martedì 18 febbraio 2020 - Anna Maria Iozzi

Buon Compleanno, Amico Fragile: oggi, Fabrizio De André avrebbe compiuto 80 anni

Genova, il mare, la chitarra, la dolcezza e il garbo raffinato di quella bellissima voce, con quel ciuffo ribelle e affascinante, ha conquistato le vette dei nostri cuori. Oggi, Fabrizio De André avrebbe compiuto ottant'anni. 

Peccato, che non sia più qui, con noi, a festeggiarli. Lo avrebbe fatto con la consueta compostezza di uomo di rispetto e di umiltà. Quell’umiltà che, lui, più di altri, ha saputo fare con il cesello dell’arte. Un autentico artigiano della società che tanto ha citato e bistrattato, per l’indifferenza che riserva agli emarginati. Il cantore degli ultimi si è sempre distinto con il rispetto di chi, ogni giorno, deve fronteggiare alle difficoltà della vita. Quella vita l’ha cantata e vissuta, con amore, verso gli altri.

“Pensavo: è bello che dove finiscano le mie dita debba, in qualche modo, incominciare una chitarra”, recitava un verso di una sua canzone nota, una delle più belle e profonde che, al meglio, incarnano la sua anima di Amico Fragile, quell’amico che tanta compagnia ci fa nei momenti di sconforto. 

Tante sono le immagini e le storie a cui De André ha voluto rendere omaggio con il cesello del vero intagliatore di parole. Il profumo del mare, i carruggi della sua “città vecchia”, Genova, richiamano la sua vita di traghettatore di “Anime Salve”, alla ricerca della solitudine come libertà del quieto vivere. Quante parole scritte in un solo verso. Quelle parole che non hanno bisogno di essere ascoltate, ma di essere capite e applicate nella vita di tutti i giorni. La sua voce, calda, limpida, ammaliante, ha conquistato le vette dei nostri cuori che battono all’unisono allo scorrere incessante di quella armoniosa melodia. De André incarna lo spirito degli esseri solitari. Chi, meglio di lui, ha navigato per sentieri oscuri alla ricerca della libertà umile, incontaminata dai guanti d’oro e d’argento dei borghesi. De André ha preferito che fossero le minoranze, quelle bistrattate, ad emergere nella società, perché, come diceva in una sua canzone, “dai diamanti, non nasce niente, dal letame, nascono i fior.”

È stato rapito all’Hotel Supramonte. Ha saputo perdonare chi gli ha fatto del male in quei quattro mesi. Ha sofferto la fame e la sete. Ha dato fiducia alla vita che, più volte, l'ha messo alla prova. Non è riuscito ad uscire vincitore dalla malattia che, in poco tempo, ce lo ha portato via, per sempre. "Fabrizio non è morto. Vive negli spazi profumati della poesia, che è eterna", ha affermato Fernanda Pivano, sua grande amica. Avrebbe meritato il Premio Nobel per il fascino e la grazia dei suoi versi. Il Premio più bello lo ha fatto a noi, esistendo su questa Terra. Grazie, per essere venuto al mondo e per averci reso partecipi di una vita, a tratti, difficile, ma bella da vivere, come tu ci hai insegnato a fare, in direzione ostinata e contraria.

Auguri, amico fragile.

Foto:Wikipedia



1 réactions


  • Giorgio Zintu Giorgio Zintu (---.---.---.27) 18 febbraio 2020 15:41

    E’ stato rapito all’hotel Supramonte? Il rapimento è avvenuto all’Agnata, a qualche chilometro da Tempio.


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