venerdì 10 luglio 2020 - Vittoria Ricci

Fake news e Covid19: Italia e Europa unite per salvaguardare la salute dei cittadini

Věra Jourová ha recentemente mostrato preoccupazione verso la diffusione di bufale in Italia ed in altri paesi europei. Le notizie false sono sempre state un problema, però la diffusione di bufale è diventata ancora più comune durante la pandemia. Nonostante la sua preoccupazione, la vicepresidente della Commissione Europea ha precisato che l’UE non intende censurare i distributori di notizie meno affidabili o non ufficiali.

Le misure prese dai Governi europei serviranno, invece, per permettere ai cittadini di entrare in contatto con più facilità a informazioni provenienti da fonti affidabili, e fornirgli i mezzi necessari per poter distinguere una notizia falsa da una notizia affidabile.

In Italia le notizie false sul coronavirus si sono propagate con più facilità rispetto a molti altri Paesi della Comunità Europea. Una ragione per questo potrebbe essere la maggiore incidenza di casi di Covid19 e al conseguente timore della popolazione, che ha cercato supporto anche da fonti di informazione alternative a quelle ufficiali.

Ora che la curva epidemica si sta stabilizzando si teme che nuove bufale possano dilagare tra la popolazione, diffondendo sfiducia e pessimismo verso le prossime mosse che i Governi prenderanno per contrastare una nuova ondata del Virus e limitare nuovi contagi.

Non solo bufale riguardanti il coronavirus: durante la pandemia si sono diffuse varie notizie, provenienti da fonti discutibili e senza fondamenti scientifici, riguardanti il 5G. Secondo l’indice Desi, nel 2020, l’Italia è tra i Paesi meno digitalizzati in Europa, superando solo Romania, Grecia e Bulgaria. L’utilizzo del 5G permetterebbe l’Italia di migliorare la propria capacità di connessione, colmando il suo digital divide.

Il 5G è la tecnologia mobile che soppianterà l’attuale 4G, consentendo una connessione più veloce e di qualità migliore rispetto a quella odierna, permettendo una copertura migliore anche a chi non gode di un segnale sufficiente o non ha la possibilità di connettersi ad internet.

Sebbene non esistano fondamenti scientifici che sostengano i rischi imputati a questa tecnologia, molte persone che credono nelle teorie complottiste la ritengono un pericolo per l’ambiente, per la salute dell’uomo e per la loro privacy.

Questi timori sono stati innescati dal diffondersi di teorie, di stampo complottistico, che indicano questa tecnologia come una reale minaccia alla sopravvivenza e alla qualità della vita della gente. Ciò ha spinto diverse persone in tutta Europa ad assaltare e distruggere diverse infrastrutture telefoniche, talvolta neanche legate all’installazione del 5G. 

Ciò rappresenta un grave rallentamento dell’economia del Paese, in quanto non si forniscono a tutte le imprese i mezzi necessari per comunicare in modo soddisfacente con il mercato ed impedendogli di espandersi nel territorio nazionale ed internazionale. Il Sistema Sanitario Nazionale ed altri Organi Pubblici potrebbero essere più efficienti se potessero godere di una migliore connessione e se si aggiornassero seguendo i ritmi internazionali.

Il rallentamento della digitalizzazione, causato dal diffondersi delle bufale, impedisce ai Paesi Europei di crescere economicamente e frena la ripresa economica, quindi è importante cercare di contrastare il diffondere di falsità.

Altre bufale non colpiscono il sistema economico nazionale, ma creano un vero danno alla salute delle persone; mettono a rischio le loro vite convincendole a non seguire pratiche di prevenzione medica di routine.

Il 90% delle bufale riguardanti la sanità interessa i vaccini, anche se sono passati diversi anni da quando la comunità scientifica ha smentito in modo categorico le teorie che vedevano i vaccini come causa di autismo e di altri disturbi. Tra le bufale più popolari troviamo anche falsità riguardanti la cura e la prevenzione di forme tumorali, come il tumore alla prostata, al seno o al colon.

Il Ministero della Salute ha finanziato uno studio, condotto dal CEIS-EEHTA della Facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata di Roma e la Kingston University di Londra, che ha evidenziato come le persone condividano con leggerezza le fake news su internet, anche con la consapevolezza che quella che si sta inviando a terzi sia una notizia falsa.

I ricercatori del Annenberg Public Policy Center dell'Università della Pennsylvania hanno rivelato che chi si informa attraverso mezzi di informazione tradizionali, come tv o giornali, sia meno incline a venire in contatto con le fake news, questo perché molte bufale viaggiano attraverso i Social Network, o per via di giornali online e video non accreditati.

Di recente è circolata anche la credenza che indossare la mascherina chirurgica possa causare danni al proprio organismo, questa teoria si è diffusa rapidamente tra la popolazione durante la pandemia incitando molte persone a incontrarsi e ad uscire senza seguire gli ordinamenti imposti dagli Decreti Ministeriali.

Queste bufale sulla salute potrebbero deragliare le iniziative di salute pubblica, così importanti durante questa pandemia, proprio come la disinformazione sul 5G potrebbe far rimanere in dietro l’Italia ed allargare il digital divide, già molto presente nel Bel Paese. È incoraggiante che Věra Jourová è preoccupata per la proliferazione di disinformazione, ma è tempo che i politici europei agiscano concretamente per combattere l’infodemia.

Foto: Wikipedia



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