venerdì 20 agosto 2010 - Giovanni Maria Sini

Da "sinistra" a "destra" e viceversa: deberlusconizzare la politica

Cos’è l’antiberlusconismo odierno? (etimo - non a caso - di medesima origine berlusconiana, cioè proveniente dalla stessa casa di produzione).

E’ la condanna definitiva e senza appello - per l’entità del grave tradimento allo spirito liberale e la sua piena adesione ai retaggi del passato che non passa - a una politica, non solo delle leggi per questioni personali, ma del legiferare sotto "dettatura del potere".

E’ l’accantonamento della personalizzazione nella politica, senza sostituirla con altri personalismi, che si è via via trasfigurata nell’impoliticità.

E’ il no al disprezzo per le intelligenze, per la cultura, per il pensiero distinto e distante dalla massificazione della società.

E’ la caduta della linea del confine forzista, pervaso da ideoligizzazione forzata, che ora si apre ad un’era post-ideologica, da cui potrebbe nascere un rinnovamento capace di mantenere nel tempo la sua modernità e la sua adeguatezza alle aspettative di una società (assetata e affamata) che questo invoca da tempo.

E’ la politica di chi si dissocia dal gusto dell’effimero e miserrimo propagandismo da crociata, dell’uomo medio e della medietà mediata ed amplificata dai media.

Sono gli occhi e la percezione, non più narcotizzati e resi ciechi, sordi ed afoni, che si spalancano davanti alla maschera, inceronata o meno, che si strappa e oramai disvela come "ab uno disce omnis" (da uno capisci come sono tutti).

E’ il distinguo del sé dagli altri, il rendersi totalmente estraneo alla piaggeria, a coloro sempre pron(t)i a obbedire, alla mortificazione dell’io che, in un’assoluta perdita d’identità e di dignità personale, si affida ad un mediocre.

E’ la presa di coscienza di un’Italia e di ciascun cittadino che rivendichi il diritto di cittadinanza e partecipazione attiva, che non merita tanta bassezza, quest’incessante decadimento sociale, economico, politico e culturale.

E’ la ribellione davanti all’"ovvio dei popoli" (sia esso di matrice berlusconiana o regional-leghista), agli slogans, all’illecito legalizzato, alla normalizzazione dell’anormalità.

E’ l’impeto di chi non è più disposto all’arrendevolezza, di chi non si rassegna al "tutti colpevoli, nessun colpevole", di chi prova ribrezzo e schifo per il marciume dilagante, qualsiasi sia il colore o la collocazione.

E’ l’Italia, quell’altra parte (che s’allarga) e che risulta ostile a chi ha visione solo della gigantografia del suo ego (con o senza "ismo").

E’ il diluvio che spazzerà via il becerume, la rozzezza, la mediocrità, l’improvvisazione clownesca.

E’ la richiesta di chi chiede serietà, competenza, affidabilità e capacità ad una politica, che si renda interprete dei desideri e delle necessità del paese reale.

E’ l’ultima chiamata (quasi una preghiera) alla responsabilità, al senso dello Stato, alla salvaguardia delle Istituzioni e dell’integrità morale e politica dell’Italia.

E’ l’autostima di chi non si assoggetta alla logica dell’esser famiglio di qualcuno, che si sottrae al clientelismo, al nepotismo, all’affarismo e alla mercificazione.

E’ la sfida a chi ha tirato troppo a lungo la corda.

E’ l’Italia normale che auspichiamo.

E’ la rivendicazione del pieno diritto ad indignarsi e immaginare possa esistere di meglio, rispetto all’impoliticità di un navigato politico e (im)prenditore, nei cui confronti deve esistere la libertà di opporsi e dissentire, in un paese ancora e sempre democratico. 

E’ l’esistenza di un comune sentire – che poi si traduce in comune buonsenso – della cosiddetta “destra” e della cosiddetta “sinistra”: la politica come passione e impegno civile.

Viva l’Italia libera dagli interessi e dagli interessati.



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.164) 20 agosto 2010 12:29

    Fallito il penoso tentativo di "infangare" il Presidente Camera e caduto il maldestro tentativo di "condizionare" le prerogative del Presidente Repubblica non resta che il Partito dell’Amore. Al Cavaliere non resta che appellarsi al Consenso SURROGATO di chi ha avuto fede e ottimismo. La storia insegna che la Febbre del Tribuno può portare ad esiti davvero inaspettati ...


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