giovedì 1 novembre 2018 - Ettore Scamarcia

Emergenza abitativa: il caso Napoli

Sfratti e famiglie in mezzo alla strada: così si cancella il tessuto sociale delle nostre città per far posto a case vacanze e bed & breakfast.

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Il luogo dell’esplosione

Il 17 settembre scorso Rita, Antonio e Francesca, madre e figli entrambi disabili, ricevettero per l'ennesima volta la visita dell'ufficiale giudiziario, giunto per preannunciare lo sgombero coatto dell'appartamento che occupavano a Montesanto, nel centro storico di Napoli. Dinanzi alla prospettiva di ritrovarsi in mezzo alla strada, il figlio Antonio - affetto da gravi problemi psichici - decise (forse in accordo con la madre) di compiere il più clamoroso degli atti di protesta: far esplodere l'abitazione con la bombola del gas.

La deflagrazione risuonò in tutto il quartiere. Rita morì sul colpo, mentre i figli rimasero gravemente feriti e furono ricoverati presso il vicino ospedale Pellegrini. Un gesto di inaudita violenza, testimone della povertà e della solitudine che pure si vivono nei caotici vicoli della città.

Appena saputa la notizia, l'ex vicesindaco Raffaele Del Giudice si affrettò a dichiarare che quelle persone non erano note ai servizi sociali, sgravando così dalle responsabilità la sua amministrazione. Eppure proprio in quei giorni i sindacati denunciavano alla stampa il vergognoso stato di conservazione degli atti custoditi negli scantinati degli archivi del settore welfare del Comune, come evidenziava Pierluigi Frattasi in un articolo sul Mattino:

Semidistrutte, illeggibili, mangiate dai topi e dalla muffa. Sono migliaia le pratiche per l’assistenza ai bisognosi che stanno marcendo nell’archivio degli uffici comunali dei Servizi Sociali in via Salvatore Tommasi 19. Decine di faldoni accatastati l’uno sull’altro sul pavimento del piano seminterrato, zuppi d’acqua, fradici, con le pagine ormai incollate in una poltiglia informe. […] Atti ancora in corso di validità, perché non sono ancora passati i dieci anni per mandarli al macero […] Del tutto assenti, poi, le misure di prevenzione ed antincendio nell'edificio. […] Riscontrata la presenza diffusa di fessurazioni nelle pareti e nelle volte, di infiltrazioni provenienti dal terrazzo di copertura, di pluviali otturate, di distacchi di cornicioni del cortile interno […]

Dinanzi a tale operazione di cancellazione della memoria storica dell'universo sociale partenopeo appare chiedersi se tutto ciò, oltre a legittimare lo scaricabarile tra le istituzioni, non sia funzionale a quel marketing turistico che da qualche anno a questa parte è diventato determinante negli equilibri di potere del governo cittadino. E' un dato di fatto che la crescita dei flussi turistici stia trasformando gli anditi del centro storico (e non solo) in case vacanze e bed & breakfast, a discapito di centinaia di famiglie che vengono sfrattate a causa dell'aumento dei fitti. Addirittura in un convento situato nel cuore del "Pallonetto" di Santa Lucia, la congregazione delle Suore di Maria SS. Addolorata ha di recente convertito l'ex scuola elementare in una casa vacanza "a tema", dove ogni camera si ispira nel design alle varie chiese di Napoli. Lo chiamano infatti turismo religioso.

Gli attivisti della campagna antisfratto "Magnammece 'o pesone" calcolano che ogni anno a Napoli vi sono circa 1600 sfratti esecutivi, mentre ben 20mila famiglie sono in attesa di un alloggio popolare. In compenso le abitazioni riconvertite in strutture ricettive sono oltre cinquemila negli ultimi 3 anni, un boom senza precedenti nel capoluogo campano. La Conferenza Unificata del mese scorso ha trovato l'intesa sul riparto tra le regioni dei finanziamenti per l'edilizia residenziale pubblica: alla Regione Campania ne spettano poco più di 55 milioni di euro. Soldi che però rimangono congelati in attesa del via libera da parte della giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca, più interessato a non farsi scalzare alle elezioni regionali del 2020. 

Per far fronte all'emergenza abitativa il Comune istituisce ogni anno un fondo per la morosità incolpevole pari a circa un milione di euro. Un fondo a cui però sono in pochi che vi accedono, non solo per mancanza di informazione, ma soprattutto a causa di una postilla che grava come un macigno. Questa postilla si chiama "Programma 100", risale ai tempi dell'ex sindaco Rosa Russo Jervolino e non è mai stata rivista dall'attuale amministrazione di Luigi de Magistris. Il Programma 100 obbliga i beneficiari di contributi comunali a dimostrare la regolarità nei pagamenti dei tributi comunali, e di fatto esclude la maggior parte dei potenziali beneficiari che non potendo pagare il fitto, difficilmente possono far fronte ad ulteriori tasse.

Ma oggi si sa, siamo ai tempi della povertà "abolita" e del reddito di cittadinanza che sanerà tutte le sfortune della nazione: input comunicativi che finiscono per esacerbare il pregiudizio verso chi si ritrova in situazioni di indigenza. E' il caso occorso alla famiglia della povera Rita, quando il giorno successivo alla morte della donna vi era già chi maliziava su presunte rendite che i familiari avrebbero incassato grazie ai sussidi statali. Il motto "Prima gli italiani!", oggi tanto sdoganato, si era già ritorto contro gli italiani stessi. Di quali italiani stiamo parlando esattamente? Di quelli che vogliono lucrare sul business delle case vacanze, oppure di quelli che da tale business vengono rovinati?

Sarebbe forse il caso di rileggersi il "Ventre di Napoli" di Matilde Serao, pubblicato nel 1904. Le conclusioni di quell'inchiesta tratteggiano uno scenario quasi analogo a quello odierno:

 

Se io leggo i giornali, opuscoli, libri che si occupino delle grandi questioni napoletane, se io seguo il movimento delle sue associazioni, se io noto i voti dei congressi, se io odo i lamenti degli albergatori, non veggo da tutto questo che una costante, nobile, ammirevole ed esclusiva preoccupazione di rendere gradito, sempre più, il soggiorno di Napoli, ai forestieri. Benissimo! […] Compiamo il miracolo di fare sparire i mendicanti schifosi, i venditori odiosi, i fiorai petulanti e tanti altri individui anche più bassi, anche più equivoci […] Ma si permetta a un'anima solitaria e ardente di passione pel suo paese, come è la mia, di chiedere una parte di tutto questo, una povera piccola parte per migliorare le condizioni igieniche e morali del popolo napoletano. […] Perché non si obbligano le società dei nuovi quartieri al Vasto, all'Arenaccia, al quartiere Orientale, di ridurre al minimo possibile le pigioni, in modo che le case fatte pel popolo siano abitate proprio da esso e non dalla piccola borghesia, di nove o dieci lire e non vi possano, per regolamento, stare più di due o tre persone, quando vi sono bimbi? Si tenti questo! 

Ecco, si tenti questo. 

 



1 réactions


  • Antonello Laiso (---.---.---.213) 1 novembre 2018 17:40

    Si,prima gli Italiani,ora siamo tutti Italiani e’ scomparsa quella Padania, allora champagne,potremo brindare a quelle misure volute, a tutti i costi (nostri)anche se brinderemo come fanno i senzatetto sulle rive del Tevere, sarà una polvere di stelle....


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