lunedì 27 dicembre 2021 - David Lifodi, La bottega del Barbieri

Brasile: il cacique Pankararé ucciso da un pistoleiro

L’omicidio avvenne a Brejo do Burgo (stato di Bahia) il 27 dicembre 1979 a causa del progressivo furto della terra ai danni degli indios da parte dei latifondisti. Storie simili, purtroppo, si ripetono ancora ai giorni nostri.

di David Lifodi

Brasile, 27 dicembre 1979. Angelo Pereira Xavier, cacique Pankararé, viene ucciso a colpi di pistola nella terra indigena di Brejo do Burgo, a 500 chilometri da Salvador de Bahia. Ad ucciderlo, il pistoleiro Antônio Vieira da Silva, nemico del cacique a causa delle sue battaglie per la difesa della terra.

L’ Associação Nacional de Apoio ao Índio scrisse allora che non si trattava di un semplice omicidio, ma di un assassinio consumatosi nel solco di un lungo genocidio. Quelle parole, purtroppo, ancora oggi sono attuali, poiché l’avversione nei confronti degli indios brasiliani da parte dei latifondisti non è mai venuta meno.

Il Cimi – Conselho Indigenista Missionário, sottolineò le responsabilità della Fundação Nacional do Índio, che non si era adoperato per effettuare una corretta demarcazione delle terre degli indios e, anche questo, non rappresenta una novità, soprattutto adesso che il Funai è stato svuotato di ogni funzione dal governo di Bolsonaro.

Il cacique rimase vittima di un’imboscata mentre stava recandosi a lavorare in una piantagione di Brejo do Burgo insieme al figlio Hermes, che riuscì ad evitare di essere colpito e cercò, inutilmente, di bloccare il pistoleiro, prima di essere costretto a desistere sia per soccorrere il padre sia perché si trovava ancora sotto il tiro dell’omicida. L’uccisione di Angelo Pereira Xavier fu rapidamente derubricata ad un vecchio regolamento di conti tra il cacique e Antônio Vieira da Silva, ma in realtà i mandanti della sua esecuzione furono i latifondisti.

Padre di sette figli, Angelo Pereira Xavier era il leader dei Pankararé, circa un migliaio di indios che, progressivamente, si erano visti sottrarre le terre dall’arrivo dei latifondisti bianchi nella zona di Brejo do Burgo.

Negli ultimi tempi le provocazioni dei bianchi erano cresciute, tanto da proibire agli indios di celebrare i loro rituali a suon di intimidazioni e minacce di morte. Un incontro tenutosi a Recife tra un delegato del Funai, membri dell’Esercito, rappresentanti degli indios e alcuni antropologi aveva sancito una sorte di patto di non aggressione tra bianchi e comunità, peraltro subito disatteso dai primi, che tornarono a minacciare pesantemente il cacique Pankararé. Il viaggio di Angelo Pereira Xavier a Salvador de Bahia per chiedere alla Secretaria de Seguranca Pública dello stato che fosse tutelata la sua incolumità non ebbe alcun esito, anzi. Le minacce di morte nei confronti del cacique crebbero e l’unica cosa che il leader indio ottenne fu la concessione del porto d’armi.

Angelo Pereira Xavier pagò con la vita le forti tensioni dovute alla lotta per la terra nella regione. Esempio di resistenza contro il furto della terra sostenuto dal governo dello stato di Bahia con la complicità della polizia e dei latifondisti, il cacique aveva sempre evitato lo scontro aperto, ma non aveva mai chinato il capo di fronte a coloro che si autodefinivano civilizados.

L’omicidio di Angelo Pereira Xavier, scrisse all’epoca l’Associação Nacional de Apoio ao Índio, rischia di dar vita ad uno scontro “di proporzioni incalcolabili” tra le comunità indios e i latifondisti. A quarantadue anni di distanza, purtroppo, in Brasile nulla è cambiato.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega




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