giovedì 9 luglio 2020 - Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica

Courtship disorder: quando le fasi del corteggiamento diventano un disturbo

Comprendere cosa si intenda veramente con il termine corteggiamento non è un compito poi così scontato. Generalmente, quando si parla di corteggiamento, ci si immagina per prima cosa la figura maschile che mette in atto dei meccanismi comportamentali che possano conquistare la figura femminile. Ma è davvero solo questo il corteggiamento?

Il corteggiamento è caratterizzato da un insieme di strategie o comportamenti, atti a conquistare o meglio sedurre un possibile partner. Negli esseri umani il corteggiamento non è finalizzato al solo raggiungimento di un atto sessuale/riproduttivo, bensì ha anche la funzione di creare una base affettiva stabile e duratura, finalizzata alla formazione di un rapporto di coppia o di una famiglia.
Potremmo forse immaginarlo meglio come un insieme di tecniche di seduzione, che in qualche modo tentano di trarre in inganno “l’altro”, cioè di dare un’immagine di se migliore, mascherando quelli che potrebbero essere i lati negativi, costituendo quindi delle scorciatoie per arrivare prima ad una persona, o più semplicemente un modo per conquistare con sincerità l’altro, sfruttando le proprie potenzialità.

Un tempo corteggiare era alla base di ogni conoscenza, mentre oggi il termine corteggiare è stato per lo più sostituito con quello di conquistare, che perde quel valore simbolico di romanticismo, e si carica di un significato più rude, diretto, e a tratti violento. Chi usa questo termine per descrivere il corteggiamento è spesso portato a considerare normali determinate situazioni come, per esempio, la sofferenza in amore, la gelosia, il tradimento, ecc.
È proprio questo il punto di partenza per delineare la linea di confine tra il concetto di corteggiamento e quello che viene definito disturbo del corteggiamento.
Più nel dettaglio, il termine disturbo del corteggiamento venne originariamente utilizzato da Freund, Scher e Hucker come un’etichetta collettiva che includeva le seguenti parafilie:

● voyeurismo
● esibizionismo
● chiamate oscene
● toucheurismo
● biastophilia (stupro parafilico) (Freund et al., 1983).

Secondo tale costrutto teorico, le cui basi derivano dalla letteratura etologica, esiste un processo di corteggiamento definibile “tipico” soprattutto negli umani, caratterizzato da quattro fasi nelle quali è possibile riscontrare un’anomalia di funzionamento, o meglio una distorsione del normale funzionamento del comportamento messo in atto durante il corteggiamento. Dunque non si parla più di parafilie indipendenti, ma di interessi sessuali che caratterizzano sintomi di uno stesso disturbo sottostante (Freund, Kolarsky, 1965). Più nel dettaglio Freund affermò come “tali parafilie possono essere concettualizzate come una preferenza per un modello di comportamento o fantasia erotica in cui una di queste quattro fasi dell’interazione sessuale viene intensificata e distorta a tal punto da sembrare una caricatura del normale, mentre le fasi rimanenti o vengono omesse del tutto o vengono conservate solo in modo rudimentale” (Freund, 1990).

Ma quali sono queste 4 fasi e come esse si trasformano in disturbo? Partendo dalle fasi, esse si suddividono in:

1. Individuazione del partner, ovvero cercare e valutare potenziali partner sessuali.
2. Interazione pre-tattile con i partner (es. sorridere, atteggiamento posturale o il parlare con un potenziale partner).
3. Interazione tattile (es. abbracciare, accarezzare o baciare).
4. Rapporto sessuale.

Quindi il courtship disorder può essere osservato nel momento in cui l’individuo mette in atto un’interruzione di quello che si potrebbe definire un comportamento “naturale” in una delle fase appena descritte.

❖ Essendo la prima fase caratterizzata da un contatto prevalentemente visivo, un disturbo di tale fase si manifesta appunto sottoforma di voyerismo.

❖ Nella seconda fase invece, quella pre-tattile, si assiste ad un’interruzione delle espressioni tipiche del linguaggio corporeo, attraverso la messa in atto di comportamenti parafilici quali l’esibizionismo e le telefonate oscene.

❖ Un disturbo della terza fase, quella del contatto, si osserva nel momento in cui l’individuo passa da una conoscenza corporea volontaria del partner, ad un contatto non autorizzato, all’insaputa dell’altro, quindi un comportamento agito di tipo frotteuristico.

❖ Infine, l’interruzione del corteggiamento agita nella quarta fase, ovvero quella del rapporto sessuale, porta ad obbligare l’altro ad una sessualità non consenziente, che si manifesta con lo stupro parafilico (Freund K., 1988).

I rituali del corteggiamento caratteristici dell’uomo si differenziano da quelli animali a causa del forte condizionamento che perviene da fattori culturali. L’accettazione dei comportamenti, in particolare quelli di natura sessuale, è fortemente influenzata dal contesto sociale, culturale, religioso, ecc. Infatti, se in alcuni paesi determinati atteggiamenti vengono considerati accettabili, come ad esempio la nudità pubblica, in altri sono vietati.

In passato le regole del corteggiamento erano più rigidamente definite, con una maggiore suddivisione dei ruoli, cosa che nel corso del XX secolo si è andata perdendo.
Dunque definire cosa nel corteggiamento sia normale e cosa invece tenda al patologico è un compito che richiede un’osservazione più ampia, uno sguardo che si rivolge a tutto il contesto nel quale il corteggiamento avviene, prendendo in considerazione non solo il comportamento in se, ma anche le regole culturali del luogo in cui esso avviene.

 

Tirocinante: Sonia Sarti
Tutor: Fabiana Salucci

BIBLIOGRAFIA
– FREUND K., KOLARSKY A. (1965). Caratteristiche di base di un sistema di riferimento per la considerazione di preferenze erotiche anomale. Psichiatrie, Neurologie e Medizinische Psychologie, 17 p.p. 221-225.
– FREUND K., (1976). Diagnosi e trattamento delle preferenze erotiche anomale forense significative. Canadian Journal of Criminology and Corrections, 18 p.p. 181-189.
– FREUND K., SCHER H., HUCKER S. (1983). I disturbi del corteggiamento. Archives of Sexual Behaviour, 12 p.p. 369-379.
– FREUND K., BLANCHARD R. (1986). Il concetto di disturbo da corteggiamento. Journal of Sex & Marital Therapy, 12 p.p. 79-92.
– FREUND K. (1988). Disturbo del corteggiamento: l’ipotesi è valida? Annali della New York Academy of Sciences, 528 p.p. 172-182.
– FREUND K. (1990). “Coutship disoders”. In W:L:, Marshall, D:R:, Laws, H:E:; Barbaree, Handbook of sexual assault: Issues, teorie, and treatment of the offender, Plenum Press, New York, p.p. 195-207.
– LANGEVIN, RON, LANG, REUBEN A., WILSON (2014). I disturbi del corteggiamento. Sessualità variante: ricerca e teoria. Abingdon, Routledge, p.p. 202-220.
– MAHARAJH H.D., KONINGS M. (2007). Dancing frotteurism and courtship disoder in Trinidad and Tobago. Journal of Chinese Clinical Medicine, p.p. 7.
– STETTINI P. (1996). Sessualità e amore. Giunti editore, p.p. 56-57.

SITOGRAFIA
https://www.albanesi.it/psicologia/...
https://it.wikipedia.org/wiki/Corte...
https://psychology.wikia.org/wiki/C...

Foto: Pexels




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