venerdì 3 maggio 2019 - Marco Barone

Caso Regeni | Dall’attacco ai braccialetti e striscioni, alla Commissione d’inchiesta che deve essere di tutti

Andare ad indagare la verità invece che esporre braccialetti e striscioni è un pò più concreto, ho paura che in questi anni qualcuno si sia lavato la coscienza perché aveva il braccialetto giallo, penso che un braccialetto in meno e una ricerca della verità in più sia utile a tutti.

 

Queste le parole dell'attuale Presidente della Regione FVG come riportate al TG3 Rai del FVG. A commento dell'approvazione della Commissione d'Inchiesta sul caso di Giulio. Parole infelici, inopportune e inaccettabili, soprattutto da parte di chi dovrebbe rappresentare quella regione di cui faceva parte Giulio, prima di tutto. Probabilmente il pensiero del Presidente era diretto a qualche avversario politico, ma il senso non cambia.Braccialetti, striscioni, che continuano ad affermarsi ovunque, dagli Enti Locali, alle scuole, ai balconi dei semplici cittadini, salvo qualche caso di rimozione come operata da qualche comune, chi in silenzio,chi rivendicando l'atto,hanno avuto un ruolo fondamentale per esprimere solidarietà alla famiglia di Giulio e per quella strada tortuosa che è quella per la Verità per Giulio.

Ad oggi negata. Siamo entrati nel quarto anno di una vicenda complessa, fatta di infamie, calunnie, menzogne, depistaggi, ritorsioni; tre anni piene di battaglie, sofferenze, sempre affrontate con altissima dignità da parte della sua famiglia, in primis, e di tutta la comunità che si è stretta intorno alla stessa. Verità per Giulio significa non solo battersi per la giustizia per quanto successo a Giulio, e ciò già sarebbe il minimo che un Paese dovrebbe fare per tutelare un proprio cittadino. Soprattutto se questo Paese si professa democratico e chiamato ad attuare i valori supremi della Madre Carta Costituzionale. Ma anche per tutti coloro che hanno subito i medesimi trattamenti e continuano a subirli,in quell'Egitto, retto da un sistema di potere criminale, legittimato dalle più importanti democrazie occidentali.
 
La Commissione Parlamentare d'Inchiesta come è noto procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.
 
Ha come scopo quello di"verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale delle responsabilità relative alla morte di Giulio Regeni, anche al fine di valutare eventuali iniziative normative per superare,nel caso di specie e per il futuro,simili impedimenti, nonché per incrementare i livelli di protezione delle persone impegnate in progetti di studio e di ricerca all'estero, in funzione di prevenzione dei rischi per la loro sicurezza e incolumità". Dunque opera anche per il futuro, per prevenire. Cosa determinante. E questa Commissione non può,non deve avere colore politico. Deve essere di tutto il Paese, come quell'applauso unitario che l'ha accompagnata nel momento della sua approvazione, pur preceduta dal precedente dell'aula vuota. Guai a strumentalizzare questa Commissione.
 
O a rivendicarne paternità e maternità contro chi o qualcuno. Questa Commissione non è contro qualcuno ma è per. Per la Verità per Giulio. In Italia per tre anni le Istituzioni o parte di esse hanno fatto poco e nulla, salvo la magistratura che ha indagato e continua a farlo e che si è scontrata contro un muro invalicabile se la politica istituzionale non fa quel passo che ad oggi con tre governi non ha osato fare. I braccialetti gialli, gli striscioni gialli, non sono meno importanti di questa Commissione, anzi. Sono stati la base per arrivare anche a questa Commissione, che non potrà fare miracoli, che non dovrà avere un ruolo di "testimonianza" come qualcuno ha già anticipato a livello di rischio, ma dovrà spingersi fino a dove potrà farlo, per costringere l'Egitto a consegnare alla giustizia i carnefici di Giulio, quelli che l'Egitto continua a proteggere, nonostante tutto.
 
mb



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