lunedì 6 settembre 2010 - Martino Ferrari

Destra e sinistra al tempo di Fini

Il discorso di Fini a Mirabello cambia completamente le cose. Nasce una nuova destra? O forse è meglio dire che nasce una vera destra?

Efficace. E’ stata questa la prima parola che mi è venuta in mente dopo aver ascoltato il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello (grazie allo speciale del TG la7; Mentana può piacere o non piacere, ma non si può dire che non sappia stare sulla notizia). L’ex leader di An ha spaziato su molti temi: l’economia, la legalità, il potere, la giustizia, i recenti attacchi subiti dal “Giornale”. E l’impressione che se ne trae è di uno smarcamento completo dal suo ex alleato Berlusconi. Le vedute sono troppo diverse e troppo distanti. O almeno così sembra.

Fini parla per più di un’ora, e non risparmia stoccate a nessun ingrediente del berlusconismo: spara a zero sulla visita di Gheddafi, sulla gestione padronale ed aziendalistica del partito di maggioranza e parla addirittura del conflitto d’interessi. Dal palco, il Presidente della Camera difende il Capo dello Stato, i precari della scuola e la magistratura (troppo per Berlusconi, che probabilmente in quel momento avrà lanciato maledizioni a ripetizione contro il traditore). Insomma, si può dire che proponga una nuova destra, o meglio una vera destra.

Personalmente, sono contento della (possibile) nascita di un nuovo e vero partito di destra. Ne sono contento perché in Italia sono anni ormai che le categorie “destra” e “sinistra” non esistono più. Intendiamoci, esistono tra la gente, negli atteggiamenti che le persone hanno nei confronti di questa o quella questione, nel loro modo di pensare e di agire. Ma non esistono nella classe politica.

Chi dovrebbe rappresentare la destra non fa che rincorrere l’impunità totale per il capo e per i suoi pards creandosi delle leggi personali e personalizzate, delegittimare la magistratura, zittire l’informazione (solo per dirne alcune). Dove sono i valori che dovrebbero essere intrinseci ad una destra sana? Intanto chi dovrebbe rappresentare la sinistra non è mai stato così lontano dai lavoratori, dalla base sociale del Paese e dalle novità di cui una left wing dovrebbe essere sempre portatrice, andando a rimorchio dell’altra parte.

Non esistono più destra e sinistra, perché tutto si è risolto nel berlusconismo e nell’antiberlusconismo. Tutte le discussioni sono monopolizzate dai problemi giudiziari di Berlusconi, dal conflitto di interessi di Berlusconi, dagli scandalosi comportamenti di Berlusconi. Per questo spero fortemente che Fini crei il suo partito. Se davvero si occuperà delle cose che ha detto (e questo è tutto da vedere), costringerà anche il PD ad andargli dietro. E quindi forse vedremo rinascere una sinistra vera, e quindi una dialettica vera.

Detto tutto questo, ha ragione Di Pietro quando dice (a TG La7) “Fini ha detto quello che io ripeto tutti i giorni da tempo, e non faccia il furbo, perché ha detto quelle cose su Berlusconi, però gli vota la fiducia e non esce dalla maggioranza. Sia coerente”. E’ assolutamente vero. Ma penso che il Presidente della Camera meriti una possibilità. Perché è vero che da sedici anni sta a rimorchio dell’uomo che oggi critica aspramente e che poteva accorgersi prima di chi aveva a fianco. Però il modo in cui ora si smarca, le sue parole, le sue promesse sono gonfie di voglia di riscatto, di novità, di orgoglio. Penso che Fini voglia davvero proporre qualcosa di diverso.

Mi auguro di non essere smentito, e che prima o poi Fini sfiduci Berlusconi. E, soprattutto, che alle parole seguano i fatti.



3 réactions


  • pv21 (---.---.---.131) 6 settembre 2010 18:59

    Si può non essere d’accordo con Fini e le sue proposte. Quello su cui riflettere è il tentativo di ridare "dignità" alla politica. Smettere di demonizzare il nemico, di ridicolizzare idee/proposte dell’avversario e di "infangare" il confronto democratico. La "dignità" della politica si misura sulla capacità di perseguire l’interesse ed il bene collettivo. Basta con quella Febbre del Tribuno che, come la storia insegna, cerca sempre di imporre le sue regole ed i suoi interessi. Basta con la caccia al Consenso SURROGATO di chi ha fede ed è sensibile all’imprinting mediatico ... 


  • Ambrogio Ercoli (---.---.---.91) 7 settembre 2010 07:24

    Perchè non riesco ad entusiasmarmi per la virata di Fini? Tutti i "ma" che vengono citati nell’articolo li trovo giusti (ritardo di 16 anni nell’accorgersi di chi èBerlusconi, appoggio incondizionato ai vari governi, ecc): il problema è che non si può prescidere da quei "ma". Salvo folgorazioni sulla via di Damasco non credo che cambierà nulla, temo che sia l’ennesima trovata pre-elettorale per ricavarsi un posticino nel post-berlusconismo che prima o poi verrà.
    A.


  • Martino Ferrari Martino Ferrari (---.---.---.133) 7 settembre 2010 10:24

    Il rischio che sia effettivamente così, ovvero che Fini voglia ritagliarsi un posto per il futuro, c’è ed è concreto. Però penso che in questo momento si meriti un po’ di fiducia. Banalmente, "meglio tardi che mai". Se alle parole poi non dovessero seguire i fatti, avremo l’ennesimo politico che parla ma non agisce. Speriamo non sia così.


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