giovedì 28 novembre 2013 - Luigi Colella

Calabria. La nostra terra dei fuochi

Quasi quattro volte in più rispetto la media nazionale. Di questo primato che vede Paola (CS) e il suo territorio primeggiare, non possiamo farne un vanto. "Nella popolazione tra i 30 e i 34 anni, mentre in Italia la percentuale di ammalati per neoplasie raggiunge lo 0.739%, a Paola si arriva al 2.90%"... Questa è una delle tante dichiarazioni del dott. de Matteis che ha studiato e denunciato la particolare situazione che si vive nel nostro comprensorio.

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SBIRCIAPAOLA

La procura apre un'inchiesta. Il ministero manda gli ispettori che prelevano campioni dal fiume Oliva di Amantea. Poi? Il silenzio. Sono dell'avviso che più se ne parla più si desta l'attenzione della cittadinanza e delle istituzioni.

Allora raccontiamo. Ma facciamolo in tanti, facciamolo tutti. Per i media tradizionali non è più una notizia che fa vendere copie, eppure svolgono un servizio informativo, dicono, di pubblica utilità. Non si può abbassare la guardia su questioni simili. Non si può aspettare che capiti nelle nostre famiglie ciò che è già capitato in tante famiglie di nostri parenti, amici e conoscenti.

E' recentissima la notizia che lo Stato, "per non creare allarmismi" è stato detto, ha secretato per 16 anni le testimonianze del pentito Carmine Schiavone sullo smaltimento illegale di materiale tossico, anche radioattivo, in quella che oggi chiamiamo Terra dei Fuochi.

Eppure i prodotti di quelle terre campane sono tutti i giorni sulle nostre tavole sotto forma di formaggi, verdure, carni, acqua, ...

Il film documentario L'ultima spiaggia, nel quale l'autore Massimo De Pascale racconta lo storia della nave spiaggiata ad Amantea, probabilmente carica di fusti cancerogeni poi ritrovati nel greto del fiume Oliva, è ora visionabile in streaming da chiunque qui, eppure il silenzio continua ad essere assordante.

Il sit-in di protesta contro i silenzi sulle navi dei veleni, sui tumori, sulle mancate bonifiche dei nostri territori, previsto a Cetraro (clicca qui), è stato rimandato a data da destinarsi, causa allerta meteo. Eppure non era prevista la presenza di nessun nostro rappresentante politico a Roma o in Europa. E' questo il silenzio che più fa male.

Internet è un mezzo nel quale le notizie rimbalzano con una velocità che i media tradizionali non hanno. Notizie che possono arrivare su qualunque bacheca, anche di coloro i quali possono amplificare le nostre richieste d'intervento per questa tragica situazione.

Qui in Calabria non abbiamo padri Patriciello che stimolano le folle per far sentire le loro urla d'aiuto, che non hanno remore di fronte a prefetti arroganti (leggi qui e qui).

Non ne abbiamo. Eppure chi ci rappresenta politicamente nei palazzi che contano, è assiduo frequentatore del web, usa Facebook di continuo per raccontare le primarie o i congressi del suo partito, per far vedere quali conterranei ha ospitato a Bruxelles o a quale seminario di studi ha partecipato. A proposito dell'ultimo argomento, l’Associazione Nazionale ISDE, l’Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia e la Cooperativa Sociale Humanitas Sezione Napoli hanno promosso due giornate di incontri (venerdì 22 e sabato 23 novembre) presso l’Istituto Italiano degli Studi filosofici, Palazzo Serra di Cassano (Napoli) dal tema: “Il disastro ambientale della Campania, quali soluzioni per il risanamento ambientale?”

Un Convegno scientifico al quale ha partecipato, oltre al premio Nobel Prof. Carlo Rubbia ed altri autorevoli personalità, anche l'eurodeputato calabrese Mario Pirillo, membro della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. “Impegni e risposte della Politica” è stato il tema trattato dal rappresentante calabrese.

SbirciaPaola pubblicherà nei prossimi giorni gli atti della due giorni di Napoli nella speranza di poter attingere ad informazioni utili anche per la gestione dei casi nostrani.

Non abbassiamo la guardia, potrebbe capitare a ciascuno di noi testimoniare come coloro che hanno testimoniato nel video che segue. Era il 2010.

 



1 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.239) 1 dicembre 2013 20:05

    Ringrazio per l’articolo che -purtroppo- è molto interessante.

    Però mi resta misteriosa, e quindi non mi convince, la faccenda dei fusti. Se i fusti erano sulla nave spiaggiata, che senso avrebbe avuto prelevarli e andarli ad interrare nella/e briglie dell’Oliva?

    Si potrebbe ipotizzare che la stessa mafia delle navi affondate si sia accaparrata lo smantellamento di quella nave spiaggiata e che quindi abbia potuto prelevare segretamente i fusti. Ma non le conveniva buttarli nel mare piuttosto che andare ad interrarli clandestinamente nell’Oliva?

    Io sospetto che si tratti invece di due diversi carichi di rifiuti tossici. Il che sarebbe pure peggio.

    GeriSteve


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