venerdì 23 marzo 2012 - Redazione

DOSSIER - Nuovo Articolo 18: licenziamenti facili o più opportunità per i giovani?

La riforma del mercato del lavoro del Governo Monti fa discutere. Da una parte ci sono gli imprenditori, felici di aver meno vincoli legislativi. Dall'altra i lavoratori che perderanno il diritto al reintegro sul posto di lavoro in caso di "assenza di giusta causa". In mezzo, invece, ci sono i sindacati e i partiti. La CGIL ha annunciato mobilitazioni; CISL e UIL sembrano apprezzare la linea della Fornero. La sinistra radicale alza baricate (e propone una petizione popolare); nel Partito Democratico, invece, è in atto un'autentica faida interna tra Bersani e Letta. In questo Dossier di AgoraVox cerchiamo di vederci chiaro.



2 réactions


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.4) 23 marzo 2012 10:52

    Staremo a vedere gli effetti pratici all’italiana di norme scritte in buona fede fino a un certo punto... Comunque i nuovi ammortizzatori sociali, ancora di salvezza per giovani alle prime armi e per ultracinquantenni e anziani vicino alla pensione non si sono ancora visti.

    E la priorità era quella... Ma non parliamo di priorità agli italiani, una popolazione di ex santi e di ex pregatori che credono ancora ai miracoli e che spesso non vedo i problemi neppure quando si trasformano in montagne di rifiuti in mezzo alle strade e in decenni di attesa per avere una sentenza in tribunale.

    In ogni caso quasi tutto il mondo sta diventando una squallida arena dove regnano i mercimoni più squallidi e la dignità e il rispetto umano sono finiti al campo di concentramento.


  • pv21 (---.---.---.199) 23 marzo 2012 20:05

    Convinzioni e dubbi >

    Napolitano è convinto che quella del mercato del lavoro “era una riforma da fare” e che la modifica dell’art.18 non è all’origine del “crollo” di determinate attività produttive, delle “crisi” aziendali e del tasso di disoccupazione.
    Come è convinto che “bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti, nuovi sviluppi e nuove iniziative”.
    Come dargli torto?
    C’è poi il suo convinto auspicio che la “discussione in Parlamento” porti a un risultato di cui si possano riconoscere “meriti e validità”.
    Inoltre Napolitano, come Presidente della Repubblica, non può permettersi di dubitare che la riforma dell’art.18 possa “aprire la strada a licenziamenti facili”.

    D’accordo. Non svaniscono però tutti i dubbi.
    Con la proposta di Monti, a differenza dei licenziamenti discriminatori o disciplinari, a fronte di presunti/opinabili motivi economici il giudice non potrà annullare l’atto “non giustificato”, ma soltanto indennizzare la vittima del “sopruso”.
    Questo con buona pace di quella “eguaglianza davanti alla legge” sancita dalla Costituzione (art.3)?
    Una volta escluso il reintegro, “indennizzare” il taglio di unità di lavoro è solo un calcolo costo/benefici.
    Escluso il reintegro, anche il rapporto a tempo indeterminato di fatto diventa un contratto “a scadenza”.

    E’ “facile” pronosticare che “facile” bersaglio saranno i lavoratori “problematici” e/o “marginali”, magari ultra cinquantenni.
    Tutta la “realtà” della vita non è mai spettacolo da teatrino di Pantomima e Rimpiattino


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