lunedì 31 dicembre 2012 - Emanuele Arzà

Da oggi sono con le donne indiane

Si è parlato molto, anche troppo per i miei gusti, del parroco di San Terenzo che avrebbe affisso la locandina femminicida. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere e non intendo dargli ulteriore importanza. Immagino che il suo scopo principale sia stato abbondantemente raggiunto: quello di essere sulla bocca di tutti come portatore di una sola verità. Manco ai tempi della caccia alle streghe ed alle crociate per salvare Gerusalemme. Pur essendo in vacanza a 400 km circa, sono stato solidale e presente con il pensiero alla manifestazione di protesta organizzata dal comitato spezzino di "Se non ora, quando" tenutasi sabato pomeriggio a San Terenzo.

Ora vorrei parlare di altro: un argomento più serio diventato attuale in questi giorni, tanto per rimanere a tema. Il mio pensiero va alla condizione delle donne indiane. Nascere donna in India, ancora oggi, equivale ad una condanna a morte: parliamo di una società di tipo patriarcale che priva le donne di ogni diritto e persino della dignità di esseri umani. Il loro destino è legato all'usanza della dote che rappresenta tuttora la strada per garantirsi il reddito per intere famiglie: un figlio maschio, per assicurarsi una rendita a vita grazie alla nuora.

Leggete questi articoli per credere:

India, in fin di vita ragazza stuprata da branco, Sonia Gandhi: "Nostri pensieri sono con lei"

Direi che il materiale è sufficiente per farsi un'idea: non bastasse, Internet è una miniera di informazioni. Basta cercare e documentarsi.

Altro che perdere tempo con quel parroco...

Foto via



2 réactions


  • (---.---.---.52) 31 dicembre 2012 12:13

    Ben detto Emanuele, questo dimostra quanta poca roba sono quelli che abboccano a certe "provocazioni".


  • (---.---.---.206) 25 febbraio 2013 18:28

    ok 6 forte!


Lasciare un commento