martedì 26 febbraio 2013 - Giorgio Mennella

Elezioni: l’ennesimo suicidio della sinistra

Finisce così. Anzi inizia così.

Così come iniziò nel 1994, così come sembrano iniziare tutte le legislature italiane dal 1994 ad oggi. Il Caimano, oggi lo chiamano il Giaguaro è sempre lì, tronfio. Forte. Tutti a chiedersi il perché, come, per colpa di chi. A dicembre era dietro di più di dieci punti, il 26 febbraio è una manciata di voti a separarlo dalla maggioranza. Silvio c’è, e non è il caso di aggiungere menomale. 
 
Il Pd ed il centrosinistra latitano, ricordano Nanni Moretti in Ecce Bombo “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Assenti, vuoti, verrebbe voglia di tacciarli di ignavia. Il centro sinistra ha limitato la sua campagna elettorale alle Primarie arrancando poi con la chiosa del voto utile all’avvicinarsi della tornata elettorale. Hanno saputo coprirsi di ridicolo con il concept del giaguaro da smacchiare. Hanno ancora una volta deluso le aspettative dei loro elettori. Enrico Letta non ha trovato nulla di meglio da dire se non “Si farà subito una nuova legge elettorale e si tornerà a votare”. 
 
Grillo ha saputo essere dirompente. Con una campagna elettorale iniziata anni fa e conclusa nelle piazze d’Italia, il linguaggio semplice del Movimento 5 Stelle ha fatto man bassa di voti. Inserendosi nel vuoto lasciato dalla vecchia politica i grillini hanno di fatto rotto tutti gli equilibri ipotizzabili prima di questo week end. 
Il parlamento, con la mancanza di una maggioranza in Senato, sembra essere ingovernabile. Staremo a guardare, come staranno a guardare gli esclusi illustri di queste elezioni.
 
Volendo dare ascolto a Licio Gelli dovremmo definire questa tornata come la prima del 2013. Quindi queste prime elezioni del 2013 mi hanno ricordato le primarie del PD a Napoli nel 2011. Il più clamoroso harakiri della politica italiana che portò un solo consigliere comunale in quota PD a palazzo San Giacomo e spianò la strada al movimento arancione di De Magistris. Non è andata proprio nello stesso modo ma ci sono alcuni elementi comuni: il solito gioco al suicidio del PD a partita già vinta e l’arrivo dirompente di un new comer della politica italiana. Il movimento 5 stelle come il movimento arancione, con la differenza che quest’ultimo è rimasto a bocca asciutta, trascinando fuori dal parlamento anche Antonio di Pietro.
 
Il candidato premier di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia esce di scena attaccando il centro sinistra:
«Ritengo che, come si fa nei paesi civili, i capi delle coalizioni che perdono dovrebbero dimettersi»
«Il centrosinistra ha perso: o ha consegnato il Paese al centrodestra o lo ha consegnato all'ingovernabilità»
«Faccia mea culpa, sua responsabilità del mancato accordo, ha fatto campagna contro di noi».
 
E conclude: «Non torno in Guatemala, resto qui». Come De Magistris che dovrà interrogarsi sul 3,06% che gli arancioni hanno preso a Napoli, ben distante dal plebiscito che lo elesse sindaco nel maggio 2011.
Fuori anche Gianfranco Fini che candidato alla Camera con Futuro e Libertà e un magro 0.46% non siederà in Parlamento: “Per quanto ci riguarda è impossibile nascondere un risultato totalmente negativo ed è inutile recriminare. Per l’Italia temo che il peggio debba ancora venire” ha dichiarato il leader di Fli a caldo. Fini sembra pagare lo scotto di un percorso di accentramento ventennale, da Fiuggi a FLI, ha perso l’ala più estrema del suo elettorato. Donna Assunta e Berlusconi brindano alla sua salute.
 
In questa sarabanda di vittorie mancate riecheggiano le parole di Crozza alla Finocchiaro “avete ancora un mese per perdere queste elezioni”


2 réactions


  • Geri Steve (---.---.---.46) 26 febbraio 2013 16:47

    C’è un dato molto preoccupante:
    un anno e mezzo fa, b era decotto e completamte disistimato in Italia come all’estero. Certamente il suo consenso era calato ben sotto il 10%. Non aveva più la maggioranza, i topi scappavano dalla sua barca per paura di affondarci. Se Bersani non accettava di inciuciare con lui, si sarebbe dovuto andare alle elezioni e b sarebbe stato travolto.

    NON LO SI E’ FATTO! Errore? complicità?

    in quest’articolo : http://www.agoravox.it/Post-elezion...

    io sostengo che adesso dovremmo finalmente capirlo.

    GeriSteve


  • Giorgio Mennella Giorgio Mennella (---.---.---.14) 26 febbraio 2013 17:59

    Resta il fatto che il PD ha concluso la sua campagna elettorale con le primarie. Si è arroccato in una posizione elitista evitando di raccogliere voti alle formazioni partitiche allo sbando.
    Aveva il dovere morale di porsi come alternativa.


    Ha semplicemente mancato l’obiettivo.


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