venerdì 2 giugno 2017 - Riccardo Noury - Amnesty International

Francia, stato di emergenza: le manifestazioni vietate con la scusa del terrorismo

In nome della lotta al terrorismo il governo francese ha adottato centinaia di provvedimenti ingiustificati allo scopo di limitare la libertà di movimento e il diritto di manifestazione pacifica.

L’accusa è contenuta in un rapporto di Amnesty International, che conferma come in Francia – così come in modo ancora più evidente in Turchia – gli obiettivi dello stato d’emergenza diventino altri e l’applicazione delle sue norme si presti all’abuso.

Lo stato d’emergenza, introdotto il giorno dopo i terribili attacchi di Parigi del 13 novembre 2015, è stato rinnovato cinque volte. Il nuovo presidente Macron ha annunciato che chiederà al parlamento di prorogarlo per la sesta volta.

Lo stato d’emergenza autorizza i prefetti a vietare lo svolgimento di raduni come misura precauzionale per motivi, estremamente ampi e non meglio definiti, di “minaccia all’ordine pubblico.

Ecco il risultato: tra novembre 2015 e il 5 maggio 2017 le autorità hanno fatto ricorso ai poteri d’emergenza per vietare 155 manifestazioni, senza contare decine di altre occasioni in cui sono state applicate le leggi ordinarie. Nello stesso periodo sono state presi 639 provvedimenti per impedire a singole persone di partecipare a manifestazioni.

Attenzione: 574 di essi hanno riguardato proteste contro la riforma del lavoro.

Queste limitazioni violano il principio del diritto internazionale secondo il quale una manifestazione dovrebbe essere considerata pacifica a meno che le autorità non siano in grado di dimostrare il contrario. Le manifestazioni vengono viste come una potenziale minaccia anziché un diritto fondamentale.

Anche se alcuni dei partecipanti alle manifestazioni hanno preso parte ad azioni violente, centinaia se non migliaia di manifestanti hanno subito le conseguenze dell’operato delle forze di sicurezza, che hanno fatto largo uso di manganelli, proiettili di gomma e gas lacrimogeni. I Medici di strada, un movimento informale di prestatori dei primi soccorsi, stima che solo a Parigi un migliaio di manifestanti siano stati feriti dagli agenti di polizia durante le proteste contro la riforma del lavoro.

Sfidando le limitazioni dello stato d’emergenza, molti continuano comunque a manifestare, fronteggiati da un ampio dispiego di forze di sicurezza.

Questo fa venire qualche dubbio sulla sincerità delle affermazioni delle autorità francesi, secondo le quali non vi sono risorse sufficienti per controllare l’ordine pubblico e la priorità va data al contrasto delle minacce di attacchi violenti.




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