lunedì 3 agosto 2009 -
Il ddl, che punta a sostituire una legge del 2004 sul conflitto d’interessi elaborata dall’attuale ministro degli Esteri Franco Frattini, riguarda le cariche di presidente e vice presidente del Consiglio, ministro e vice ministro, sottosegretario e commissario straordinario del governo.
Nella proposta di Veltroni e degli altri firmatari, cariche come quella di premier, ministro o sottosegretario possono essere cumulate solo col mandato parlamentare, e si possono conservare solo se si è piccolo imprenditore, come previsto da un articolo specifico del codice civile, o si possiede un patrimonio in beni di non oltre 30 milioni di euro.
Data la composizione attuale del Parlamento, con Pdl e Lega in forte maggioranza, il ddl è più una scelta politica per rafforzare il candidato alla segreteria del PD, sponsorizzato dall’ex leader, che una proposta seria da poter realizzare, visto che in tutti questi anni si è sempre gridato allo scandalo per il conflitto d’interessi, ma nella realtà mai nessuno si è veramente interessato, anche in questo caso il ddl dopo l’elezione del Segretario verrà riposto nel cassetto dimenticatoio come tanti altri ddl importanti per il buon funzionamento del nostro bel Paese.
Conflitto d’interessi: ddl dell’ex leader del centrosinistra buono solo alla corsa alla segreteria

Il ddl è il tentativo di rimediare a quello che viene definito una lesione della legislazione italiana: il conflitto d’interessi. È la proposta di legge dell’ex leader del centro sinistra che ha presentato insieme ai deputati di Pd, Idv, Udc.
Dopo tanto riflettere, l’ex leader del centrosinistra ha presentato oggi un disegno di legge che punta a vietare a chi ha forti interessi economici di ricoprire cariche di governo.
Dopo circa quindici anni dalla scesa in campo del leader del Centro Destra, l’ex leader del centro sinistra, tira fuori dal cilindro la sorpresa del ddl sul conflitto d’interessi.
Il ddl porta la firma di esponenti di tutte le opposizioni alla Camera dei deputati, compresi l’Italia dei Valori e Udc.
Il ddl, che punta a sostituire una legge del 2004 sul conflitto d’interessi elaborata dall’attuale ministro degli Esteri Franco Frattini, riguarda le cariche di presidente e vice presidente del Consiglio, ministro e vice ministro, sottosegretario e commissario straordinario del governo.
Secondo il testo, chi assume tali cariche deve comunicare entro 20 giorni all’Antitrust, tra le altre informazioni, il proprio impiego, se è iscritto ad albi professionali, se ha diritti su beni immobili o mobili di un valore superiore ai 50mila euro, se è titolare di imprese o ha quote di partecipazione in società.
Nella proposta di Veltroni e degli altri firmatari, cariche come quella di premier, ministro o sottosegretario possono essere cumulate solo col mandato parlamentare, e si possono conservare solo se si è piccolo imprenditore, come previsto da un articolo specifico del codice civile, o si possiede un patrimonio in beni di non oltre 30 milioni di euro.
In caso contrario, sarebbe l’antitrust a dare l’aut aut entro un mese: o ci si dimette o ci si disfa di titoli e proprietà.
Ma il ddl considera come condizione di incompatibilità anche la presenza di un coniuge o di un parente fino al secondo grado con analoghi interessi economici, per evitare escamotage come il trasferimento di proprietà e partecipazioni a un membro della famiglia nel tentativo di aggirare divieti.
Data la composizione attuale del Parlamento, con Pdl e Lega in forte maggioranza, il ddl è più una scelta politica per rafforzare il candidato alla segreteria del PD, sponsorizzato dall’ex leader, che una proposta seria da poter realizzare, visto che in tutti questi anni si è sempre gridato allo scandalo per il conflitto d’interessi, ma nella realtà mai nessuno si è veramente interessato, anche in questo caso il ddl dopo l’elezione del Segretario verrà riposto nel cassetto dimenticatoio come tanti altri ddl importanti per il buon funzionamento del nostro bel Paese.