giovedì 28 novembre 2019 - Osservatorio Repressione

Convegno all’università sul Tap: arriva la Digos. Rabbia degli studenti: «Il sapere non è reato»

Com’è possibile che un convegno scientifico e giuridico – pubblico e pubblicizzato, anche con registrazione degli interventi da parte degli organizzatori – sia considerato un “pericolo per l’ordine pubblico”?

Sull’”inquietante episodio” – per una volta ci sentiamo di usare questa abusata formula – è intervenuta l’associazione organizzatrice dell’evento, la “Bianca Guidetti Serra”, intitolata all’avvocatessa partigiana e garantista scomparsa qualche anno fa.

Come Associazione Bianca Guidetti Serra riteniamo che il 22 novembre scorso, durante lo svolgimento del Convegno “E’ reato difendere la Natura? L’uso asimmetrico del Diritto Penale nei conflitti ambientali”, la presenza di agenti della digos in servizio all’interno della sede dell’incontro (l’aula Ferrari del UniSalento), e nell’atrio di accesso, sia un fatto molto grave.
Riteniamo ulteriormente grave che uno dei suddetti agenti abbia potuto videoregistrare, all’interno dell’aula, gli studenti e i cittadini presenti e gli interventi dei relatori, con particolare attenzione a quello dell’avv. Elena Papadia, che verteva sul mancato rispetto delle linee guida dell’OSCE a tutela dell’espressione del dissenso nel caso specifico degli attivisti salentini impegnati nella difesa della natura, contro gli espianti degli ulivi o contro il gasdotto TAP.

Riteniamo che la presenza plateale degli agenti in tale contesto non possa aver avuto altro significato che quello di “suggerire” all’ambiente universitario che certi temi è meglio non trattarli , suggerire agli studenti che a certi convegni è meglio non andare, suggerire agli avvocati dei movimenti di astenersi da dichiarazione pubbliche, se non si vuole finire “attenzionati”.

Come co-organizzatori del Convegno sentiamo la responsabilità di dover agire in tutela, a pari merito:

1) Dell’importante ospite straniero, il prof. Alberto Acosta Espinosa, che ha definito la presenza della polizia come “una intimidazione”.
2) Di tutti i relatori intervenuti al convegno, e in particolare dei nostri associati, gli avvocati Elena Papadia e Francesco Calabro, legali di riferimento degli attivisti salentini, e la dott.ssa Xenia Chiaramonte, esperta in criminalizzazione dei movimenti.
3) Degli studenti e cittadini che, su nostro invito, sono venuti ad assistere ed intervenire a quello che pensavano fosse una libero confronto universitario, privo di pressioni e tentativi di condizionamento esterno.

Per questo abbiamo inoltrato una formale richiesta di chiarimenti all’UniSalento, chiedendo se la presenza della digos all’interno dei locali dell’Università, la possibilità di richiedere i documenti e videoregistrare i presenti (evidentemente ai fini di controllo) ad un convegno giuridico fosse stata comunicata all’Ateneo e in qualche forma autorizzata.

La risposta inviata dal Prof. Fabio Pollice, rettore dell’Unisalento, fuga ogni dubbio: “No teníamos conocimiento de la atención de las autoridades de seguridad pública sobre el evento.” In italiano “Non eravamo a conoscenza dell’attenzione delle autorità di pubblica sicurezza sull’evento.”

E’ evidente quindi che, da parte della Questura di Lecce, è stato commesso un abuso nei confronti di cittadini, avvocati e accademici.

Ci auguriamo che quanto accaduto serva da monito affinchè vengano ristabilite affinchè tali comportamenti che turbano la serenità del dibattito in un luogo deputato al libero confronto non abbiano più a ripetersi in futuro

Associazione Bianca Guidetti Serra




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