martedì 30 gennaio 2018 - Aldo Giannuli

Che strane elezioni: sembra un torneo di tressette a perdere

Scusatemi, ma c’è una cosa che non ho capito stiamo andando ad elezioni politiche o a un torneo di tressette a perdere?

• Il M5s ha fatto questa cosa inconsulta di sbattere fuori e senza motivazioni oltre mille candidati alle parlamentarie (ma le voci che corrono parlano di quasi tremila esclusi), gente che, a questo punto farà una campagna elettorale accanita contro il M5s.

Però, c’era da escludere possibili infiltrati, gente con precedenti appartenenze politiche eccetera. Benissimo, ma per fare che? Per presentare un candidato come Emilio Carelli già direttore di SkyTg24, a lungo personaggio di spicco della Fininvest, membro della fondazione Italia-Usa e da sempre legatissimo a Gianni Letta? Nulla di penalmente rilevante, capisco, ma politicamente era il candidato più adeguato? E quelli che hanno escluso chi erano, attivisti neo nazisti, appestati, il clan di Al Capone? Poi hanno pensato bene di non dare pubblicità ai risultati, forse lo faranno per dire i voti ottenuti da quelli che sono passati. Forse. Poi hanno scelto proprio questo momento (e non potevano aspettare il 5 marzo) per il distacco di Grillo dalla Casaleggio associati e di Casaleggio dal blog delle stelle.

A proposito, forse effetto del ricorso dell’avvocato Borrè a Genova, hanno deciso di modificare il simbolo e cambiare denominazione ad un mese dal voto! Capisco, lo avrei fatto anche io, ma voi dite che tutti gli elettori riconosceranno il nuovo simbolo e capiranno che il “blog delle stelle” è il nome con cui si presenta il M5s? Non si potevano fare modifiche più contenute e magari chiedere a Grillo se, ancora per una volta, ci metteva il suo nome? Tra l’altro prima erano chiamati cinque stelle, grillini, pentastellati. Adesso come dobbiamo chiamarli? Bloggati? Stellini? Blostenisti? Chissà E siamo all’inizio della campagna elettorale, chissà che altro combineranno in un mese!

• E veniamo a Leu la cui base è in rivolta perché hanno imposto dappertutto i dirigenti nazionali paracadutandoli in regioni con cui mai hanno avuto a che fare e facendo fuori tutti (dico tutti) gli attivisti locali. Ho detto solo i dirigenti nazionali, ma ho sbagliato: ci sono anche i clienti di Grasso. L’unico candidato con le carte in regola è D’Alema che si presenta nel suo collegio di sempre in Salento. Non hanno fatto nessuna proposta politica meno una, sbagliata, l’abolizione delle tasse universitarie che vanno si abbattute ma non abolite e, magari, lasciandole per chi ha redditi oltre i 100.000 euro. Hanno poi deciso di appoggiare Zingaretti in Lazio, confermando che loro vogliono solo un Pd senza Renzi. E già si sentono gli scricchiolii che preannunciano la divisione dopo le elezioni come accadde per la lista Tsipras. Penso alle persone per bene che si trovano coinvolte come candidati in questa avventura (come Onorio Rosati, Felice Besostri, Anna Falcone e pochi altri) ed a cui esprimo la mia convinta solidarietà.

• Se quelli di Potere al Popolo ci sanno fare, di questo passo, prendono il 5% dei voti

• Veniamo al Pd: passi per la candidatura di Boschi in Trentino, dove c’entra come la cipolla nella crema pasticciera (attenti che quelli sono semi tedeschi e sono piuttosto suscettibili!), passi anche per una scemenza come il siluramento di Antonio Boccuzzi, operaio della Thyssen-Krupp ed unico operaio del gruppo, ma che Renzi conceda alla minoranza interna il 5% dei possibili eletti, per fare asso prendi tutto con i suoi candidati, ponendo così le premesse di una nuova scissione, magari prima del 4 marzo, è cosa che si può commentare solo con le parole della Bibbia : “Deus demendat quos vult perdere”.

• Il centro destra, da parte sua ci prova con Salvini che dice nero un secondo dopo che Berlusconi ha detto bianco e su qualsiasi argomento, ma, rispetto alle bestialità degli altri sono solo bagatelle.

• Niente da fare: questa volta Berlusconi va verso la vittoria e ci va in carrozza.



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.19) 30 gennaio 2018 18:14

    Barometro >

    Dopo la sofferta uscita dal Parlamento il tycoon S BERLUSCONI ha dovuto lasciare il proscenio alle performance di alcuni suoi giovani ed esuberanti “imitatori” che, come alter ego, raccoglievano dei facili consensi.

    TUTTI accomunati dalla “promessa” di rilancio cambiando volto al paese, ma anche dalla “premura” riservata alla scelta di allineati fedeli portavoce.

    Ascoltate tante suadenti parole, ma risultati concreti pochi o nessuno.


    Non c’è quindi da meravigliarsi di possibili ritorni di fiamma per il progenitore: il modello originale. Tuttavia .. Dato il nostro sistema democratico il vero problema di fondo è comunque un altro.


    La indomita propensione ad arrangiarsi ed il correlato tasso di astensionismo.

    Ovvero l’assenza di leader politici che alimentino delle sostanziali capacità con una unica autentica vocazione: fare l’interesse del paese.


    E il barometro non dà ancora segni di una Crisi – Atto secondo che tenda …


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