martedì 14 ottobre 2014 - angelo umana

Galan, Ghedini e l’ipocrisia senza vergogna

Al suo arresto in giugno Giancarlo Galan si disse indignato, come si poteva sporcare il suo nome e la sua onorabilità? Si sarà pure detto “sereno”, di solito lo dicono tutti, todos caballeros. Ora ammette di aver ricevuto 5 milioni, riconosce la corruzione e la continuazione dell’illecito dal 2008 al 2011, la ricezione di un milione l’anno, ammette che un commercialista è suo prestanome per le quote azionarie in due società ricevute come compenso dalla cricca di Mazzacurati. Non solo: è disposto a patteggiare “a seguito di profonda e sofferta riflessione”, tenuto conto della sua salute precaria, della “dolorosa e forzata separazione dall’amata figlia”, conscio che il completo accertamento della sua estraneità ai fatti di reato (che ribadisce) sarebbe lungo e complesso… è disposto a patteggiare 2,6 milioni di multa e due anni e dieci mesi di arresti domiciliari. Da un lato ammette le dazioni di denaro, dall’altro ribadisce la sua estraneità ai fatti di reato… equilibrismi illogici, ipocrisia senza vergogna che i ogni giornale riporta con tanto o poco senso critico a seconda della casata cui appartiene.

Insomma, l’indignazione iniziale di Galan è scemata, è un malfattore come tanti, la sua posizione è tanto più grave quanto più alte sono le cariche occupate e… degna la comunità di un piccolo obolo di due milioni e seicentomila euro e di una condanna a soli due anni e dieci mesi, al suo dorato domicilio però. S’è fatto bene i conti: al di sotto dei tre anni la prigione non si apre, la multa è piccola cosa rispetto a quanto avrebbe accumulato (probabilmente all’estero, chi ne sa qualcosa in Veneto parla dell’est, lui come Ghizzo), tra qualche anno ricomincerà a “lavorare” per la comunità, come ha sempre fatto, e dirà alla corta memoria pubblica che, anche lui, ama il suo Paese e il suo Veneto. Gioca sul fatto che un processo sarebbe lunghissimo e poco conveniente alla Giustizia stessa, dunque si dice disponibile al patteggiamento.

Ma questa gente “ci è o ci fa”? E l’avvocato Ghedini… fa l’avvocato e difende i suoi clienti, il gioco consiste nel dimostrare cose spesso indimostrabili e quelli bravi come lui ci riescono. Ha trovato un ottimo impiego a difendere personaggi come Galan e il suo ex datore di lavoro in Mediaset o in Parlamento deve divertirsi alla prospettiva di succulenti onorari e farà convintamene il suo mestiere. Ma persone così possono essere state osannate solo in un povero Paese come il nostro. La loro coscienza non li rimorde, se ogni giorno riescono a concludere uno dei loro “buon affari” dormono tranquilli e soddisfatti, del resto la ricchezza è di chi se la prende.

Ora Galan fa sapere che per pagare la sua multa deve vendere la villa di Cinto Euganeo; povero, ma il suo legale dice che “sarà facoltà dell’indagato, eventualmente, versare l’importo di 2,6 milioni di euro a liberazione del vincolo sull’abitazione”: è segno che questa personcina di denaro ne possiede a palate, deve averne accumulato davvero tanto, se ha i soldi – “eventualmente” – la forzata vendita della villa, motivo strappalacrime, sarà scongiurata. Colui che si indignava di “onorabilità” non ne ha mai avuta. 



2 réactions


  • (---.---.---.89) 14 ottobre 2014 22:20

    Prima di scrivere, bisognerebbe almeno conoscere un minimo di codice di procedura penale, informarsi sui fatti, togliersi gli occhiali dell’antipolitica, volendo esagerare aprire un po’ la mente; magari per non aiutare a lasciare impuniti quelli che ladri, corrotti e corruttori hanno certificato di esserlo, e quelli che sono ancora nell’ombra, contenti che il popolino (bue) si accontenti di un trofeo sacrificale.

    Ma forse chiedo troppo.

  • angelo umana angelo umana (---.---.---.53) 22 ottobre 2014 21:34

    Patteggiamento accettato, ingiusto per il povero ex governatore. La Boldrini lo lascia a presidente di una commissione perché sta a lui e solo a lui dimettersi, bontà sua, ma la legge è legge e gli è consentito. Giusto, non conoscendo un minimo di procedura penale non se ne parli, lasciamo agli esperti che "i sa e robe" e per i quali Galan è solo vittima dell’antipolitica, anche l’antipolitica dei magistrati. Dato che la materia è per esperti e informati, come lei sembra essere, anche dopo il patteggiamento il poveretto non fa parte dei "certificati" di ruberie, banali ruberie, lo si voleva come trofeo sacrificale e invece non può esserlo perché gli esperti non l’ammettono, puro come un giglio, e solo loro esperti possono certificarlo. Si qualifichi almeno illustre e dotto sconosciuto, nome e cognome, pensi che bassezza stare nell’ombra, se proprio non si vuole autocertificare a sua volta.


Lasciare un commento