lunedì 15 gennaio - Laura Tussi

Cinquant’anni di obiezione di coscienza, strumento di pace in un mondo in guerra

Era il 1972 quando vide la luce la fondamentale legge sull'obiezione di coscienza. Con Massimo Aliprandini, della Lega Obiezione di Coscienza – formatisi l'anno successivo, che ha festeggiato il cinquantenario – riflettiamo sull'importanza di questo strumento e sulle più recenti iniziative per contrastare la deriva bellicista attuale, come la campagna internazionale Object War.

Fra le tante cose che sono successe nel 2023 appena concluso va ricordata una ricorrenza di grande importanza, visto anche il contesto sociale e politico che ha caratterizzato la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo: il cinquantenario della fondazione della Lega Obiezione di Coscienza, che ha svolto un lavoro politico cruciale in Italia per il riconoscimento dell’applicazione della legge 772 del 15 dicembre 1972.

«La LOC si è formata nel 1973 – ci racconta Massimo Aliprandini, membro della Lega – e ha lavorato in Italia prima contro le incarcerazioni degli obiettori al servizio militare e in seguito contro le domande di obiezione che il Ministero della difesa rifiutava, poi per la creazione del servizio civile nazionale, la lotta per la riduzione del servizio civile e l’equiparazione alla durata del servizio militare. Lo sfondo di questo lavoro politico è quello della costruzione di un nuovo modello di difesa in alternativa al servizio militare». 

 Quali sono i legami tra la LOC e la LDU, la lega per il disarmo unilaterale fondata da Cassola, Balducci e Turoldo?

La Lega Obiezione di Coscienza ha sempre mantenuto collegamenti con moltissimi gruppi pacifisti, tra cui la LDU. I militari sono in grado di occupare un territorio, ma hanno difficoltà nella gestione politica dello stesso. Per evitare la guerra bisogna creare istituzioni che difendano sul campo i diritti umani. In questa proposta vanno considerate le lotte per la riduzione delle spese militari e la creazione di centri di ricerca per una difesa popolare nonviolenta.

La LDU – Lega per il Disarmo Unilaterale – si concentra sul disarmo come meccanismo per la riduzione della tensione del conflitto, rifacendosi alla teoria militare della deterrenza. La LDU, come noi, riscontra un pericolo nel continuo riarmo e chiede la riduzione degli armamenti attraverso piani di transarmo, ovvero la diminuzione unilaterale degli armamenti di un paese e trattative con i paesi vicini per una condivisione di tale riduzione nel nome di una sicurezza comune.

I movimenti degli obiettori alla guerra chiedono all’Europa di ospitare come profughi e dare asilo politico a chi rifiuta la guerra

Un pensiero oggi va necessariamente rivolto agli obiettori di coscienza di Russia, Bielorussia, Ucraina e Israele.

Ci sono vari tipi di rifiuto del servizio militare in zone di guerra: chi abbandona il paese, chi rifiuta la leva – renitenza –, chi si fa incarcerare; poi ci sono le proteste delle madri e dei parenti dei giovani che muoiono. Gli obiettori richiedono che la guerra si fermi subito e che si apra una trattativa che porti a stabilire un accordo fra le parti. Più la guerra dura nel tempo più l’odio generato fra i contendenti allontana la trattativa e di conseguenza la pace.

Molti pensano che la leva obbligatoria sia abolita invece è solo sospesa. Vedi il pericolo che la leva obbligatoria venga introdotta di nuovo?

La professionalizzazione delle forze armate si è tecnologicamente rafforzata, quindi è difficile che la leva ritorni obbligatoria. Se dovesse succedere, in questo caso la legge sull’obiezione permette un rifiuto dell’obbligo.

Cosa ci puoi dire dei corpi civili di pace?

I corpi civili di pace sono esperienze di aiuto umanitario dentro il conflitto per ridurre la violenza e aprire un dialogo fra i gruppi in guerra. Possono essere esperienze individuali o collettive. A un livello più alto possono costruire ambasciate di pace o accordi fra le parti su singoli territori o su paesi. In sintesi i militari fanno il conflitto e la guerra e poi si siedono al tavolo delle trattative e scrivono gli accordi di pace. Al tavolo delle trattative devono partecipare delegazioni della società civile che richiedono il rispetto dei diritti umani.

La settimana Object War è finita: hai qualche notizia?

I movimenti degli obiettori alla guerra chiedono all’Europa di ospitare come profughi e dare asilo politico a chi rifiuta la guerra. L’iniziativa ha dato alla luce un appello che è stato inviato ai componenti la Commissione Europea e che chiede di concedere protezione e asilo ai disertori e agli obiettori di coscienza della Bielorussia e della Federazione Russa, di esortare il governo ucraino a smettere di perseguitare gli obiettori di coscienza e a garantire loro il pieno diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e infine di prire le frontiere a chi si oppone alla guerra nel proprio Paese mettendo a rischio la propria persona.




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