venerdì 15 giugno 2018 - Pressenza - International Press Agency

Aquarius: una testimonianza dalla nave

Riportiamo qui di seguito il racconto di Alessandro Porro, un volontario del SAR team (Search and rescue, Ricerca e soccorso) che si trova a bordo della nave Aquariues di SOS MEDITERRANEE Italia.

‘L’Aquarius si trova di fronte al golfo di Orosei. Il mare è calmo e il vento si è abbassato. Molte persone sono sul ponte a guardare la Sardegna. Sullo sfondo c’è chi dorme, chi lava la biancheria e chi gioca a dama su una scacchiera autocostruita. La situazione sembra più calma degli ultimi giorni, anche se le persono che abbiamo soccorso sono esauste. Molti continuano a chiedere “quando arriveremo?”. Sono in mare già da 6 giorni. Uno sui gommoni e 5 sull’Aquarius. E prima, per mesi nei centri di detenzione in Libia. I mediatori culturali cercano di capire cosa hanno passato. Queste persone raccontano di rapimenti, stupri e torture. Uno di loro, 18 anni, ci ha raccontato della notte in cui lo abbiamo soccorso, sabato scorso.

“Eravamo 135 sul gommone. Quando siamo partiti era completamente buio. Nessuno di noi aveva un salvagente. Loro volevano molti soldi da noi, nessuno ne aveva abbastanza. Abbiamo passato almeno 24 ore in mare prima di essere soccorsi da voi. Prima che arrivaste, il gommone era quasi pieno di acqua, io ero spaventato. Quando sono finito in acqua era freddo e sono rimasto completamente nudo. La gente attorno si aggrappava a qualunque cosa. Ho dovuto combattere per prendere un giubbotto di salvataggio quando li avete lanciati in acqua. Dopo un po’ sono riuscito a prenderne uno. Poi mi avete tirato fuori dall’acqua e portato dal medico. Sono grato a ognuno su questa barca.”‘

 

 

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-gr...



13 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.240) 17 giugno 2018 22:21

    CIO’ CHE IL VOLONTARIO NON DICE.

    E’ evidente che chi stava a mollo in mezzo al mediterraneo sia molto contento di essere stato "salvato".

    Però qui ci sono due faccende che non si dicono, e forse è una sola.

    - Perchè mai quel diciottenne è stato indotto ad imbarcarsi su un natante certamente insicuro?

    - Perchè mai il salvataggio di un naufrago deve corrispondere ad un diritto di fatto ad immigrare in Europa?

    Se questi "naufraghi" venissero rimorchiati là da dove si sono imbarcati queste orribili storie finirebbero e le ong la smetterebbero di favorire la tratta di africani.

    GeriSteve


    • claudia (---.---.---.86) 18 giugno 2018 07:52

      1° indotto?


      2°il salvataggio a cosa dovrebbe corrispondere? a rimandarlo da dove è venuto? 

      Se venissero rimorchiati dove si sono imbarcati sarebbero in un centro di detenzione libico per migranti, che non devo spiegarle come funziona. 

      Francamente non capisco il punto del suo discorso e di quelli simili al suo. Una persona non ha il diritto di scappare da una situazione che uccide e violenta? o solo da una situazione che non vuole? 

    • gottardo (---.---.---.204) 18 giugno 2018 19:48

      Signora Claudia,

      io capisco il suo punto di vista e ne condivido il lato umano, ma a tutto c’è un limite. Sarei d’accordo a dare a tutti gli Africani, a tutti gli Indiani, a tutti i Cinesi, ai Cubani Messicani Eccetera condizioni di vita degne del XXI secolo. Ma IN ITALIA non ci sono risorse per tutte quelle persone. Non ci sono neppure in TUTTA EUROPA. Ci vorrebbe un piano MONDIALE, con risorse mondiali, invece abbiamo un piano EUROPEO con risorse solo italiane. E non si dimentichi di quello che l’Europa ha fatto alla Grecia. Fino a quando non ci sarà una presa di coscienza e di responsabilità almeno paneuropea è, anche moralmente, sbagliato piegarsi a questo stato di cose, perchè ciò implica accettare (e approvare) l’ipocrisia altrui (e magari anche la nostra).



  • Fabio Della Pergola (---.---.---.222) 20 giugno 2018 08:36
    Non è strano né inaspettato. I sostenitori dei respingimenti - gialloverdi - non sono altro che i sostenitori di tutte le logiche xenofobe e sovraniste, comunque mascherate, che circolano in Italia.
    Quello che dicono è "tutta l’Africa non ci sta in Italia. Quindi non si può fare altro che respingere". Quello che non dicono è "in sei mesi sono arrivati meno di 15mila persone", un numero irrisorio in un paese di sessanta milioni di abitanti con una percentuale totale di immigrati che non arriva all’8% della popolazione.
    Quello che dicono è la razionalità del calcolo e dei numeri (ipotizzati, cioè - a oggi - falsi). Quello che non dicono è che la loro logica è disumana e potenzialmente genocidaria.

  • Fabio Della Pergola (---.---.---.222) 20 giugno 2018 08:37

    e meno male che questo era il nuovo che avanza!


  • Enzo Salvà (---.---.---.98) 20 giugno 2018 11:05

    Signora Claudia, da tempo ormai, ma ora oltre ogni limite, i princìpi di umanità, soccorso, solidarietà vengono piegati e spiegati con questioni "pratiche" e "tecniche"

    Succede sempre così: condivido.... dal lato umano, "ma ....   . 
    In quel ma... c’è tutta la disumanità, la violenza, la soppressione dei diritti "spiegati molto bene"  , il resto lo ha scritto bene FDP. 
    --- e questo è solo l’inizio ---
    Un Saluto
    Es.

  • gottardo (---.---.---.18) 20 giugno 2018 13:06

    Cari signori Della Pergola e Salvà,

    è facile fare i finocchi col culo degli altri o, detto più chiaramente, è facile parlare delle cose descrivendole solo da un lato. Se a voi pare giusto il trattato di Dublino, e il comportamento dei nostri amici europei, allora avete ragione ad esprimervi come fate. Ma se non siete d’accordo con l’impostazione corrente, o vorreste maggiore responsabilità dall’Europa, o meno speculazione intorno agli immigrati, o meno tasse, o liste d’attesa più corte per le prestazioni sanitarie, o meno criminalità di necessità... allora ditelo chiaramente: gli italiani devono e dovranno continuare a vivere in un paese in sfacelo, bistrattato da tutti (immigrati compresi: provate a lavorare nella sanità).

    Ricordate che non esistono solo il bianco e il nero, ma occorre cercare compromessi sostenibili ed equi e sovente ciò è difficile.


    • claudia (---.---.---.86) 20 giugno 2018 13:20

      Caro Gottardo, 


      mi faccia l’esempio di un momento in cui lei è "bistrattato" a causa di un immigrato per favore. Così capiamo di che parla. 
      Perché se fa troppa fila per il ticket e in coda davanti a lei ci sono persone di un altro colore questo non è essere "bistrattato". 



    • gottardo (---.---.---.18) 20 giugno 2018 15:16

      Signora Claudia,

      non faccia come troppa altra gente: nei miei scritti lei non ha mai trovato accenni a "persone di un altro colore", io non sono razzista, e molta gente contraria all’immigrazione incontrollata è accusata ingiustamente di razzismo o xenofobia. Lei, come Dalla Pergola e Salvà, e altri, fa volutamente (o inconsciamente, che è anche peggio) confusione sul linguaggio.

      Quindi: immigrati e persone di un altro colore NON sono la stessa cosa, chiaro?

      E già che ci sono, preciso che ho scritto "bistrattato da tutti", riferendomi non solo agli immigrati, ma soprattutto a certi diplomatici/ministri/governi esteri (e sono molti, ci pensi) che si permettono di dire (e anche fare) cose che, se fosse in mio potere, punirei senza indugi.

      Comunque, se proprio lo vuole sapere, di bistrattamento ne so qualche cosa per esperienza diretta, anche in ospedale; parlo di prepotenza, di mancanza di rispetto per le regole (tralascio, non voglio fare reportage horror).

      Il problema di fondo è quando persone con una cultura diversa dalla nostra pretendono d’imporre a noi il loro modo di fare: per esempio mangiare e bere chiassosamente di notte sopra la mia testa, perchè di giorno rispettano il digiuno religioso. Oppure mettere il quarto di bue o chissà cos’altro, a frollare (meglio dire imputridire) sul balcone davanti al mio. O dover vedere la giovane vicina cacciata di casa per il rifiuto di mettere il velo, e non doversi permettere neppure di aiutarla per evitare lo scontro di civiltà (civiltà?).

      E’ un problema da porsi, non da nascondere dietro discorsi fuori dalla realtà: se il mio vicino di casa caccia la figlia che non sa neanche dove andare a dormire, devo rispettare la sua cultura o la mia? Se vengono a dirmi che la vista del crocefisso disturba qualcuno, posso rispondere che io sono disturbato da certi altri comportamenti, o no? Potrei continuare e parlare di altri argomenti come il caporalato, o di reati impuniti (ero interrogato dai carabinieri mentre il colpevole stava tranquillamente in piazza: "non abbiamo il posto per tenerlo dentro, le celle sono tutte occupate da...").

      Insomma signora Claudia, lei non si è accorta di niente? Io sì.


    • claudia (---.---.---.86) 20 giugno 2018 16:53

      Gottardo, 


      lei non ha mai avuto discrepanze con i vicini/amici/famigliari nella sua vita prima che arrivassero culture "altre"?


      per esempio: anche solo per sentito dire suppongo che ad alcuni milanesi negli anni sessanta o settanta dessero fastidio i nuovi vicini pugliesi che, magari, friggevano le melanzane (tanto per dirle una cosa a caso...). 

      Io ho una cugina che a 14 anni è stata fatta fidanzare in casa con una persona che conosceva appena. in Italia, negli anni Ottanta. da una italianissima famiglia calabrese. 

      se vuole accogliere o aiutare la figlia del suo vicino che non si vuole mettere il velo lo faccia! sarà un’italiana grata a un vicino e crescerà in una società solidale... s

      La sua civiltà o la sua cultura sulla base di cosa l’ha costruita? 
      la maleducazione o l’educazione, la gentilezza o il rispetto, l’arroganza o qualunque altra cosa le piace (o non le piace) non hanno a che fare con queste "culture diverse" che nomina. 

      Non glielo chiedo con polemica: ma davvero, gli italiani che chiedono, da anni, la rimozione del crocefisso nelle scuole non li ha mai sentiti nominare? io sono per la rimozione dei segni religiosi negli edifici pubblici, non sono musulmana, sono laica. 

      è d’accordo con tutti i suo vicini? perché magari c’è chi festeggia il Ramadan (la fine) ma magari ci sono pure degli studenti che fanno festa il mercoledì sera... anche loro le stanno imponendo una cultura altra? 

      non le sembra che si tratti ci cose normalissime, solo che appunto, cambia il "colore" o il "cognome" delle persone in questione? 



  • Enzo Salvà (---.---.---.98) 20 giugno 2018 17:30

    Sig.gottardo, ribadisco che dopo il ma..... arriva di tutto, anche il crocefisso che per dirla facile facile, al secondo comandamento del padre recita, ama il prossimo tuo come te stesso; e non sono credente. Dublino: è dal 1990 che abbiamo leggi sull’accoglienza, dal 2002 addirittura le definizioni di SPRAR, CAS, ecc. solo che i nostri governi non hanno fatto nulla, anzi i leghisti, la legge è la Bossi-Fini, in questi anni si sono sempre opposti allo SPRAR ed il 3xmille, che invece funzionicchia abbastanza. 

    Dublino, e tutto quanto ha a che fare con i trattati, sono fatti e sottoscritti da ogni singolo Paese Europeo; vi lamentate, ma i paesi sovranisti vostri cari amici oltre a LePen, Farage, AfD tedesco, sono quelli che si oppongono a voi.

    Direi però che non sono io quello che fa il finocchio con il suo culo: Lei si lascia infinocchiare da chi, nel suo contratto del cambiamento, ha dimenticato ahinoi, la lotta a oltre 100 miliardi di evasione fiscale, alla criminalità organizzata, al lavoro nero, anche al caporalato che Lei cita.

    Non credo di dire nulla di strano dicendo che l’integrazione degli immigrati, sia quelli con permesso di soggiorno che tutti gli altri, sta in capo prima di tutto e soprattutto nella fase iniziale, agli italiani ed alle istituzioni italiane.
    Però va bene così ...... siamo umani, ma......!
    Un Saluto
    Es. 

  • gottardo (---.---.---.18) 20 giugno 2018 20:20

    Gentili signori,

    mi sembra che si continui ad andare fuori tema. Se i meridionali davano fastidio perchè avevano usanze friggitorie non contemplate dai milanesi, è o non è un problema di cultura? Signora Claudia vuole dirmi che, siccome i meridionali davano fastidio, occorreva accettare quei fastidi e accettare ora quelli musulmani? A me non interessa se a darmi fastidio è un arabo o un calabrese, se mi da’ fastidio reagisco: soprattutto se il fastidio è causato da comportamenti SANZIONATI dalla legge italiana, come andare in giro col viso coperto, cacciare di casa i minorenni, ubriacarsi perchè incapaci di gestire l’alcool, fare chiasso di notte, tagliarmi le gomme dell’auto (non ho accolto la vicina, mi sono appena permesso di proporlo per non chiamare i carabinieri). E’ una questione di rispetto degli altri, una cosa che si impara per cultura. E comunque aggiungo: io non credo che tutti i musulmani siano incivili, anzi lo so per certo. Ma statisticamente i problemi ci sono davvero, è evidente, e lo so anche perchè faccio lunghi e civilissimi discorsi con un amico, guarda caso libanese e musulmano. Questo amico è una persona civile, ma le nostre idee sono profondamente diverse; e dire che è una persona informatissima, modernissima, intelligentissima, ma... irrimediabilmente diversa da me, dagli italiani.
    E comunque, gli studenti che fanno chiasso la sera mi sono capitati una volta. Sono uscito sul balcone, gli ho chiesto di smettere, hanno smesso e il giorno dopo amici come prima. I musulmani il ramadan lo fanno una volta l’anno, ma la differenza con gli studenti è che i musulmani sono convinti di essere nel giusto (che cosa c’è sopra l’Islam? Nulla: anche la società deve sottostare alla legge suprema e io, in qualità d’infedele, sono un essere inferiore).
    E badi, signora Claudia, che per la mia esperienza non ho nulla da eccepire sui cinesi, per esempio. Sono puliti, silenziosi e rispettosi e molti di loro sono anche simpatici (problemi economici a parte, non so se l’accenno basta a farle capire a che cosa mi riferisco - forse no).
    Per concludere il fuori tema: educazione, arroganza, rispetto hanno moltissimo a che fare con la cultura, mi dispiace per lei. Anche le politiche sociali hanno a che fare con la cultura (pensi alle differenze fra Europa, USA e Australia, e noti che la gran Bretagna ha una cultura anglosassone in comune con USA e Australia, ma è molto diversa - sarà perchè è anche europea?).

    Stiamo andando fuori tema perchè il mio primo post riguardava soltanto le risorse necessarie per l’accoglimento, un problema prettamente politico/gestionale, ma poi qualche furbone ha deviato il discorso sulla xenofobia, sul giallo-verde, tacitamente pure sul fascismo. Come se dire che a tutto c’è un limite implicasse l’essere razzisti, grillini o leghisti o fascisti.

    Signor Salvà: come si permette di decidere, lei, quali sono i miei paesi amici o i miei partiti esteri preferiti? La correggo: non sono lepenista, non ho nulla da spartire con AfD, sono molto critico su molti aspetti di Farage. Non è lei che sta andando fuori tema? E riguardo al secondo comandamento si faccia una domanda: è meglio per l’umanità seguire un percorso di crescita, magari sanzionando chi si comporta male, oppure accettare supinamente le imposizioni di una cultura buonista ma poco lungimirante? Mi fermo qui.


    • Enzo Salvà (---.---.---.98) 21 giugno 2018 08:30

      buonista "e" lungimirante, io non accetto nulla supinamente quando di tratta di princìpi.


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