mercoledì 25 giugno 2014 - Zag(c)

E un’altra tappa verso l’oligarchia è raggiunta

Nell’intervallo fra il primo ed il secondo tempo della figuraccia fatta dalla nazionale italiana di calcio, un’altra figuraccia, questa volta della democrazia, italiana si è profilata. Come era evidente per la prima, altrettanto evidente è stata per la seconda. L’allenatore per la prima è indiscutibilmente Prandelli, per la seconda è senz’altro Renzi e le sue ragazze pon pon (in senso lato), ma Calderoli e tutta la destra xenofoba e più reazionaria si contendono il titolo.

Che l’abolizione del Senato da parte del progetto renziano (ma di estrazione berlusconiana) non avesse nulla a che fare con la riduzione dei costi della politica era evidente, ma se ne è avuta conferma ora che il ceto politico si è messo d’accordo. Il Senato ci costa all’anno, tutto compreso, 541.500.000 euro (nell'anno 2013). Fin dall’inizio della sparata renziana tutti i mass media hanno messo a risparmio questi 500 milioni di euro. In realtà ora che il nuovo Senato diventa piu chiaro quello che si risparmia son solo 50 milioni. Cioè il compenso per i 319 senatori, perché tutto il resto, compreso, mensa, barbiere e tutto il nesso e connesso, resta invariato. Questa volta solo per i 100, tanti saranno i nominati d’eccellenza che occuperanno gli scranni. Ed è vero che non saranno compensati oltre che delle indennità che percepiscono in quanto consiglieri di comuni, regioni e provincie (per quelle che rimangono in vita), ma non come semplici consiglieri, ma equiparati a sindaci di città capoluogo, che non è lo stesso e saranno ricompensati per tutte le spese sopportate per il nuovo incarico e si continuerà, come è stato fin’ora, a forfait e non a piè di lista. Quindi di briciole sarà il risparmio, se alla fine dei conti ci sarà un risparmio. 
 
Ma non è questo il punto. Quanto ci costa in termini di democrazia e di rappresentatività del “popolo sovrano”questo ipotetico risparmio economico? E soprattutto, quanto di “casta” e di privilegi rimarrà per questo ceto della società? Intanto i suddetti saranno nominati fra i consiglieri regionali e comunali e quindi secondo la regola della rappresentanza indiretta. Cioè i rappresentanti per nomina, definiti tali da parte di un potere superiore, che eleggono altri rappresentanti i quali eleggono altri rappresentanti. E’ evidente che tutti questi saranno nominati se avranno certi requisiti. Non certo di critica, di autonomia, e di indipendenza di pensiero rispetto al potere dominante, ma di fedeltà e di sudditanza.
 
Alla fine, dei rappresentati cosa rimane? Del rapporto fra cittadino e istanza istituzionale cosa rimane? Assolutamente nulla ed è questo il vero fine della contro-riforma. D’altra parte, l’aver portato dalle attuali 50mila firme la possibilità di presentare legge di iniziative popolare a 300mila, vuol dire qualcosa o no? E l’aver dato l’immunità (cioè non potranno essere intercettati, ne essere messi agli arresti, dalle autorità giudiziaria, ne chiesta la perquisizione a convalida di prove giudiziarie, se non dietro l’assenso degli altri senatori) va nel senso di togliere privilegi o aumentarli? Cane non mangia cane, ricordate? E l’aver portato le materie di pertinenza prettamente locale al Senato va nel segno dell’autonomia locale (bandiera della Lega prima versione, oggi sostenitrice del centralismo) o dello statalismo accentratore ( visto come demonio dai leghisti, sempre della prima ora)?
 
Insomma tirando le somme si nota che: di risparmio sui costi della politica non vi è traccia e quei 50 milioni di risparmio sugli emolumenti attuali ai senatori saranno equivalenti se non aumentati. Di contro, si accentrerà in una sola Camera il potere legislativo e se mettiamo nel conto anche il sistema elettorale questo potere sarà composto solo di nominati eccellenti e appartenenti ad aeree o partiti omogenei, in quanto il sistema eliminerà tutte le minoranze e la rappresentatività di forze e aree sociali diverse e/o minoritarie. Esattamente il contrario del concetto democratico di natura liberale e borghese alla Alexis de Tocqueville, tanto per intenderci, ma più vicino al concetto di oligarchia deii pensatori borghesi liberali, tacciato come eresia e bocciato come il contrario della libertà e della democrazia politica e sociale.

Il paradigma renziano viene confermato. Si ammanta di sceneggiature e di immagini sognatrici, di voli pindarici per nascondere la vera natura delle sue intenzioni, che si rivela solo quando dalle parole si passano ai fatti. Ma ormai i giochi sono fatti. Le illusioni raggiunto il loro scopo. 

 



4 réactions


  • (---.---.---.170) 25 giugno 2014 14:23

    Finalmente qualcuno in più, fra i pochi, che denuncia la verità.

    Grazie.


  • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.86) 25 giugno 2014 15:29

    ti ringrazio. E’ un gran bel complimento


  • (---.---.---.245) 25 giugno 2014 19:39

    Girandole >

    Andando in Europa ogni volta RENZI ripete che “prima i programmi e poi le nomine”. Un criterio gestionale valido per ogni tipo di gruppo organizzato.

    STANAMENTE però, proprio RENZI non lo applica al suo modello di riforma del Senato. Secondo tale logica prima si dovrebbero definire in modo compiuto il ruolo ed i compiti da assegnare al nuovo Organismo. POI (di conseguenza) si dovrebbero individuare i soggetti meglio qualificati e le modalità operative della attività assembleare.

    Viceversa. RENZI ha piantato come pregiudiziale (paletti) la “non eleggibilità” dei futuri Senatori e l’assenza di ogni specifica “indennità”. Il tutto in nome di una “promessa” di abolire il bicameralismo, riducendo i costi della politica.

    OBIETTIVI parimenti perseguibili tramite altre formule alternative. MAGARI evitando la serie di obiezioni, distinguo e riserve via via suscitate e tutt’altro che risolte.

    La coerenza è il primo segnale del senso di responsabilità e credibilità di un soggetto. QUASI MAI si concilia con la voglia di “protagonismo”. Il tempo non cancella le Voci dentro l’Eclissi esempio di coerenza, impegno …


  • Zag(c) Zag(c) (---.---.---.86) 26 giugno 2014 10:42

    In realtà la mancanca di coerenza renziana da te sottolineata, è piu formale che sostanziale. Renzi è appoggiato dai grandi gruppi finanziari( leggi il viaggio alla City subito dopo la nomina a premier, organizzato dal suo amico e sostenitore Davide Serra)ed è fautore del neoliberismo da sempre. Le "riforme" contrabbandate con mille trucchi di tipo elettoralistici, o mediatici, con le sue smorfie durante i comizi e le conferenze stampa di mussoliniana memoria sono solo lo specchietto dietro cui nasconde il vero nocciolo della trasformazione della società italiana. Da una democrazia , suppur formale, zoppicante quanto si vuole, ad una oligarchia decisa e organizzata dalla Troika. Ora a chi fa schifo questo tipo di trasformazione non resta che smascherare gli orpelli retorici e le eloquenzie dialettiche sperando che il "popolo bue" possa avewre un sussulto di dignità. 

    Piu con la speranza della passione che con il pessimismo della ragione.. 

Lasciare un commento