lunedì 15 ottobre 2012 - UAAR - A ragion veduta

Avvenire arruola anche i Nobel per la medicina contro la ricerca sulle staminali embrionali

Continua il pressing della Chiesa per limitare la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali. Anche puntando in alto, a livello europeo, per condizionare in senso restrittivo il programma quadro Horizon 2020: una strategia già denunciata dalla Federazione Umanista Europea, di cui l’Uaar fa parte, e che è sfociata in una serie di emendamenti sostenuti da scienziati di tutta Europa (tra i quali anche Maurizio Mori della Consulta di Bioetica).

In nome della “difesa della vita”, le gerarchie ecclesiastiche cercano infatti di spingere per un’agenda no-choice. Al punto di arrivare a strumentalizzare il recente Nobel a Shinya Yamanaka e John Gurdon (nella foto), come ha fatto il quotidiano dei vescovi Avvenire. Il Nobel per la medicina è stato assegnato per il 2012 ai due ricercatori per i loro pionieristici studi sulla riprogrammazione delle cellule staminali pluripotenti indotte che aprono straordinarie prospettive alla ricerca scientifica e alla cura delle malattie. Diversi opinionisti cattolici hanno prontamente colto la palla al balzo per piegare a proprio uso gli studi sulle iPS (inducted pluripotent stemcells) e presentarlo come argomento contro la ricerca sulle embrionali.

Lo fa notare anche la European Parliament Platform for Secularism in Politics, schieramento trasversale di europarlamentari laici che in sede comunitaria si impegna per la difesa dei diritti contro le invadenze confessionaliste. Un comunicato EPPSP, sottoscritto sia da associazioni laiche e di atei e agnostici e sia da gruppi religiosi, anche cattolici, contesta proprio il fatto che le scoperte dei Nobel siano “usate come pretesto per ostacolare la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane”. Evidenziando come tutte le ricerche sulle staminali siano “promettenti a livello terapeutico” e che “dovrebbero essere incoraggiate tutte le opzioni”. L’intergruppo si appella anche quindi all’Unione Europea affinché “continui a contribuire a questo consistente progresse per l’umanità senza visioni dogmatiche”.

Assuntina Morresi su Avvenire, si spinge invece persino a eleggere i Nobel a numi tutelari della legge 40. A favore di una norma controversa e già inadeguata, smontata da alcune sentenze in Italia e bocciata anche dalla Cedu. Il governo pensa di presentare ricorso contro la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, per salvare questa legge. Eventualità contro cui si stanno mobilitando ambienti laici – tra cui l’Uaar – con una petizione indirizzata al presidente del consiglio Mario Monti. L’appello è stato lanciato l’altro ieri e ha già avuto un buon successo: invitiamo a firmarlo e diffonderlo ancora.

L’intento dei clericali è di mettere ancora una volta in contrapposizione la “buona” scienza – quella che si interessa anche alle staminali adulte – alla “cattiva” scienza – che invece sacrifica le embrionali. E auspicando di fatto che si amputi un filone scientifico promettente per seguire l’unica strada eticamente corretta, sulla base di una rigida impostazione dogmatica. Già a marzo il Vaticano aveva cancellato una conferenza sulle staminali perché dovevano essere presenti ricercatori che facevano studi anche sulle embrionali.

Questo approccio chiuso ignora volutamente che certe scoperte sono spesso frutto di una interazione virtuosa tra diverse opzioni, come ricostruisce bene Armando Massarenti su Il Sole-24 Ore. Lo stesso Yamanaka, che si era posto dei problemi etici, ha ribadito che non avrebbe mai potuto fare le sue scoperte se non ci fossero state le ricerche sulle embrionali. “Ora che ha vinto il Nobel, forse abbiamo qualche chance in più di non sentir più pronunciare la formuletta pseudoetica secondo cui la ricerca sulle embrionali è «inutile»”, azzarda – e spera – Massarenti. Siamo meno ottimisti su questo punto, perché da anni ormai i ‘difensori della vita’ hanno montato una campagna di delegittimazione aggressiva, tesa a colpevolizzare chi sostiene l’autodeterminazione delle donne e la ricerca sulle embrionali.

Ci sentiamo di condividere le parole di Massarenti, già stimato autore di Staminalia (dedicato proprio a queste tematiche): perché “le embrionali sono utili quanto le adulte e quanto le iPS” e “non ci sono scorciatoie nella ricerca: almeno al momento”. D’altronde, non “si può esagerare, come è stato fatto – fino a indurre un magistrato veneziano a somministrare a una bimba una cura inefficace a base di staminali mesenchimali – la portata delle cure già esistenti grazie alle staminali adulte”.

Contro i tentativi confessionali di orientare il governo italiano e il Parlamento europeo è necessario ribadire che la scienza, per progredire, ha bisogno di un approccio davvero laico, equilibrato e che esplori le varie possibilità che le si presentano. Un buonsenso che si basi sulle ricerche e sulle evidenze, e non su dogmi indiscutibili.



2 réactions


  • (---.---.---.101) 15 ottobre 2012 18:54

    Dai premiati col Nobel mi aspetto di tutto da quando Rubbia ha svenduto
    la sua integrità scientifica e si era messo al soldo di Pecoraro Scanio.
    Sì proprio del Pecoraro Scanio di cui s’ode ancora il frastuono
    delle sue balle sul clima fatte cadere con clamore
    durante la conferenza mondiale della tre giorni sul clima a Roma.


  • (---.---.---.101) 15 ottobre 2012 18:56

    Ho dimenticato di firmare l’intervento precedente.

    Renzo Riva
    Buja - UD


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