venerdì 9 ottobre 2020 - Marco Barone

ENI ed Egitto: rapporti ottimali sotto il segno della "formula Mattei"

L'ENI è stata fondata nel 1953 e già l'anno dopo metteva piede in Egitto. A significare i rapporti strettissimi che ci sono tra Italia ed Egitto e a confermare il fatto che alla fine dei conti è forse più l'Italia ad aver bisogno dell'Egitto che il contrario. 

Presente nella terra delle piramidi dal 1954, dove opera tramite IEOC Production e nel corso dei decenni l'intervento strutturale dell'ENI, che seppur quotata in borsa il controllo da parte dello Stato italiano sussiste. Dunque quando si parla di ENI si parla anche di effettivo coinvolgimento di interesse di Stato. L'attività di questo gruppo in Egitto è enorme. Si legge: Le attività di esplorazione e produzione in Egitto sono regolate da contratti di Production Sharing Agreement (PSA). Le principali attività produttive sono condotte nel blocco Shorouk (Eni 50%), nell’offshore del Mediterraneo, con il giacimento giant a gas di Zohr​ nella concessione Sinai, principalmente nei giacimenti Belayim Marine-Land ed Abu Rudeis (Eni 100%)​, nel Deserto Occidentale, nelle concessioni Melehia (Eni 76%,) e South West Meleiha (Eni 100%,) la cui produzione è stata avviata nel 2019, Ras Qattara (Eni 75%) e West Abu Gharadig (Eni 45%) e nelle concessioni di Ashrafi (Eni 50%), Baltim (Eni 50%), Nile Delta (Eni 75%), North Port Said (Eni 100%), North Razzak (Eni 100%) e Temsah (Eni 50%). Inoltre​, partecipiamo nelle concessioni in produzione di Ras el Barr (Eni 50%) e South Ghara (Eni 25%). L'ENI in un suo comunicato stampa ha reso noto ad esempio che a settembre assieme al partner bp, hanno effettuato una nuova scoperta a gas nell’area precedentemente definita come “Great Nooros Area”, nella licenza Abu Madi West nelle acque convenzionali del Delta del Nilo.Rendendo noto che "avvierà assieme al partner bp, in coordinamento con l’Egyptian Petroleum Sector, le opzioni di sviluppo della nuova scoperta beneficiando della sinergia con le infrastrutture già presenti nell’area. Eni, attraverso la sua controllata in Egitto IEOC, detiene il 75% di interesse nella concessione Abu Madi West, mentre bp detiene il restante 25%. La licenza è operata da Petrobel, una joint venture paritetica tra IEOC e la compagnia di Stato egiziana Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC)". Dunque, rapporti di strettissima collaborazione con la compagnia di Stato egiziana Egyptian General Petroleum. Una volta si disse che i Papa passano ma la Chiesa resta. Questo è il ragionamento che probabilmente si farà in casa ENI? La dittatura egiziana, che detiene il record mondiale per le violazioni sistematiche dei diritti umani, va avanti per la sua strada. Mentre è totalmente interrotta quella della cooperazione giudiziaria per l'omicidio di Stato di Giulio Regeni. Eppure in Italia c'è chi osa ancora dire che i rapporti tra Italia ed Egitto non sono al pieno delle loro potenzialità, quando i numeri che contano, non quelli minimali di altri settori di mercato, dicono esattamente il contrario. Senza dimenticare la commessa miliardaria delle armi pesanti all'Egitto e soprattutto il forum delle sette sorelle del Gas EastMed con l'Italia paese fondatore insieme all'Egitto.

La formula Mattei continua ad essere quella sostanzialmente applicata tra Italia ed Egitto, così come con altri Paesi. Così Mattei: "Io penso che noi dobbiamo andare verso un rapporto diverso nel mercato petrolifero, l'ENI ha iniziato una nuova formula che è quella di pagare i diritti che pagano gli altri e interessare il Paese al 50% nella produzione, sviluppo delle proprie risorse, ci dovrà essere il rapporto diretto tra il Paese produttore e il Paese consumatore senza alcun intermediario in mezzo". Interessante sul punto vedere la sezione pagamenti che l'ENI effettua ai vari governi per l'esercizio della propria attività. Dal 2016 c'è stato un costante incremento come si può vedere dai grafici che ora seguiranno dove l'Egitto è passato dalla fascia compresa tra i 50 e 250 milioni, per arrivare a quella di poco superiore ai 500 milioni. Si va verso quota 1 miliardo?

 

2016

 

 

2017

 

 

 2018

 

 

 

 

2019

 

 

In cosa consistono i pagamenti? Così l'ENI nel suo documento con una serie di FAQ esplicative:

"Sono inclusi i pagamenti, in denaro e in natura, eseguiti in relazione allo svolgimento delle attività di esplorazione, prospezione, ricerca, sviluppo ed estrazione di petrolio (compresi i condensati) e gas naturale. Sono esclusi i pagamenti relativi alle attività di raffinazione, liquefazione di gas naturale (GNL) e gas‐to‐liquids e altre attività downstream. Nel caso di progetti integrati, qualora non sia previsto un cut‐off contrattuale che attribuisca un reddito identificabile alle attività estrattive, i pagamenti fatti ai governi non sono oggetto di ripartizione su base convenzionale ma sono indicati al 100%".

Cosa si intende per Governo?

"Con il termine Governo si fa riferimento a qualsiasi autorità nazionale, regionale o locale di uno Stato membro dell'Unione Europea o di uno Stato Terzo (compresi Ministeri, organismi governativi e agenzie) nonché le imprese su cui i predetti soggetti pubblici esercitino "un controllo analogo a quello previsto dalla direttiva 2013/34/UE ai fini dell'obbligo di redazione del bilancio consolidato”.

Quali tipi di pagamenti sono inclusi?

"La presente Relazione comprende i pagamenti ai governi, in denaro e in natura, fatti dalla Capogruppo Eni SpA, dalle società controllate consolidate e dalle società proporzionalmente consolidate (joint operations) ai sensi degli IFRS. Per pagamenti si intende ogni importo in denaro o in natura versato nell’esercizio finanziario in relazione allo svolgimento delle attività che ricadono all’interno del perimetro della normativa. Per i pagamenti in denaro, il criterio di rilevazione è per cassa. Nel caso dei pagamenti in natura, regolati con la consegna del prodotto (diritti di produzione, tax oil e laddove applicabile le royalties), essi sono riportati secondo il criterio della competenza economica. I pagamenti in natura sono convertiti in equivalente valore monetario corrispondente al valore di mercato, secondo le regole stabilite dal relativo contratto minerario, e sono riportati in entrambe le configurazioni, volume e valore monetario".

Non si vuole entrare nel merito dell'operato dell'ENI in Egitto. Gli incrementi dei fondi sono pressoché dovuti all'incremento dell'attività di esplorazione, di ricerca e alle nuove scoperte, si presume. Quello che qui interessa è solo una questione. Su cui continuiamo a sollevare un costante interrogativo. Quindi, continuiamo a riproporlo. Ma in cosa consiste questa non piena potenzialità dei rapporti economici, commerciali, di business, geopolitici e quant'altro, tra Italia ed Egitto?

mb




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