mercoledì 7 dicembre 2011 - UAAR - A ragion veduta

‘Avvenire’ assicura “Chiesa paga Ici su attività commerciali”, ma non è proprio così

Un editoriale del direttore di Avvenire Marco Tarquinio oggi si scaglia contro chi contesta alla Chiesa di non pagare l’Ici sulle attività commerciali. Si tratterebbe di un sospetto, “un fantasma che si aggira per l’Italia”. Tarquinio però rassicura: i “fantasmi non esistono”, anzi, si tratta di una “pura invenzione”. “Nessuna legge stabilisce un simile ‘privilegio’”, poiché “le attività commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli immobili che le ospitano”. ”Chi dice il contrario mente sapendo di mentire”, attacca il direttore, “chi riaccende ciclicamente la campagna di mistificazione sull’Ici non pagata non lo fa per caso, ma perché intende creare confusione, colpire e sfregiare un doppio bersaglio: la Chiesa e l’intero mondo del non profit”. Personaggi che “non sopportano l’idea che ci sia un ‘altro modo’ di usare strumenti e beni” e anzi “vorrebbero riuscire a tassare anche la sussidiarietà, facendo passare l’idea che sia un business”. E punta il dito contro i “militanti del Partito radicale e politicanti male ispirati e peggio intenzionati”.

Utile ribadire che l’esenzione Ici di cui godono le proprietà della Chiesa, che viene denunciata dall’UAAR e da altri, è quella che riguarda edifici destinati ad “attività non esclusivamente commerciali”. Una dicitura ambigua che di fatto permette a tanti enti religiosi di non versare il dovuto nonostante i lauti guadagni e che distorce la concorrenza, favorendoli nei confronti degli altri imprenditori privati.

Per una somma totale stimata (dall’Associzione dei comuni italiani, non dall’UAAR) a mezzo miliardo di euro. Circostanza su cui Tarquino tace, agitando come spauracchio (anzi, appunto, come “fantasma”) una presunta volontà da parte dei ‘laicisti’ di tassare le attività benefiche senza fini di lucro. Ma il tutto è ben documentato anche nell’indagine UAAR sui costi della Chiesa, alla voce ‘Esenzione Ici‘.

Valentino Salvatore



2 réactions


  • (---.---.---.122) 8 dicembre 2011 03:56

    La chiesa cattolica e’ una delle forme distorte del credo umano che si insedia nell’anima.

    Una religione non meno arrogante dell’ebraismo e dell’islamismo, una rappresentazione delle umane miserie.

    Ma chi ci risarcisce dai banchieri ebrei, dalle finanziarie ebraiche, dalle agenzie di rating dei rabbini, dalle pesanti ingerenze di Israele sull’Inghilterra, l’Ucraina e gli USA. Ebrei non meno avidi dei Cristiani e Musulmani che invadono sottilmente governi e meno sottilmente paesi con i marines.

    Chi ci risarcisce della benzina arabo/musulmana che chi dissangua da 100 anni, quando potremmo circolare ad acqua fresca?

    L’impero del male e’ insito nelle religioni, dove Dio non centra niente. Prospero Arielli.


  • (---.---.---.2) 9 gennaio 2012 12:02

    E invece è proprio così: anche la dicitura "non esclusivamente commerciali" su cui si basa tutta la polemica anticlericale del trio radicali-massoni-comunisti non riguarda solo gli enti ecclesiastici, ma solo il non profit. E se si è ritenuto necessario introdurla è perchè si avevano in mente situazioni ben precise che meritano l’esenzione e sarebbero state colpite da un’impostazione troppo "radicale" (è il caso di dirlo).
    Volete un esempio? Bene: se, poniamo, l’Associazione malati oncologici costruisce una residenza destinata a ospitare i familiari dei pazienti che si trovano ricoverati per lunghe degenze è del tutto comprensibile - nonostante la finalità di indubbio valore morale, sociale, solidale - che chi gestisce la struttura chieda una quota di partecipazione alle spese (la cifra sarà sensibilmente inferiore a ciò che l’ospite pagherebbe in un albergo). Quindi la struttura presenterà i connotati di una iniziativa appunto "non esclusivamente commerciale", ma un pò commerciale sì, diamine, o viviamo su Marte? Solo perchè fa pagare una retta quella struttura dovrà perdere l’esenzione dall’ICI?
    O vogliamo mica far pagare l’ICI sulla sede dell’’Associazione per le leucemie solo perchè quest’ultima vende le stelle di Natale per autofinanziarsi?

    Luigi Murtas - Cagliari


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