venerdì 23 agosto 2019 - Gerardo Lisco

Crisi di governo: che fare?

Dopo i quattordici mesi di governo, nonostante gli attacchi spesso gratuiti, dei media main stream è emersa incontrovertibilmente la figura di statista del prof. Conte, e non poteva essere altrimenti. Il quadro politico italiano è tale che sarà impossibile fare a meno del prof. Conte e del M5S e questo sia in caso di elezioni anticipate che di prosecuzione della legislatura con un’altra maggioranza. 

Come succede già da tempo i governi, e non solo quello italiano nascono non solo ad opera dei soggetti politici che agiscono nel Paese ma anche a livello di UE. Se la von der Leyen fosse stata eletta Presidente della Commissione UE con il sostegno dei partiti liberal – nazionalisti come la Lega gli scenari italiani sarebbero stati diversi.

Conte ha dimostrato di essere affidabile ed in più ha traghettato il M5S, che resta una forza politica populista e post ideologica, nell’ambito delle forse politiche che governano questa UE. Solo partendo da questo dato è possibile ragionare sui possibili scenari che si sono aperti con la crisi di Governo voluta da Salvini. A parte il M5S, i possibili partner di governo sono il PD e LeU. Su Liberi e uguali c’è poco da dire, è solo un gruppo parlamentare e non un partito, aveva manifetato la disponibilità a sostenere un governo con il M5S già lo scorso anno, allora non se ne fece nulla perché i numeri risicati di LeU rendevano impossibile qualsiasi tentativo senza il PD. La questione riguarda il PD. La crisi di governo ha messo a nudo la mancanza di proposta politica del PD e i limiti di Zingaretti. Fino ad ora il PD è stato tenuto insieme dal ruolo di opposizione che si è ritagliato. 

La questione dell’accordo con il M5S, a partire dal no a un Conte bis, riguarda il conflitto interno del PD. Renzi ha bruciato sul tempo Zingaretti dichiarando l’apertura al governo con il M5S e lasciando addirittura intendere di essere disponibile a un nuovo governo Conte. Zingaretti di contro apre solo a condizione che il M5S faccia marcia indietro su quanto fatto in questi 14 mesi mettendo il veto a Conte. Sarebbe molto facile al M5S chiedere a Zingaretti di far marcia indietro su quanto fatto nella passata legislatura a partire dal Jobs Act, smontato dalla magistratura del lavoro, fino al regionalismo differenziato con l’accordo sottoscritto da Gentiloni con Lombardia e Veneto. Messa così la questione appare impossibile trovre una nuova maggioranza di governo, per cui non restano che le elezioni politiche anticipate. Se la partita si giocasse tutta in ambito nazionale questo sarebbe l’unico scenario possibile e invece così non è. L’establishment italiano, come provano le dichiarazioni di Prodi a proposito del governo Ursula, spinge per un accordo con un governo che duri l’intera legislatura. L’idea di un governo Ursula al quale lavoro Renzi anche se con meno convinzione di Prodi ha il solo scopo di riequilibrare i rapporti di forza in numero di parlamentari rispetto al M5S e a Conte. Oggi Conte e il M5S sono la forza politica più affidabile rispetto all’Unione Europea. Il PD questo dato non può ignorarlo per cui deve solo vedere come risolvere le questioni interne. Il PD è destinato a dividersi. Renzi attuerà una scissione sia nel caso di un governo con il M5S che nel caso di elezioni politiche anticipate. Nel primo caso lo farà per giocare una partita autonoma rispetto al governo, nel secondo caso lo farà perché è certo che Zingaretti ridimensionerà il numero dei parlamentari di sua fiducia. Al di là delle chiacchiere di Zingaretti, il Pd in caso di elezioni politiche anticipate può dimenticarsi di arrivare secondo accreditandosi come l’alternativa alla Lega di Salvini. In caso di elezioni politiche anticipate lo scontro sarà tra Salvini e Conte.

C’è da riflettere su un altro dato ancora e cioè sul ruolo che il Presidente della Repubblica vorrà svolgere. Non bisogna dimenticare che a sostenere Conte sono stati il M5S e il partito di Mattarella.

La domanda è il Presidente Mattarella si lascerà sfuggire l’occasione di tenere in piedi Conte? Penso proprio di no. Uno scenario possibile potrebbe esere che il PD, ossia Zingaretti, porrà questioni tali che il M5S non potrà che rifiutare. In questo caso Mattarella avrà come alternative lo scioglimento delle Camere o un governo del Presidente che si presenta alle Camere per chiedere la fiducia con un programma ben definito, il che non vuol dire che sarebbe un governo a termine. Chi potrebbe essere l’incaricato di Mattarella? Perché non incaricare di nuovo Conte, grazie alla credibilità che ha guadagnato a livello di opinione pubblica e di istituzioni UE. Chi voterebbe questo governo in Parlamento? Gli scenari sono più di uno. Essendo un governo istituzionale con un programma chiaro e noto, Conte lo ha enunciato nella seconda parte del suo discorso di ieri, è una sfida non al parlamento ma ai partiti in primo luogo al PD. Voglio vedere Zingaretti dire ai parlamentari PD di non dare il sostegno al Governo Conte con le pressioni che avrà a livello europeo e nazionale. La mia impressione è che in questa ipotesi la stessa Lega potrebbe farsi di nuovo avanti e lo farebbe saldando il conto a Salvini. Giorgetti è stato fin troppo chiaro. Passiamo ad analizzare ora lo scenario delle elezioni politiche anticipate. Come dicevo lo scontro sarà tra Conte e Salvini. Il PD di Zingaretti farà da comparsa. Renzi uscirà fuori e giocherà una partita in autonomia ponendosi al centro dello schieramento rendendosi disponibile per il dopo elezioni. I sondaggi danno la Lega vincente omettendo l’altissima percentuale di indecisi ed è questo dato che farà vincere o perdere. Al senato ieri abbiamo visto il primo confronto televisivo tra Conte e Salvini. Non c’è storia. Non dimenticatevi il confronto Prodi – Berlusconi. Quando Prodi tirò fuori la copertina del Financial Time dedicata a lui liquidò Berlusconi. Cosa potrà mai mettere fuori Salvini contro Conte? 

Gli indecisi faranno pendere l’ago della bilancia a favore di uno o dell’altro. Tra i due chi è più rassicurante? Conte o il Ministro della paura? Il M5S non si presenterà da solo ma in una coalizione guidata da Conte. Salvini in coalizione, forse, con la Meloni. Forza Italia e la lista di Renzi sottrarranno voti non alla coalizione di Conte ma a Pd e Lega. Con il sistema elettorale in essere, il governo si formerà di nuovo in parlamento e non è detto che la coalizione vincente possa essere quella guidata dalla Lega. In conclusione se questi sono gli scenari l’unica soluzione praticabile, proprio per Zingaretti e Renzi, è formare un governo con il M5S che duri l’intera legislatura. 

La Lega, dopo la pessima figura del suo leader ieri, aprirà una riflessione franca nel proprio interno. Un governo con Renzi e Zingaretti non sarà affatto deleterio per il M5S. Sicuramente non prenderà i voti delle politiche del 2018 ma continuerà ad essere il primo partito in parlamento con un potere di coalizione non indifferente. Anche per il M5S conterà molto la durata del Governo e le politiche che verranno fatte. Conte ha delineato il nuovo programma di Governo e su quella base verrà costruita la nuova maggioranza. 



1 réactions


  • Enzo Salvà Enzo Salvà (---.---.---.64) 23 agosto 2019 16:07

    Tante parole, tante fantasie tattiche, tante critiche e peana, non so quanto aderenti alla realtà. Io se guardo agli ultimi 14 mesi mi dico, povero il mio Paese ! veramente lo dico a tanto tempo ed invece il declino è costante.

    Abbiamo messo sul piedistallo un sacco di persone in questi anni, abbiamo udito e dato fiducia a tanti, abbiamo sempre dimenticato di verificare la differenza tra le parole dette ieri ed i risultati di oggi. 

    Abbiamo abbattuto idoli non perché lo meritassero ma perché ci siamo innamorati d’altro: forza del marketing e della moda, 

    Le riporto un breve passaggio di un’intervista:

    Da Huffintonfpost.it del 17.08.19 De Angelis intervista Emanuele Macaluso (già dirigente PCI)

    (Huff) Dice Bettini, e non solo lui: non dura qualche mese, ma va fatto un patto politico di legislatura.

    (Macaluso) Amico mio, qui non stiamo mica al Consiglio comunale di Roma. Hai mai sentito che, quando nasce un Governo, si dice che “nasce per tre mesi”? Tutti dicono che durerà una legislatura. Poi arrivano le pene quotidiane. Ricordo che Di Maio e Salvini, dieci giorni fa, dicevano “dureremo quattro anni”. Dopo tre giorni c’era la crisi di Governo…”

    Un Saluto

    Es.


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