giovedì 2 settembre 2010 - Ettore Scamarcia

Fuoco e fiamme. La Campania brucia ancora

"Il paesaggio della terra dei fuochi aveva l’aspetto di un’apocalisse continua e ripetuta, routinaria, come se nel suo disgusto fatto di percolato e copertoni non ci fosse più nulla di cui stupirsi" (Roberto Saviano, Gomorra)

Un odore acre, denso si espande nelle campagne e nelle periferie napoletane. E’ l’ennesimo rogo della giornata, il più cupo.

31 Agosto 2010, Giugliano. Un’altra discarica abusiva va a fuoco. Il fumo è denso, brucia gli occhi e ingolfa i polmoni. Un giorno di fine estate...

1 Settembre, Pianura - Napoli. Questo è il quartiere della rivolta antidiscarica, entrata nella memoria collettiva della città. Gli intrecci tra politica e camorra, il suicidio dell’assessore Giorgio Nugnes, i misteri celati al di sotto di una delle discariche più grandi d’Europa: il fascino del marcio e del complotto sulle spalle della gente. Anche qui oggi si brucia.

 
Si brucia a qualunque ora, in qualunque giorno, qualunque cosa.

Il nostro benessere, quel benessere in nome del quale spendiamo ogni giorno la maggior parte delle nostre esistenze in lavori logoranti e alienanti, brucia in gran quantità tra le baracche dei Rom, nei terreni abbandonati, ai margini delle strade provinciali. C’è di tutto, dai cavi di rame agli elettrodomestici, dagli indumenti impregnati di sostanze chimiche alle carcasse di automobili abbandonate.
 
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Rogo a Giugliano

I punti di “smaltimento” sono quasi sempre gli stessi, perfino la metodologia è sempre la stessa: ogni incendio viene preannunciato dall’apparizione di grossi mucchi di copertoni collocati per alimentare le fiamme. Parliamo di apparizioni, improvvise, come la Madonna a Fatima, eppure prevedibilissime. Il confine tra realtà e metafisica diviene labile: gli autori di queste azioni criminali sembrano non avere volti, non avere nomi, come se il potere camorristico non fosse riconducibile a esseri umani in carne ed ossa ma ad un’entità evanescente, che susciti così l‘idea di un volere superiore in grado di decidere della nostra vita. Questa evanescenza “divina” lo si deve all’inerzia delle forze dell’ordine e della magistratura che ha contribuito a produrre il mito della onnipotenza del Sistema, il cui fascino contagia migliaia di giovani campani col pallino di diventare manager di successo.

 
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Rogo a Giugliano 2

A nulla sono valsi gli esposti contro i roghi tossici, le denunce, il racconto di Saviano della terra dei fuochi su "Gomorra", i servizi giornalistici ecc. D’altronde, come ottenere l’aiuto di istituzioni che di fatto sono in prima persona responsabili, assieme ai clan, di tale scempio sociale, economico e ambientale?

Il pensiero torna, a questo punto, al Maggio 2008 quando il nuovo governo Berlusconi emise il famigerato decreto rifiuti, con cui autorizzava l’apertura di dieci discariche e di quattro inceneritori, autorizzando inoltre gli invasi ad accogliere anche rifiuti pericolosi in base ai codici CER 19.01.11*; 19.01.13*; 19.02.05*; 19.12.11*. Le cave di Terzigno, di Chiaiano, di Caserta, di Serre vennero autorizzate allo sversamento di ceneri e fanghi pericolosi, come le polveri degli inceneritori e i fanghi prodotti dai devastati depuratori della Regione. Praticamente la mazzata finale, l’avvelenamento del territorio autorizzato per legge.

 
Rogo a Scampia

Spesso mi domando: la tenuta economica ed industriale del nostro Paese vale la vita di milioni di persone? Il coinvolgimento di una minoranza, quella campana, è in realtà il coinvolgimento di una maggioranza se si esamina l’intero quadro nazionale. La Lombardia e il Veneto sono costellate di rifiuti, il Lazio è assediato da gassificatori e discariche come Malagrotta, in Sicilia vogliono costruire altri inceneritori per fronteggiare l’emergenza immondizia. Il federalismo divide l’Italia, la monnezza la riunisce!
 
Rogo a Giugliano 3
 
L’inquinamento colpisce campi, terreni, falde acquifere compromettendo irreversibilmente le coltivazioni. Come fa il mercato agroalimentare a mantenere degli standard quantitativi accettabili se decine, centinaia di ettari di territorio vengono quotidianamente messi al repentaglio dal traffico illecito di rifiuti? Sopporta, tace, o meglio non gli riguarda. Gli affari sono in mano ai soliti noti. Eppure i popoli in passato difendevano strenuamente i loro territori, sapevano che da essi dipendeva la loro sopravvivenza. Oggi siamo alienati a tal punto che la terra da noi abitata è come se non esistesse, come se le nostre scarpe non toccassero il suolo che calpestiamo, come se il mondo stesso non esistesse.
 
E infine mi domando: la terra dei fuochi è anche il prezzo da pagare per avere come rappresentanti delle istituzioni Luigi Cesaro e Nicola Cosentino? Il secondo si è dimesso dalla carica di sottosegretario all’Economia, ma ha ancora un enorme potere. Il primo è saldamente ancorato alla poltrona di presidente della Provincia di Napoli.
 
La Repubblica


1 réactions


  • pv21 (---.---.---.201) 2 settembre 2010 18:01

    Il governo del fare funziona solo con la decretazione d’emergenza. Il sistema più efficace per ottenere i risultati voluti scavalcando leggi e pastoie burocratiche. L’attenzione dei media è rivolta solo agli aspetti spettacolari. Finito lo spettacolo si torna alla "normalità". Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino cambiano gli scenari (Napoli, Aquila, Grandi eventi, ecc), ma non cambia il copione ... 


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