martedì 10 gennaio 2017 - Riccardo Noury - Amnesty International

Gambia, passaggio del potere a rischio

Giovedì 19 gennaio dovrebbe essere un giorno storico per il Gambia, quello in cui il presidente eletto Adama Barrow dovrebbe assumere formalmente il potere.

“Dovrebbe”. Perché, dopo aver sorprendentemente ammesso la sconfitta alle elezioni di dicembre, il presidente uscente Yahya Jammeh – che esercita il terrore da 22 anni – ha compiuto il gesto tipico del dittatore in difficoltà: ha dichiarato di non riconoscere il risultato elettorale e ha minacciato caos e repressione.

Di quest’ultima in realtà, dopo l’iniziale rilascio di decine di attivisti dell’opposizione, si sono visti già i segnali.

Il 13 dicembre il presidente e lo staff della Commissione elettorale indipendente sono stati licenziati dopo che Jammeh, nel suo repentino ripensamento, li aveva definiti “traditori”. Il 30 dicembre Alieu Mimarr Njai, il presidente della Commissione, è stato costretto a rifugiarsi all’estero.

Negli ultimi 10 giorni sono stati arrestati almeno sei attivisti della campagna #Gambiahasdecided, che chiede a Jammeh di lasciare pacificamente il potere. Due leader della campagna, Salieu Taal e Raffi Diab, sono stati costretti a lasciare il paese a causa delle minacce di morte provenienti dall’Agenzia nazionale per la sicurezza, i servizi segreti del Gambia.

Il 1° gennaio sono state chiuse tre radio private: Teranga Fm, Hilltop Radio e Afri Radio. I cittadini del Gambia sono rimasti così senza mezzi d’informazione indipendenti in un periodo tra i più cruciali della storia del paese.

Come uscire da questa situazione non semplice. Dal punto di vista giuridico, il ricorso contro i risultati delle elezioni presentato dal partito di Jammeh dovrebbe essere esaminato dalla Corte suprema, che però è a corto di giudici e dovrebbe essere reintegrata da nuove nomine effettuate proprio da Jammeh.

Occorrerà allora che l’Ecowas, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, mantenga ferma la posizione assunta il 17 dicembre: saranno prese “tutte le misure necessarie” perché il risultato delle elezioni sia rispettato e dunque il 19 gennaio scada il mandato di Jammeh e Barrow effettui il giuramento come nuovo presidente del Gambia.

Cosa accadrà in Gambia in queste settimane dovrebbe interessare anche l’Italia, anche solo per motivi egoistici: con una popolazione che non raggiunge neanche quella di Milano, questo paese è il sesto per arrivi di richiedenti asilo alla frontiera marittima europea.




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