giovedì 25 novembre 2010 - Martino Ferrari

Dalla parte degli studenti

La violenza non è mai la risposta. Anzi, come diceva qualcuno, la violenza è il rifugio della mancanza di idee. Ma quanto è successo ieri (24 novembre) a Roma tra studenti e poliziotti è stato qualcosa di diverso.

Derubricare il tutto a “violenza” non è sufficiente. E sbaglia chi parla solo di atti di violenza, di accadimenti molto gravi che non devono ripetersi.

Ripetiamolo, a scanso di equivoci: essere violenti non porta mai a nulla di buono. Ma come chiamare una riforma che, nascosta dietro agli spot della maggioranza che la dipingono come strumento per l'introduzione alla meritocrazia, priva gli studenti del diritto allo studio e alla ricerca? Non è forse violenza questa? Non è violenza vedere tutti i giorni politici di ogni colore che dibattono sul nulla o che raccontano menzogne a raffica, e non avere mai la possibilità di contraddirli, di smentirli, di farsi sentire? I manifestanti hanno lanciato uova contro Palazzo Madama ed hanno cercato di entrarvi. Sono immagini che colpiscono e fanno riflettere. Ed è questa la loro forza. Infatti, la realtà è che i cittadini, specie quelli più deboli, quelli cioè dei quali questo governo maggiormente si disinteressa (studenti, professori, poveri, operai, lavoratori con stipendi bassi, ecc.), non hanno mai la possibilità di far sentire la loro voce. E intanto stanno a guardare.

Osservano la spazzatura accumularsi per le strade e le malattie che ne derivano serpeggiare nelle città; guardano il governo che nega loro il diritto ad assegnare il cinque per mille a chi preferiscono; vedono un terzo dei giovani senza lavoro che devono chiedere aiuto ai genitori; sentono il rumore delle rovine di Pompei che crollano. E devono sopportare.

I giovani, tuttavia, a volte nutrono ancora qualche speranza. Aspettano, sperando di poter avere un minuto per rispondere, per rompere le sbarre che ci circondano, fatte di falsità. Ma quando vedono che vengono aggredite scuola e università, ovvero le loro possibilità di avere un futuro, decidono di prendere in mano la situazione. E per farsi vedere, per esprimere il loro dissenso, manifestano e protestano.

Come studente universitario, li capisco. E sono d'accordo. Provare ad entrare in Senato e lanciare uova contro quel palazzo sono azioni simboliche. Vogliono esprimere tutta la lontananza di una politica inutile e spesso anche dannosa. Vogliono far emergere il disagio totale che proviamo, anche in modo eclatante e probabilmente sopra le righe.

Non sottovalutino questi segnali i signori politici. Dire, come ha fatto il ministro Gelmini, che “alcuni studenti vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra” vuol dire non avere capito nulla.

Non ci sono parti politiche. Non ci sono colori, giochi di potere. Si protesta e si combatte per un diritto che dovrebbe essere elementare e che è universalmente riconosciuto (Obama ha stanziato un miliardo di dollari per la riforma della scuola). Non si può ridurre tutto alla dimensione dello scontro politico, considerare dell'altra parte chiunque protesti contro qualche provvedimento governativo. E' infantile, pericoloso e inutile.

Stiano attenti quei politici. Oggi provano ad entrare gli studenti. Domani potrebbero essere i cassintegrati, gli aquilani, i napoletani e così via. In un crescendo difficile da arginare.



2 réactions


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.186) 25 novembre 2010 11:12


    Affamare i vecchi e i giovani non è violenza?

    Rubare il futuro dei giovani non è violenza?

    Togliere il dirittto di scelta di senatori e deputati non è violenza?

    Sarebbe interessante vedere i pensionati e gli studenti (che non hanno l’obbligo di lavorare) occupare il centro di Roma e impedire a questi Parlamentari del nostro stivale di entrare nelle due camere per fare i loro affari...

    Qui se non verranno le dimissioni e non si vede gente nuovo si rischia uno scontro civile...

    Ma questa molto probabilmente è fantapolitica...


  • Martino Ferrari Martino Ferrari (---.---.---.157) 25 novembre 2010 12:03

    Concordo in pieno.


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