Monet, Modigliani, Degas, Manet, Courbet, Otto Dix, Degas, Picasso, Gauguin, Kandinsky, Cézanne, Renoir. Per la presenza di tutti i protagonisti, e per l’importanza delle opere, è possibile tracciare l’intera vicenda dell’arte europea dall’impressionismo alle avanguardie.



1 réactions


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.15) 4 febbraio 2016 11:44

    L’architetto Corrado Anselmi ha disegnato un allestimento sobrio e classico, che dialoga apertamente con quanto rimane dello sfarzo barocco della Superba: le sovrapporte scolpite, gli stucchi dorati, i putti sorridenti sulle volte non vengono affatto “cancellati” come in un contenitore neutrale, ma valorizzati dalle luci e messi in dialogo con le opere moderne. Per non parlare dello spettacolo finale della Cappella Ducale, con l’affresco con lo sbarco di Cristoforo Colombo in America, che giunge a concludere un dialogo tra un museo statunitense e Genova!


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