mercoledì 31 gennaio - Laura Tussi

Faro di Roma. Agnese Ginocchio e la sua canzone per Gaza: la Nonviolenza è l’unica arma della Pace.

Un brano musicale sul genocidio in atto a Gaza.

Intervista a Agnese Ginocchio di Laura Tussi

FARO DI ROMA

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Attraverso parole e note, la cantautrice Agnese Ginocchio riflette e invita a riflettere sui grandi e spesso tragici avvenimenti del nostro tempo, perché - sostiene - "la musica senza impegno sociale risulta un fenomeno privo di senso e sentimento". Da attivista per la pace e la nonviolenza, non si poteva esimere dal parlare della tragedia e catastrofe umanitaria che sta avvenendo in questi mesi a Gaza.

Agnese Ginocchio, una vita dedicata alla musica e spesa per le cause sociali e soprattutto per la pace e la nonviolenza.

Agnese afferma spesso che la musica senza impegno sociale risulta un fenomeno privo di senso e sentimento.

Agnese è autrice di molti brani musicali da lei cantati e interpretati che trattano temi scottanti come le migrazioni forzate, le guerre soprattutto quelle dimenticate dell’Africa, la forza della nonviolenza, con le varie modalità artistiche per creare contesti di pace anche attraverso le abilità musicali e canore e molti altri temi a sfondo sociale. Mi hai anticipato e confidato che il tuo ultimo brano musicale è dedicato al popolo Palestinese.

Tratterai all’interno del disco con vocalità e sonorità molto spiccate la tragedia del genocidio in atto nella striscia di Gaza.

Quali sono gli argomenti prioritari che toccherai e denuncerai attraverso la musica, le note e il canto? In qualità di artista come vivi questa crudeltà all’ordine del giorno e come reagisci alla propaganda di regime che vuole annientare i più deboli e i più fragili del pianeta? Perché come sappiamo la popolazione della striscia di Gaza è composta per la maggior parte da giovanissimi non ancora ventenni e da molti bambini tra i 3 e i 14 anni.

Come musicista in quale modo intendi esprimere il tuo dolore per questa sofferenza del popolo di Gaza e di conseguenza dell’intera umanità compresi gli aguzzini? Che a loro volta nel corso della storia sono state le vittime principali.

A 75 anni dalla dichiarazione universale dei Diritti Umani a che punto siamo?

Agnese afferma: "In Palestina si sta assistendo all’inferno in diretta, qualcosa di catastrofico, come lo ha definito il segretario generale dell’ONU Guterres, non è più accettabile umanamente parlando, non è più tollerabile, si sta assistendo a un genocidio dove ogni diritto umano viene calpestato, siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e delle convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.

Parlaci del brano che questa tragica situazione ti ha ispirato.

 

Il mio brano - dice Agnese - dal titolo “La Nonviolenza è l’unica arma della Pace”. Un brano musicale sul genocidio in atto a Gaza è dedicato a Raffaele Nogaro, vescovo di Pace, testimone coraggioso del nostro tempo.

Il brano culmina con un impellente inciso in cui implora il “Cessate il fuoco”. Testo e musica composti già nell’anno 2006. Sì, perché il dramma palestinese va avanti da oltre 75 anni, ma adesso, alla luce del riacutizzarsi degli eventi, è stato ripreso, aggiornato e completato.

La cantautrice vuole trasmettere questo messaggio: non si può voltare lo sguardo altrove, perché il dramma di un popolo è il dramma dell’intera umanità, è il dramma di ciascuno e come tale “ci deve interessare”, come ricordava don Milani.

“I Care” di don Lorenzo Milani, obiettore di coscienza, di cui quest’anno ricorre il 100esimo anniversario dalla nascita, deve divenire il nostro stile di vita. 

Hai realizzato anche un video musicale.

Nel video si alternano scene di sofferenza, di guerra: madri che piangono i loro figli morti, le donne in nero che manifestano in solidarietà con le donne palestinesi e immagini di bambini dilaniati e traumatizzati dalle bombe, con le macerie provocate dalla guerra, e quelle dei volti e degli amici della Nonviolenza, i costruttori e i partigiani della Pace, ovvero, coloro che ogni giorno dal basso, nonostante l’indifferenza e i muri della civilissima Europa, continuano a mobilitarsi e a scendere nelle piazze per la causa della Pace, senza la quale non potrà esserci un futuro. 

Fra le immagini si vedono anche quelle della Fiaccola della Pace?

Il video riprende momenti tratti dalle mobilitazioni della “Fiaccola della Pace”, svolte nella provincia di Caserta, nel napoletano e in Campania, terra di cui l’artista è originaria e opera, essendo anche fondatrice del Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio, che in Campania e oltre lavora a 360 gradi, mobilitando in primis le scuole e a seguire gli enti locali, le associazioni e realtà sensibili, ad aderire a questo importante progetto educativo attraverso i percorsi della memoria storica a partire dai 100 anni della prima guerra mondiale.

Continua Agnese: "le marce con la Fiaccola della Pace, sono delle vere e proprie fiumane di bambini e giovanissimi che rappresentano la 'Città del futuro', ossia i volti della Nonviolenza per cui abbiamo il dovere di proteggere e di consegnare loro un avvenire possibile e non impossibile, e questa 'utopia' sarà raggiungibile solo se agiremo ogni giorno con la parola Pace.

Inoltre marce per la Pace e presidi di Pace contro la guerra, presidi nelle piazze a sostegno dei diritti umani e del popolo palestinese e la “Staffetta dell’umanità”.

Ci dicevi che la tua canzone è dedicata a Raffaele Nogaro…

 “Alla Scuola di Nogaro ho imparato la Pace” - fa sapere Agnese - “a lui confido le mie ansie, le mie imprese, i muri che devo talvolta affrontare per amore della Pace”, “ogni volta che vado a trovarlo mi infonde speranza, sicurezza, mi incoraggia, mi sostiene. La sua azione carismatica è per me balsamo che lenisce tutte le ferite procurate dai seminatori di tenebra. Ed è proprio a lui che sento di dedicare questo mio ultimo progetto musicale, “musica alternativa ed impegnata”, frutto di anni di impegno profusi per questa causa; “ musica alternativa ed impegnata” non per tutti certamente, perché bisogna capirla, sedersi ed ascoltarla con calma, leggere il testo perché si sviluppi una riflessione o un dibattito, e perché no, anche una lezione scolastica di “storia della Pace”.

La banalità del male della comunicazione dei media convenzionali e ufficiali.

“Ogni giorno vediamo immagini e video che vengono diffusi dai media alternativi. Dal momento che i media convenzionali e ufficiali pensano a fare distrazione di massa su questi argomenti. Bambini feriti e dilaniati dalle bombe, bambini uccisi, bambini spaventati e traumatizzati, bambini a cui è stato negato il diritto di vivere un’infanzia serena, il diritto al gioco, il diritto allo studio, ad avere un tetto sicuro, il diritto a vivere i loro anni".

Di fronte a quello che sta accadendo potremo mai fare finta di niente?

E’ la nostra umanità, ci siamo tutti dentro. Tutto questo è inaccettabile, è disumano, ingiusto, immorale. “E’ l’inferno!” come lo aveva definito il grande Vittorio Arrigoni - “Vik utopia”, testimone dei fatti, che ha dato la sua vita per la causa palestinese e che nel mio brano menziono proprio con una frase tratta dai suoi scritti che termina con l’inciso “Restiamo umani!”. Non possiamo starcene fermi e zitti, abbiamo il dovere di fare la nostra parte. Ognuno può fare tanto, ma restare fermi a guardare significa passare dalla parte del torto, divenire complici dell’ingiustizia. Come attivisti per la Pace, ma direi più semplicemente come “uomini e donne di buona volontà” dotati del senso del discernimento e dell’intelletto, che credono nel sogno e nell’ “utopia della Pace”, abbiamo il dovere di insorgere, di alzare la voce, di schierarci sempre dalla parte degli oppressi e mai degli oppressori, dalla parte delle vittime e mai dei potentati di morte.

Noi pacifisti crediamo in nuovi giorni, in bellissimi arcobaleni della pace.

Mobilitiamoci e forse potremo avere la speranza di vedere uno spiraglio di luce dopo la notte buia della storia, ossia l’Arcobaleno che sorge dopo la tempesta. Solo con il rifiuto della guerra e della violenza e la scelta della Nonviolenza, potremo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, convivenza, PACE giusta e duratura.

La responsabilità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Per porre fine a questo conflitto maledetto, infine, bisogna fare pressione sulla Comunità internazionale, sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo il rispetto del diritto umanitario con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di Pace.

Per visualizzare il video e ascoltare il brano musicale collegarsi a questo link.

In collaborazione con la Rivista online ITALIA CHE CAMBIA




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