venerdì 12 novembre 2010 - alessandro tantussi

Crisi di Governo. E se andasse a finire così?

Quando le cose si ingarbugliano la politica è maestra nel proporre soluzioni strampalate. Proviamo a fotografare la situazione politica e ad azzardare una tra le tante ipotesi di possibile sbocco.

Abbiamo un governo in crisi. Il parlamento sembra incapace, probabilmente perché i partiti sono tutti (ad esclusione forse della Lega e dell’IDV) atterriti dalle elezioni e dai possibili bagni di sangue che potrebbero scaturire dalle urne. 

La via maestra, che non può che essere la sfiducia e il ricorso al voto, è una decisione che, come la ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono ma nessuno la piglia. 

D’altro canto sembra essere piuttosto remota l’ipotesi che il Presidente della Repubblica avalli un governo di coalizione, composto da partiti che, oggettivamente, non sono stati legittimati a governare nelle recenti consultazioni e che per di più sono espressione d’indirizzi politici del tutto eterogenei tra di loro. Inoltre Napolitano si preoccupa della finanziaria. 

Chi si facesse attrarre dalle “sirene” della grande coalizione alla “volemose bene” sa che questa soluzione offre il fianco alle scontate accuse di caduta nelle grinfie delle categorie del “ribaltone” e “dell’inciucio”. D’altra parte l’eventuale ricorso ad elezioni anticipate rischierebbe di produrre un parlamento non molto dissimile da quello attuale, il che davvero di farebbe precipitare definitivamente il paese nell’ingovernabilità, nel caos e nella crisi economica.

Oggettivamente il nodo è tutto interno all’ex maggioranza, c’è chi dice che le motivazioni siano da ascrivere a motivi ideali, ma più probabilmente anche per meno nobili interessi personali e rivalità amplificate da coinvolgimenti famigliari.

I parlamentari tutti, e in particolare quelli che rischiano seriamente di restare a casa, sono pronti a sottoscrivere qualunque soluzione di compromesso che consenta loro di salvare la faccia ma, soprattutto quella parte del corpo che si adagia sulle comode panche del parlamento, e il relativo congruo compenso. 

Qualche partito di dimensione minore scalpita, ovviamente sotto sotto, per entrare a far parte del gotha con un ministero e un paio di sottosegretariati, e quindi potrebbe allargare la base della maggioranza.

Possibile che ripicche o personalismi possano arrivare alle estreme conseguenze? E' evidente che Berlusconi, sia pure confortato dai suoi sondaggi, rischierebbe la leadership. Fini potrebbe non raggiungere il quorum necessario ad entrare in parlamento (specialmente in Senato) e potrebbe entrarci con truppe poco più che simboliche. 

Vogliamo proprio escludere che, mandati gli opportuni segnali a Napolitano in via preventiva e dopo aver avuto il sofferto consenso del Presidente anche in relazione alla necessità di assicurare la guida del paese in occasione della finanziaria, Berlusconi salga al Quirinale per presentare le dimissioni solo dopo aver avuto la certezza di ricevere il contestuale reincarico a formare un nuovo governo che accetterebbe senza riserve?

Se il suo tentativo non ottenesse la fiducia verrebbe comunque designato a gestire il governo in vista delle elezioni.

La diatriba finirebbe a tarallucci e vino, Berlusconi resterebbe in sella e si assicurerebbe una più “comprensiva” valutazione dei suoi guai giudiziari, Fini potrebbe fregiarsi del titolo di salvatore della patria ed allontanerebbe da sé l’amaro calice del “giuda”. Qualcuno potrebbe accettare obtorto collo (!) di entrare nel governo “nell’esclusivo interesse del paese”... I parlamentari che rischiano di non essere rieletti potrebbero apprestarsi a gustare il tradizionale panettone, in occasione del Santo Natale, con maggiore serenità.

E il cerino? Quello resterebbe in mano a chi, piuttosto che sulle proprie forze e sulla coerenza delle proprie idee, si è illuso di far cadere il governo contando su alleanze strane.

Abbiamo solo fatto un'ipotesi. Sarebbe uno schifo? Forse sì, ma questo è un altro discorso.



6 réactions


  • pv21 (---.---.---.30) 12 novembre 2010 19:43

    Dimissioni di SB uguale salto nel buio? L’Italia – si dice – rischierebbe di fare la fine della Grecia. Ma siamo proprio sicuri?
    Da oltre 6 mesi la politica (con la P) è relegata nel cassetto. Da oltre 6 mesi Tremonti ripete che “sono i numeri a dettare la politica”.
    In altri 6 mesi un governo “di transizione” potrebbe riscrivere la legge elettorale e gestire le urgenze economiche senza perdere “credibilità” sui mercati finanziari. Non mancano potenziali Ministri (o Premier), esperti di finanza, conosciuti ed apprezzati in campo internazionale.
    Sta solo alle forze presenti in Parlamento assumerne l’onere e la responsabilità.
    Entro maggio 2011 potremmo avere il nuovo governo. Libera espressione del corpo elettorale e non legato ad una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi, interessi, immunità …


  • alessandro tantussi alessandro tantussi (---.---.---.75) 12 novembre 2010 21:54


    come la penso io non conta niente ed infatti non ho, nell’articolo, espresso giudizi.
     
    ho semplicemente prospettato una ipotesi, probabilmente non tra le più probabili, ma che io non escludo affatto possa verificarsi, su uno dei possibili scenari di soluzione della crisi.
    mi piacerebbe leggere commenti circa la possibilità che l’ipotesi si verifichi, non credo che la crisi sia un fatto compiuto, né che, qualora la crisi si concretizzasse definitivamente, qualcuno possa avere certezze assolute su quale sarà la soluzione e chi le ha rischia, secondo me, di rimanere deluso

    quanto alla legge elettorale il discorso sarebbe lungo ed io, che vivo in TOSCANA (e conosco bene la legge elettorale della toscana che è la madre del "porcellum") volentieri
    sarei disposto a parlarne, possibilmente, per non perdere tempo, senza pregiudizi
     
    comunque: i miei cordiali ringaziamenti a tutti quelli che vorranno intervenire.

    saluti a tutti, alessandro


  • pv21 (---.---.---.92) 14 novembre 2010 13:05

    Berlusconi sulle orme di Dini.
    Prima la finanziaria poi la fiducia del Senato. A questo punto si prospetterebbe lo scioglimento della sola Camera dei deputati. Berlusconi manterrebbe l’incarico di governo. Con un po’ di "melina" politica si arriverebbe a Maggio 2011 per insediare la nuova Camera. Se Berlusconi non avesse la maggioranza saremmo di nuovo all’impasse politica.
    Altro che la sbandierata volontà di garantire la "stabilità" del paese contro le turbolenze dei mercati finanziari.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia mai ai propri interessi fino a ... 


  • alessandro tantussi alessandro tantussi (---.---.---.77) 14 novembre 2010 16:44

    Non credo sia prossimo lo scioglimento né di una né di entrambe le camere
    Il Senato non voterà la sfiducia, ciò significa che il parlamento (nel suo complesso) non è in grado di esprimere una maggioranza alternativa.
    Continuo a ritenere probabile un compromesso dell’ultima ora, favorito dallo stesso capo dello Stato, che consentirà al presidente del consiglio, come minimo, di rimanere in carica fino al chiarimento elettorale (che si terrà probabilmente a primavera inoltrata) con il governo attuale in carica (magari dopo un rimpasto) oppure a seguito di un nuovo incarico che Napolitano potrebbe conferire a Berlusconi per gestire le elezioni con un nuovo governo. 
    In sostanza la mia previsione è questa:
    1) chi pensa di stappare a breve lo spumante per la caduta di SB resterà deluso.
    2) non ci saranno modifiche della legge elettorale.
    3) il centrosinistra potrà vincere le prossime elezioni solo se cambierà radicalmente linea politica in senso riformista e se farà una campagna elettorale centrata sulle cose e non sull’attacco a SB, altrimenti le probabilità che SB vinca anche le prossime elezioni saranno elevate.
    RSVP


  • pv21 (---.---.---.51) 14 novembre 2010 19:50

    La voglia di "stabilità" ha la memoria corta. Fiducia al Senato e sfiducia alla Camera? Allora si sciolga solo la Camera – ha sentenziato il Cavaliere.
    Prodi potrebbe ricordargli che nel 2008 ebbe la fiducia della Camera e fu sfiduciato dal Senato. Allora fu proprio l’opposizione di Destra a pretendere lo scioglimento di tutto il Parlamento e Napolitano firmò il Decreto.
    Il Cavaliere lo ha già dimenticato? Eppure non sono passati neanche 2 anni.
    Con la "melina" non si vede la fine dello spettacolo da Dossier Arroganza ...
     


  • alessandro tantussi alessandro tantussi (---.---.---.239) 14 novembre 2010 21:37

    CHI HA LA MEMORIA CORTA? se si segue la lezioncina del 2008 si va al voto subito, senza ribaltoni e senza governi farsa per cambiare la legge elettorale, che era in vigore anche nel 2008 e che nessuno volle cambiare allora (sperando che trornasse comoda). Eppure non sono passati nenche 2 anni... 


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