giovedì 25 gennaio 2018 - Sabina Greco

Egregia corte, noi confessiamo: siamo consapevoli di non sapere

Sapere di non sapere, essere indiscutibilmente e profondamente consapevoli di non sapere, e accogliere la realtà dentro è, insieme, una delle più grandi sfide dell’Uomo e uno dei suoi più amari tormenti. Lo aveva già affermato quell’altro, tal’illustre filosofo ateniese, a citar colui che scrisse…
Dovetti concludere meco stesso che veramente di cotest’uomo ero più sapiente io: […] costui credeva sapere e non sapeva, io invece, come non sapevo, neanche credevo sapere.
(Platone, Apologia di Socrate, in ld., Opere, a cura di G. Giannantoni)
D’allora, già pure lei, quell’illusione di credere di sapere, solo vanto di un’arroganza, sola veste di un’incertezza, ha sortito unica specie, quella d’inondare il mondo di maestri e grandi esperti della vita e i suoi riflessi.
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… eppure vaghiamo cupi dalla mattina alla sera con le maschere della sofferenza e dell’afflizione calate in volto.
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… eppure lamentiamo la loro assenza dalla mattina alla sera, in ogni tempo, in ogni luogo, neanche fosse uno di quei mantra religiosi e meditativi.
Moriamo e muore tutto dagli albori di una stessa vita. Abbiam tranciato già foreste a scrivere di lei morte e siam maestri a lucrarci, d’ingegno e fantasia, da stupire pur colui che l’ha inventata… eppure è per noi oggi come ieri un mistero, l’inconoscibile, l’impenetrabile, che temiamo più d’ogni altro.
Pur avanzando la conoscenza di terra e cieli, pur avendo acceso lo sguardo su dimensioni dello spazio lontani anni luce, pur avendo sondato gli abissi e penetrato il corpo umano oltre l’immaginabile d’un tempo sepolto, brancoliamo nel buio: la guarigione è utopia, la materia oscura è per l’appunto oscura, gli abissi sono spazi ostili – a sentire l’illustre voci.
Dulcis in fundo, noi guardiamo i giovani, ci fanno pena, quando non li ignoriamo o li condanniamo: non sanno cosa fare, delle loro vite, non sanno dove andare, sono confusi, son disorientati. E forse è piuttosto dato, che siano soltanto soli, a vivere l’indiscutibile condizione, l’inoppugnabile realtà, di non sapere. E forse è pure dato, da qualche parte sempre dentro, che loro sentano, che cotest’adulti, noi errando come loro già crediamo di sapere, e dettiamo legge, scodelliamo ricette, imponiamo guide, ma in realtà, come loro, non sappiamo pur sapendo, e scappiamo, evadiamo, illudiamo, vuoi noi stessi e pure loro, raccontando quella stessa storia di un sapere che è potere, di uno straccio di carta che apre porte, di un maestro che impone l’arte. Voglia Iddio che la cambiamo, la storia, finalmente!


2 réactions


  • pv21 (---.---.---.19) 27 gennaio 2018 18:53

    Be quiet >

    Problema reale è che troppi, leggendo poche righe sul web, si ritengono promossi ad ‘esperti’ conoscitori di qualsiasi materia, pure prettamente scientifica, fino al punto di sentirsi all’altezza di elargire ‘avveduti’ consigli e pareri.

    Specie dal proliferare di siffatte fonti di ‘saggezza’ virtuale è sortita l’esigenza di sancire formalmente la “obbligatorietà” di talune vaccinazioni.

    Fino a qualche anno fa era normale consuetudine seguire le indicazioni delle strutture sanitarie durante i primi anni di vita dei nuovi nati. NON c’era alcun bisogno di specifiche raccomandazioni e/o sanzioni. SEMMAI erano i genitori a “giustificarsi” per eventuali dimenticanze (lacune) o ritardi.


    Nel merito.

    Oggi è l’Istituto Superiore di Sanità, quale primario organo tecnico, che ha le conoscenze e l’onere di decidere il tipo e numero di vaccini da ‘prescrivere’ di anno in anno nell’interesse dell’intera popolazione.

    SE alla ‘prevenzione’ epidemiologica viene riconosciuto senso e valore non esistono valide alternative al concetto di ‘obbligatorietà’.


    Di sicuro non valgono certe “scappatoie” addotte da non pochi genitori.

    Da quelli che, al pensiero di talune fastidiose “reazioni” scelgono di astenersi sperando che il figlio “la faccia franca. O da quelli che accampano la sussistenza di bambini “da non vaccinare” (per loro accertate patologie in atto).


    MEGLIO ignorare e, financo, mettere a tacere certe pretese di “libertà” di scelta. La nostra salute non è certo spettacolo da Pantomima e Rimpiattino


    • pv21 (---.---.---.19) 27 gennaio 2018 19:25

      Postilla > Sentirsi in “obbligo” dal vivere e partecipare ad una comunità non è l’opporsi a una “coercizione” subita perché imposta dall’alto …


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