mercoledì 15 luglio 2020 - Osservatorio Globalizzazione

Discorso sulla fiducia

L’ultimo rapporto “Edelman Trust Barometer” (2020), mostra come per la maggioranza della popolazione mondiale (l’83%) non laureata e con un reddito basso la sfiducia nei media e nei governi sia cresciuta nell’ultimo anno.

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La convivenza civile e l’ordine nella società si basano su regole condivise e accettate che sono tenute insieme dalla fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni le quali attraverso una serie di norme garantiscono la pace sociale in presenza di conflitti o di interessi contrapposti. La fiducia è quindi l’ingranaggio indispensabile al funzionamento della società.

Affinché si possa sviluppare fiducia sono necessarie alcune condizioni: la familiarità verso l’accesso alle istituzioni e una buona scolarizzazione; una condotta con motivazioni identificabili e che abbiano un impatto (ovvero la sensazione di poter fare la differenza); la garanzia che i cittadini avranno la possibilità di avere risposte ai problemi; la possibilità di imputare la colpa a qualcuno qualora la fiducia sia mal riposta; la conoscenza delle strutture sociali condivise con gli altri (si devono poter ottenere informazioni sul sistema al quale si concede fiducia).

Negli ultimi anni gli scandali politici sono stati all’ordine del giorno, ben evidenziati dai media, infatti le brutte notizie hanno un valore in termine di intrattenimento, amplificando i fenomeni e contribuiscono alla perdita di fiducia. In passato questo accadeva in maniera molto limitata perché gli scandali non sempre raggiungevano il grande pubblico, che ne rimaneva inconsapevole.

A tutto questo potremmo aggiungere anche la sfiducia più recente nel mondo scientifico, che si è aggravata a seguito dei recenti dibattiti sul Covid-19 da parte di esperti sanitari che non hanno fatto altro che aumentare il disagio, la confusione e l’incomprensione dei fenomeni che stiamo attraversando in un momento storico molto difficile.

Se la sfiducia nelle istituzioni è un sentimento che sottotraccia accompagna sempre le società, anche le più evolute e democratiche, si potrebbe infatti sostenere che è fisiologica una certa percentuale di insoddisfazione, la sfiducia nella scienza invece è più recente nei numeri attuali, forse causata anche dai recenti insuccessi nella cura del Covid-19 e dalle continue presenze sui media degli esperti che hanno presentato le tesi più disparate in un delirio di opinioni, soluzioni e previsioni incuranti dell’effetto di un tale battage mediatico sull’opinione pubblica nel pieno della crisi sanitaria globale con migliaia di morti.

Quando la fiducia viene meno per la perdita di credibilità nelle istituzioni, causata principalmente dal sistema capitalistico avanzato, diminuisce la partecipazione politica e inizia a prevalere un sentimento di insicurezza e di fallimento che scivola come negli Stati Uniti nelle proteste contro le diseguaglianze di opportunità e di reddito.

Ne consegue che i metodi utilizzati fino ad oggi dai molti attori a livello mondiale per garantire stabilità, innovazione e fiducia nel sistema al crescere della complessità delle società hanno bisogno di una revisione, un aggiustamento necessario a comprendere le recenti proteste globali, le crescenti aspettative e le motivazione della perdita di credibilità.

La costruzione sociale della fiducia tra i cittadini e le istituzioni comporta anzitutto l’esigenza di affrontare le criticità delle condizioni che inibiscono la fiducia, il che significa ridurre le distanze tra le posizioni divergenti e tra i cittadini e le istituzioni, sospendere i giudizi ed avviare un processo di decostruzione delle forme di sapere precostituito.

In altre parole serve puntare sulla promozione della partecipazione attiva nel processo decisionale per accrescere nelle persone la sensazione di poter fare la differenza attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà, ovvero favorendo l’iniziativa autonoma dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale. In questo senso il ripristino dell’educazione civica nelle scuole va nella direzione giusta. Va implementata comunque con sostegni e maggiori incentivi al sistema scolastico che non deve essere finalizzato unicamente alla educazione professionale ma alla qualità ed efficacia dell’istruzione, della formazione del pensiero, soprattutto critico, e deve promuovere l’equità, la coesione sociale, la cittadinanza attiva.

La fiducia come aspettativa positiva e generalizzata verso determinate istituzioni sociali o determinate regole in ultima analisi va costruita nel tempo attraverso la promozione della cultura scolastica, la comunicazione, la divulgazione di informazioni comprensibili e non a senso unico ma aperte al dialogo, per raggiungere nel tempo il prodotto di un consenso diffuso.

La fiducia nasce e si mantiene sulla partecipazione, sulla conoscenza e sulle puntuali risposte ai problemi così che venga valorizzato l’apparato pubblico e democratico evitando alle istituzioni di interpretare l’immortale massima del Marchese del Grillo “ io sono io e voi non siete un….”.




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