venerdì 31 maggio 2013 - GAETANO EMANUELE

Elezioni amministrative 2013: vince l’astensionismo

Il non voto conferma il suo radicamento nazionale, intonando il De Profundis sulla logorata democrazia partecipativa.

 
 

Oppressivamente vessati dalle vecchie logiche partitocratiche, gli italiani continuano a mostrare una disaffezione discreditante verso i partiti tradizionali, geneticamente adulterati da un insito bene non comune chiamato sete di potere. Ragionare in modo realistico diventa pressoché inutile, l’irrazionalità dei governanti di mestiere, incapaci di dare risposte serie e concrete la fanno da padrona, e i dati sul voto di protesta, riproducono il manifesto elettorale di ogni candidato “vecchio o semi nuovo”.

Insomma da destra a sinistra i volti di punta non cambiano, e le più elementari tecniche governative, rimangono una pura utopia, che ci fa sprofondare in una palude da dove difficilmente possiamo uscirne.

Alla fine il valore aggiunto che doveva convincere gli italiani a votare non c’è stato, neanche l’alternativa del M5S ha dato i risultati sperati da Grillo e Casaleggio, e se poi consideriamo il tracollo del centrosinistra su base nazionale, e il silenzio assenso del centrodestra, i giochi sono fatti.

In sostanza l’ennesimo segnale del “tutti a casa” c’è stato, ma nessuno l’ha accolto, nonostante l’elettorato abbia sancito per l’ennesima volta il default del sistema bipolare con la massima espressione della nuova democrazia, cioè l’astensionismo.

L’era geologica è cambiata, e se continuiamo con la vecchia politica l’eutanasia sociale è assicurata; il popolo non può più aspettare, se non s’interviene con un ricambio generazionale vero si rischia una rivolta sociale, cui nessun governante potrà sottrarsi.

Sintetizzando i dati, la risposta è una: questa forma di democrazia rappresentativa è morta.



1 réactions


  • (---.---.---.117) 31 maggio 2013 22:46

    In effetti a Roma il PD ha dimezzato i suoi voti mentre il PDL li ha terzizzati.


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