venerdì 9 novembre 2018 - Yvan Rettore

Disastro in Veneto: è colpa anche (e soprattutto) dell’uomo

Ho origini venete e cadorine e dopo pochi anni confesso che fa veramente male essere costretto ad assistere nuovamente al ripetersi di una situazione che speravo non dover mai più rivedere. E stavolta è andata anche peggio!

Sì, perché al di là del fenomeno meteorologico assolutamente imprevedibile e di rara violenza che si è abbattuto sul Nordest, anche stavolta non si possono non riscontrare le responsabilità dell'uomo nell'amplificazione del disastro.
 
Cominciamo dalla montagna, da quelle splendide cime rosa conosciute in tutto il mondo come "Dolomiti" e che fanno giustamente parte del Patrimonio Unesco. Ebbene, nessuno rivela che dal dopoguerra in poi si sono sradicati decine di migliaia di alberi per fare piste da sci, favorendo quindi una fragilità ulteriore di un territorio già di per sé estremamente franoso e soggetto a valanghe. 
 
Certo, si dirà che quelle valli non possono vivere senza turismo, però tale operazione andava svolta in modo più oculato e attento all'ambiente e al territorio. Ma un problema analogo esiste paradossalmente anche laddove ci sono (o c'erano) ancora sterminate distese di selve. 
Ebbene, sopratutto in Cadore, sono ormai decenni che non si puliscono più i boschi e non si tagliano più i manti erbosi. E non facendolo quali sono le conseguenze?
 
Accade che sterpaglie e erbacce soffocano il terreno circostante gli alberi rendendo più vulnerabili le radici degli stessi e impedendo quindi loro di rinforzarsi in un suolo prevalentemente costituito da rocce e argilla. Anche nella pianura veneta (una volta chiamata "campagna", oggi potremo dire "distesa cementificata veneta"), l'uomo del nuovo millennio è riuscito a dare il peggio di sé! Si sono interrati diverse centinaia di fossi e quelli rimanenti spesso manco si puliscono più, con la conseguenza che fiumi dal letto ristretto come il Bacchiglione straripano quasi ad ogni pioggia. 
 
Poi mettici la cementificazione selvaggia (tanto ai comuni bastava e basta fare cassa con le autorizzazioni a costruire dovunque e comunque) che si è tradotta nella realizzazione di case e capannoni (di cui oggi parecchi sono vuoti) vicino ai corsi d'acqua (spesso senza manco un argine di protezione) e il quadro della situazione appare completo. Gli eventi climatici disastrosi sono sempre esistiti, anche molto estremi. 
 
Quindi non si può imputare tutto al clima e alle sue anomalie (solo in parte causate dall'uomo, perché le spiegazioni a riguardo rimangono in gran parte lacunari) perché nel caso specifico, le responsabilità dell'uomo ci stanno tutte. 
E nel caso del Veneto e più in generale dell'Italia intera, direi come al solito. 
Purtroppo.
 
Yvan Rettore​
 


1 réactions


  • Un italiano (---.---.---.101) 9 novembre 2018 14:07

    Assolutamente d’accordo!


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