lunedì 4 marzo 2019 - Marco Barone

FVG: giusto proporre la provincia autonoma di Trieste e di Udine (o del Friuli)

Lo Statuto Speciale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia è stato adottato con legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.1. Una regione di poco più 1 milione di abitanti, per quanto piccola, in realtà complessa ed organica. La sua area è pari a 7.924 km² cioè di poco superiore alla provincia di Sassari o Torino o Cosenza o Bolzano ad esempio. 

Con 215 Comuni e dove si parlano 4 lingue più diversi dialetti. Pur essendo le Province contemplate nella Costituzione, all'articolo 114, (La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione) con la legge regionale 20/2016 ne è stata disposta la soppressione, unicum, nel panorama italiano, comportando la frammentazione del territorio regionale in 18 UTI( Unioni Territoriali Intercomunali) mai decollate e rivelatesi un clamoroso, anche se prevedibile, fallimento.. Legge espressione di un percorso di riforme avviato nel 2013 disciplinando la soppressione delle Province facendo seguito alla riforma dello Statuto regionale, sancita dalla legge costituzionale 28 luglio 2016, n. 1, con cui è stato cancellato dallo Statuto, appunto, il riferimento alle Province e ne è stata esplicitamente prevista la soppressione. Si discute, comprensibilmente, in questo periodo, se proporre le Province, quante, e come.
 
Si è più o meno in gran parte concordi sulla necessità di ripristinare siffatti Organi Istituzionali Costituzionali, ma non con i poteri limitati come sussistenti in precedenza. Non avrebbe alcun senso un ritorno al passato. Ed è per questo, stante la particolarità del FVG, che sarebbe cosa buona e giusta proporre un modello similare a quello vigente nel Trentino-Alto Adige/Südtirol. Autonomia decisionale per i territori, con importanti funzioni trasferite alle Province autonome e con poteri limitati della Regione.Province nate negli anni '70 (con riferimento al secondo Statuto) con chiaro potere legislativo in materie normalmente di competenza statale o regionale.
 
La funzione legislativa spetta al Consiglio provinciale, a cui va garantita per Statuto la giusta rappresentanza alle minoranze ed il Consiglio regionale è composto dai membri dei consigli provinciali di Trento e di Bolzano che al loro interno ne eleggono il Presidente. Ma L'Autonomia speciale del Trentino (e del vicino Alto Adige/Südtirol, con il quale il Trentino forma la Regione autonoma Trentino Alto Adige) nasce in verità dall'accordo italo-austriaco sottoscritto a Parigi il 5 settembre del 1946 dall'allora presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri Alcide Degasperi e dal ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber. Successivamente il testo dello Statuto, approvato dall'Assemblea costituente italiana (incaricata di scrivere la Costituzione dell'Italia repubblicana e post-fascista), è diventato la legge costituzionale n. 5, promulgata il 26 febbraio del 1948.
 
Questo potrebbe essere il modello da applicare al Friuli Venezia Giulia. Non ha alcun senso ripristinare la provincia di Gorizia, o quella di Pordenone, Trieste ed Udine o istituire quella della Carnia. Ha senso rivedere in modo più organico e compiuto l'intero disegno della macchina regionale.Autonomia, solidarietà ed identità territoriale, che possano favorire pluralismo, ed efficienza, come è sempre stato nella storia di questa estremamente periferica zona, oggi d'Italia, all'interno di un contesto europeo che richiede più spazio all'autonomia dei territori senza mai compromettere lo spirito solidaristico. Per questo è giusto proporre l'istituzione della Provincia autonoma di Trieste e di Udine (o del Friuli).

mb




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