martedì 2 aprile - Riccardo Noury - Amnesty International

Delegazione Ue in Egitto, accordo-premio per al-Sisi?

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in Egitto insieme alla prima ministra italiana Giorgia Meloni, al primo ministro belga Alexander De Croo, al cancelliere austriaco Karl Nehammer e al primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, per portare avanti i negoziati con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi riguardanti, tra l’altro, un pacchetto di 7,4 miliardi di euro offerti dall’Unione europea in finanziamenti e prestiti fino alla fine del 2027.

Nell’ambito dell’Accordo strategico, ci si aspetta che l’Unione europea e l’Egitto negozino gli investimenti dell’Unione europea stessa nella gestione delle frontiere, compresa la fornitura di attrezzature e aiuti alle autorità egiziane per il controllo delle frontiere e per prevenire le partenze.

I leader dell’Unione europea cercano costantemente di rafforzare i loro legami con l’Egitto ma, in questo modo, rischiano di diventare complici delle gravi violazioni dei diritti umani in corso nel paese. Giornalisti e difensori dei diritti umani continuano ad andare incontro ad arresti, censura, divieti di viaggio, congelamento di beni e altre forme di persecuzione. Il tutto nel bel mezzo di un’implacabile repressione di ogni forma di dissenso, come ha sottolineato Amnesty International alla vigilia della partenza della delegazione.

Migliaia di persone languono ingiustamente dietro le sbarre, in condizioni orribili, solamente per aver esercitato i propri diritti umani o a seguito di processi gravemente iniqui. Centinaia di condanne a morte continuano a essere emesse ogni anno, mentre proseguono ad essere diffusi impunemente sparizioni forzate, torture e altri maltrattamenti.

L’organizzazione per i diritti umani è tornata a chiedere all’Unione europea di chiedere all’Egitto la fine della censura nei confronti della stampa e altre delle altre restrizioni alla libertà di espressione, la fine della repressione ai danni della società civile e la scarcerazione di tutte le persone detenute arbitrariamente per aver pacificamente esercitato i loro diritti.




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