lunedì 25 marzo 2013 - Giacomo Nigro

Caso Marò: una figura "internazionale"

Il governo dei tecnici pasticcione?

I due fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sono stati rispediti dal Governo Italiano in India dove sono accusati dell’omicidio di due pescatori scambiati per pirati ai limiti delle acque territoriali indiane. I marò, che facevano parte di una squadra di protezione a bordo della petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie, furono arrestati nel febbraio del 2012 nello stato meridionale del Kerala.

Martedì prossimo il Governo informerà la Camera sulla vicenda, che ha provocato forti polemiche e critiche all’esecutivo. La decisione assunta ieri dal governo fa seguito a un’intensa trattativa tra Roma e New Delhi, e all’assicurazione, tra l’altro, che i due militari, se condannati per l’uccisione di due pescatori indiani scambiati per pirati, non affronterebbero la pena di morte, sconterebbero la pena comminata dai tribunali indiani in Italia. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha difeso la scelta di rinviare i militari in India, dopo che l’11 marzo aveva invece disposto che restassero in Italia e auspicato un arbitrato internazionale. Le autorità indiane avevano reagito con forza all’annuncio, disponendo anche che l’ambasciatore italiano Daniele Mancini non lasciasse l’India. “La tensione è salita, si sono manifestate preoccupazioni anche per l’incolumità del nostro ambasciatore, la vicenda ha avuto un risalto internazionale che ha interessato anche l’Onu e la Ue”, ha detto Terzi.

“Noi abbiamo continuato a lavorare a tutto campo e questo ha consentito di poter fare con gli indiani alcune verifiche. Ritengo che la mossa di riportarli in Italia e comunicare che non sarebbero rientrati abbia avuto l’effetto che ci aspettavamo, clamore a parte”, ha aggiunto il ministro, che sembra presentare la decisione precedente di trattenere in Italia quasi come una sorta di “bluff” diplomatico. A me pare piuttosto una “pezza a colori” per non ammettere la sconfitta su tutta la linea.

Naturalmente Terzi ha negato l’intenzione di dimettersi per la scandalosa conduzione della vicenda. “Dimettermi? Io faccio parte di un governo dimissionario" (?!), abbiamo quindi capito che questo governo può permettersi qualsiasi minchiata… tanto è dimissionario.

Fonti Ue hanno affermato che le istituzioni europee non sono state informate della decisione maturata dalle autorità italiane, dopo che nei giorni scorsi Bruxelles aveva condannato la minaccia di Delhi di impedire all’ambasciatore italiano di lasciare l’India. Una incredibile doppiezza!

Intanto il premier indiano Manmohan Singh ha così commentato la notizia del rientro dei due militari italiani: “Siamo lieti dell’esito della vicenda che rispetta il processo giudiziario indiano”. La precedente mossa italiana di non rinviare Girone e Latorre in India dopo la licenza accordata per votare in Italia aveva esposto la debole coalizione guidata da Singh a duri attacchi dell’opposizione, che aveva accusato il premier di essere troppo morbido o addirittura colluso con le autorità italiane. La stessa Sonia Gandhi, la leader del Partito del Congresso, di origini italiane, aveva accusato l’Italia di “tradimento”.

Certamente, al momento, questo vergognoso voltafaccia ha una sola notazione positiva, l’Italia ha evitato uno scontro senza precedenti con un Paese, l’India, che ha le capacità di metterci in difficoltà economiche e diplomatiche enormi, ma tutta la gestione della vicenda pone il nostro attuale Governo in una luce d’insipienza che rasenta il dilettantismo.



4 réactions


  • Arrigo Garipoli (---.---.---.205) 25 marzo 2013 13:32

    Se Veramente teniamo all incolumità dei nostri due Marò , smettiamo di farne un caso Politico , una vicenda che poteva risolversi nel Perdono è stata usata da tutti per una Guerra di Opinioni e consensi Gettiamo il Silenzio del dimenticatoio e laciamo la giustizia trovare la diplomazia senza incitare gli animi delle mille fazioni, ricordiamoci anche le due vittime morte che hanno creato le due vittime vive e vicevera


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.200) 25 marzo 2013 14:53

    Il problema non è l’incolumità dei due militari tout court, il problema è la giustizia che dovrà fare il suo corso senza troppe interferenze politiche. La diplomazia deve concentrarsi sui fatti: le procedure dell’arresto erano corrette? Al momento io non ho capito, così come non molto ci è stato detto sull’evento in sè con nettazza: i due indiani morti erano pescatori o pirati?
    Se le procedure dell’arresto erano corrette non resta che attendere l’esito del processo e rimpatriare i connazionali per far loro scontare l’eventuale condanna in Italia; se non lo erano, male abbiamo fatto a non evidenziarlo con forza. Il resto è nell’articolo.


    • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.200) 26 marzo 2013 11:30

      Aggiungo che mi piacerebbe sapere per quale motivo il suolo patrio viaggiante non viene sorvegliato e "difeso" dai carabinieri che istituzionalmente avrebbero anche quel compito. I fucilieri sono per loro natura dei "guerrieri", pertanto meno propensi alla prudenza tipica dell’Arma.


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.200) 26 marzo 2013 16:10

    ULTIMA ORA

    «Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra». Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Giulio Terzi in Parlamento. Sul rientro dei marò in India, «la mia voce è rimasta inascoltata»: ha detto il ministro, dicendosi contrario al rientro dei due soldati in India.
    «Mi dimetto perchè per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perchè solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie». 


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