martedì 7 maggio 2019 - Riccardo Noury - Amnesty International

Findus Italia, un appello: ci rassicuri che i raccolti del Basso Lazio sono davvero “puliti”

Un annuncio pubblicitario che Findus Italia (nella foto, lo stabilimento di Cisterna di Latina) sta promuovendo sui social mostra un uomo intento a raccogliere zucchine nelle terre del Basso Lazio, esattamente a Sermoneta.

“Raccogliamo ogni giorno i frutti del nostro impegno”.

Siamo fiduciosi che l’impegno sia sincero, sebbene l’azienda sul proprio sito non accenni a controlli sulla filiera produttiva con riferimento ai diritti dei lavoratori.

Le aziende che operano in quella zona dovrebbero prestare particolare attenzione affinché non commercializzino prodotti coltivati sfruttando manodopera migrante, soprattutto indiana, bangladese e subsahariana.

Il territorio di Sermoneta e le aree circostanti – come segnala Marco Omizzolo, massimo esperto in materia di sfruttamento del lavoro migrante nell’agricoltura – sono infatti quelli dove è stata organizzata la più importante operazione contro il caporalato d’Italia (“Operazione Commodo”): 500 migranti, 400 dei quali richiedenti asilo, sfruttati in condizioni “indecenti” (questo è il termine usato dalla Questura di Latina).

A Findus Italia, allora, un appello a considerare questo tema, a esercitare attenti controlli (o a informarci su quelli in essere) e a rassicurarci che i suoi prodotti siano realmente “puliti”.

Saremo felici di pubblicare una replica sotto questo post.




Lasciare un commento