mercoledì 11 settembre 2013 - UAAR - A ragion veduta

Francia: Carta della Laicità a scuola. E in Italia?

In que­sti gior­ni ria­pro­no le scuo­le e al­cu­ne no­vi­tà in­te­res­san­ti ar­ri­va­no dal­l’I­ta­lia e del­la Fran­cia. 

A Roma il con­si­glio dei mi­ni­stri ha ap­pro­va­to un de­cre­to leg­ge che ga­ran­ti­sce nuo­ve ri­sor­se a scuo­la e uni­ver­si­tà. La mi­ni­stra del­l’I­stru­zio­ne, Ma­ria Chia­ra Car­roz­za, an­nun­cia lo stan­zia­men­to di 400 mi­lio­ni di euro. Tra i prov­ve­di­men­ti pre­si ci sono sta­bi­liz­za­zio­ne del per­so­na­le, nuo­ve as­sun­zio­ni, sgra­vi per le fa­mi­glie sul­l’ac­qui­sto dei li­bri di te­sto, con­tri­bu­ti e age­vo­la­zio­ni che pre­mia­no il me­ri­to. Non man­ca­no tut­ta­via le om­bre.

Fa no­ti­zia an­che l’in­tro­du­zio­ne del­l’I­mu per le scuo­le pri­va­te de­ci­so dal con­si­glio dei mi­ni­stri. Dopo mol­ti mesi di trat­ta­ti­ve sul­l’I­ci per le strut­tu­re com­mer­cia­li del­la Chie­sa e le la­men­te­le de­gli isti­tu­ti cat­to­li­ci, l’e­se­cu­ti­vo pre­ce­den­te gui­da­to da Ma­rio Mon­ti ave­va “ri­sol­to” con un nul­la di fat­to. Ora il pre­mier En­ri­co Let­ta, dopo aver an­nun­cia­to pri­ma l’e­sen­zio­ne, ha rein­tro­dot­to l’I­mu (com­pre­sa nel­la Ser­vi­ce tax) per le scuo­le pa­ri­ta­rie che fan­no capo a on­lus. L’espe­dien­te di ri­con­dur­re isti­tu­ti pri­va­ti a enti for­mal­men­te sen­za sco­po di lu­cro vie­ne lar­ga­men­te uti­liz­za­to tra gli al­tri an­che dal­la Chie­sa cat­to­li­ca, seb­be­ne spes­so le ret­te sia­no tut­t’al­tro che leg­ge­re.

I mi­ni­stri han­no di­scus­so la que­stio­ne e sta­bi­li­to, vi­sta la dif­fi­col­tà nel re­pe­ri­re le co­per­tu­re fi­nan­zia­rie, di can­cel­la­re le age­vo­la­zio­ni pri­ma an­nun­cia­te. Non male, an­che se sa­reb­be sta­to do­ve­ro­so far­lo in ogni caso. Non è del re­sto det­to che la con­ver­sio­ne in leg­ge non ri­ser­vi nuo­ve sor­pre­se.

In­tan­to in Fran­cia il mi­ni­stro del­l’I­stru­zio­ne Vin­cent Peil­lon ha in­tro­dot­to in tut­te le scuo­le, a par­ti­re dal 9 set­tem­bre, una “car­ta del­la lai­ci­tà”. Una pre­sa di po­si­zio­ne chia­ra con­tro il co­mu­ni­ta­ri­smo e l’in­ge­ren­za del con­fes­sio­na­li­smo nel­la scuo­la, per ri­ba­di­re come l’am­bien­te sco­la­sti­co deb­ba es­se­re uno spa­zio neu­tro. Seb­be­ne il do­cu­men­to sem­bri ge­ne­ral­men­te con­di­vi­so, ci sono dub­bi sul­la sua con­cre­ta ap­pli­ca­zio­ne al di là del­le enun­cia­zio­ni re­to­ri­che.

Al­cu­ni pun­ti — come la pos­si­bi­li­tà di por­ta­re il velo per le mam­me che for­ni­sco­no aiu­to du­ran­te le at­ti­vi­tà sco­la­sti­che — van­no chia­ri­ti, sug­ge­ri­sce il Dé­fen­seur des droi­ts Do­mi­ni­que Bau­dis. Da qual­che mese è sta­to isti­tui­to dal go­ver­no un Os­ser­va­to­rio sul­la lai­ci­tà, per sti­la­re una even­tua­le leg­ge che af­fron­ti an­che que­stio­ni con­tro­ver­se come il caso del­l’a­si­lo Baby Loup.

An­co­ra, c’è an­che chi par­la di “isla­mo­fo­bia” e spic­ca­no i com­men­ti di al­cu­ne con­fes­sio­ni re­li­gio­se. In par­ti­co­la­re il Con­seil français du cul­te mu­sul­man che la­men­ta pre­sun­te “al­lu­sio­ni” alla re­li­gio­ne isla­mi­ca che pos­so­no con­tri­bui­re alla “stig­ma­tiz­za­zio­ne”. An­che grup­pi evan­ge­li­ci crea­zio­ni­sti non han­no ac­col­to bene la car­ta: so­sten­go­no che im­pe­di­sca loro di in­se­gna­re teo­rie in con­tra­sto con l’e­vo­lu­zio­ni­smo.

chartelaicite

 

Nel com­ples­so il do­cu­men­to rap­pre­sen­ta un pas­so avan­ti im­por­tan­te, quan­to­me­no per il va­lo­re sim­bo­li­co che as­su­me come pre­sa di po­si­zio­ne uf­fi­cia­le del go­ver­no so­cia­li­sta a fa­vo­re del­la lai­ci­tà. La Fran­cia, vie­ne su­bi­to chia­ri­to, è una re­pub­bli­ca “lai­ca” che “ri­spet­ta tut­te le cre­den­ze” (art. 1). Vige la “se­pa­ra­zio­ne tra le re­li­gio­ni e lo Sta­to”, che è “neu­tro ver­so le con­vin­zio­ni re­li­gio­se e spi­ri­tua­li” (art. 2).

La lai­ci­tà “ga­ran­ti­sce la li­ber­tà di co­scien­za a tut­ti” e “per­met­te la li­be­ra espres­sio­ne” del­le pro­prie con­vin­zio­ni “nel ri­spet­to di quel­le al­trui e nei li­mi­ti del­l’or­di­ne pub­bli­co”: “Ognu­no è li­be­ro di cre­de­re o non cre­de­re” (art. 3). Pro­prio la lai­ci­tà nel­la scuo­la “of­fre agli stu­den­ti le con­di­zio­ni per co­strui­re la loro per­so­na­li­tà” ed “eser­ci­ta­re il loro li­be­ro ar­bi­trio”, tu­te­lan­do­li “da tut­te le for­me di pro­se­li­ti­smo e di pres­sio­ne che gli im­pe­di­reb­be­ro di fare le pro­prie scel­te” (art. 6). Non solo, ma è la con­di­zio­ne per “l’ac­ces­so a una cul­tu­ra co­mu­ne e con­di­vi­sa” (art. 7) e “per­met­te l’e­ser­ci­zio del­la li­ber­tà di espres­sio­ne”.

Essa im­pli­ca “il ri­get­to di ogni vio­len­za e di­scri­mi­na­zio­ne, ga­ran­ti­sce l’u­gua­glian­za tra ra­gaz­ze e ra­gaz­zi e si fon­da su una cul­tu­ra del ri­spet­to e del­la com­pren­sio­ne del­l’al­tro” (art. 9). Si chie­de inol­tre al per­so­na­le sco­la­sti­co di far­si pro­mo­to­re di que­sti va­lo­ri (art. 10) e di man­te­ne­re una “stret­ta neu­tra­li­tà”, evi­tan­do di “ma­ni­fe­sta­re le loro con­vin­zio­ni po­li­ti­che o re­li­gio­se nel­l’e­ser­ci­zio del­le loro fun­zio­ni” (art. 11).

L’in­se­gna­men­to deve es­se­re “lai­co”, aper­to alla “di­ver­si­tà del­le vi­sio­ni del mon­do” e “nes­sun ar­go­men­to deve es­se­re a prio­ri esclu­so dal­la di­scus­sio­ne scien­ti­fi­ca e pe­da­go­gi­ca”. Per que­sto lo stu­den­te “non può in­vo­ca­re una con­vin­zio­ne re­li­gio­sa o po­li­ti­ca per con­te­sta­re a un in­se­gnan­te il di­rit­to di trat­ta­re una que­stio­ne nel pro­gram­ma” (art. 12). Inol­tre,non ci si può ap­pel­la­re a esen­zio­ni re­li­gio­se per non se­gui­re le re­go­le co­mu­ni (art. 13). Vie­ne ri­ba­di­to, come già av­vie­ne da anni, il di­vie­to di por­ta­re sim­bo­li re­li­gio­si ne­gli edi­fi­ci sco­la­sti­ci (art. 14).

La lai­ci­tà, nel­la scuo­la come al­tro­ve, ri­ma­ne in Ita­lia an­co­ra un tabù e vie­ne tut­to­ra mes­sa da par­te, come è evi­den­te ad esem­pio con l’im­po­si­zio­ne del cro­ci­fis­so ne­gli isti­tu­ti pub­bli­ci e l’ora di re­li­gio­ne cat­to­li­ca. Men­tre in Fran­cia la lai­ci­tà vie­ne so­ste­nu­ta sen­za com­pro­mes­si dal­le isti­tu­zio­ni.

Po­si­ti­vo co­mun­que che la po­li­ti­ca si mo­stri da noi più at­ten­ta che in pas­sa­to alla ne­ces­si­tà di in­ve­sti­re nel­l’i­stru­zio­ne (non nei di­plo­mi­fi­ci) come chia­ve es­sen­zia­le per il fu­tu­ro del pae­se.

Foto: Luca Boldrini/Flickr



2 réactions


  • (---.---.---.209) 11 settembre 2013 15:43

    In Italia devono chiedere prima in Vaticano! Pazienza la Destra ma la Sinistra laica.....

    Per certe nullita’ ,visto che democraticamente non si puo’ fare perchè di democratico non hanno nulla ,si puo’ sperare che si tolgano dai piedi per consunzione naturale, purtroppo oltremodo lunga.

  • (---.---.---.103) 15 settembre 2013 14:33

    Per esperienza in Francia la religione si svolge fuori dalla scuola,si va a catechismo in chiesa e non si insegna religione,oltretutto chiesa e stato sono separati e mi sembra giusto così.All’epoca non c’erano ne talebani,ne chador,ecc...ma si frequentava la scuola con tutti gli altri ragazzi di nazionalità diverse:arabi,vietnamiti,ecc...e venivamo a conscenza delle diverse culture senza discriminazioni come succede oggi.La scuola non fa più il suo dovere specialmente qui.


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