lunedì 18 febbraio 2019 - Riccardo Noury - Amnesty International

Egitto, crudele diniego delle visite familiari ai detenuti di due prigioni

Mohamed Ramadan, avvocato, sta scontando una condanna a 10 anni di carcere, comminatagli il 12 aprile 2017 per la ridicola accusa di “offesa al presidente”. Il motivo? Aveva criticato su Facebook la legislazione antiterrorismo.

Shady al-Ghazali, attivista, è in carcere dal 15 maggio 2018 con l’accusa di “pubblicazione di informazioni false” sulla sua pagina Facebook e di “appartenenza a un gruppo messo al bando”.

Shady Abu Zeid, famoso blogger e autore di testi satirici, è stato arrestato il 6 maggio 2018 ed è tuttora in carcere con l’accusa di “diffusione di notizie false” e “appartenenza a un gruppo messo al bando”.

Così come Islam Khalil (nella foto), Ramadan, al-Ghazali e Abu Zeid sono tra i detenuti egiziani colpiti da un odioso divieto di visite familiari.

Il provvedimento riguarda alcune sezioni di due grandi complessi penitenziari, Tora al Cairo e Borg al-Arab ad Alessandria, che ospitano prevalentemente detenuti in attesa di giudizio e persone condannate per aver espresso le loro opinioni politiche o aver esercitato in altro modo i loro diritti alla libertà d’espressione e di manifestazione pacifica.

Amnesty International è a conoscenza di almeno 61 casi di detenuti cui è impedito di incontrare i familiari da molto tempo. Il numero totale si ritiene essere assai più alto.

In molti casi, i detenuti non ricevono visite familiari per periodi di diversi mesi. Alcuni non vedono i loro parenti da anni. Tra questi c’è l’ex presidente Mohamed Morsi. Da quando è stato arrestato, oltre cinque anni fa, ha potuto incontrare i parenti tre sole volte, l’ultima delle quali nel settembre 2018 per soli 25 minuti. Suo figlio e altri leader della Fratellanza musulmana non vedono i parenti da anni.

Il diniego di visite familiari, oltre ad arrecare danni psicologi, produce effetti anche sulla salute fisica dato che molti prigionieri fanno affidamento sui parenti per ricevere medicine, cibo e vestiti pesanti.

Sulla base delle norme e degli standard internazionali, tra cui le “Mandela Rules” sugli standard minimi di trattamento dei prigionieri, proibire i contatti familiari è vietato. Limitazioni possono essere legali solo se temporanee quando strettamente necessarie per mantenere la sicurezza e l’ordine.




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