giovedì 15 ottobre 2020 - Riccardo Noury - Amnesty International

Amnesty International ad Amazon: “Rispetti i diritti dei lavoratori”

“Rispettiamo i diritti dei lavoratori a fondare, aderire o non aderire a sindacati o ad altri organismi legittimi di loro scelta senza timore di rappresaglie, intimidazioni o persecuzioni”.

Queste sono le parole con cui un portavoce di Amazon ha risposto a Recode, che il 6 ottobre aveva reso pubblico un memorandum interno secondo il quale l’azienda di e-commerce era pronta a investire centinaia di migliaia di dollari per monitorare le “minacce” sindacali attraverso un sistema tecnologico chiamato “geoSPatial Operating Console”.

Un mese prima, Amazon aveva pubblicato un bando per cercare un “intelligence analyst” col compito di individuare i rischi aziendali, comprese “le minacce dei lavoratori organizzati contro l’azienda”. Il bando è stato poi rimosso: era stato pubblicato per errore…

Sempre a settembre, secondo documenti interni ottenuti da Vice News, Amazon aveva avviato un monitoraggio e un’analisi sui gruppi Facebook dei suoi lavoratori: tra gli obiettivi, quello di scoprire le proteste e le azioni sindacali in programma.

Niente di particolarmente nuovo nelle relazioni tra l’azienda e i sindacati. Negli ultimi anni Amazon UK ha ripetutamente diffidato il sindacato GMB, i cui esponenti si erano limitati a parlare coi lavoratori all’esterno dei luoghi di lavoro. E il personale delle Risorse umane di Amazon Uk ha sequestrato e strappato i volantini del sindacato distribuiti ai lavoratori.

Più di recente, negli Usa, i lavoratori di Amazon che avevano osato esprimere preoccupazioni per la sicurezza sul lavoro durante la pandemia da Covid-19 hanno subito procedimenti disciplinari e in alcuni casi sono stati licenziati.

Sono queste le ragioni per cui, in occasione dell’Amazon Prime Day iniziato ieri, Amnesty International ha chiesto all’azienda di rispettare i diritti dei lavoratori, in particolare quello di costituire sindacati e di iscrivervisi.

La richiesta è diventata pubblica a seguito di crescenti preoccupazioni sulla sorveglianza delle attività sindacali da parte di Amazon e dopo che, il 21 settembre e il 5 ottobre, due lettere di Amnesty International che sollevavano queste preoccupazioni erano rimaste, e rimangono tuttora, inevase.

Eppure l’azione sindacale è stata preziosa proprio durante la pandemia.

In Italia il sindacato dei lavoratori di Amazon ha ottenuto la firma di un accordo che prevede “costanti procedure di pulizia e sanificazione, programmazione delle attività lavorative e organizzazione delle postazioni di lavoro che garantiscano sempre una distanza minima di due metri tra i lavoratori”.

Lo stesso è accaduto in Francia, a conferma di quanto sia fondamentale, in un periodo come questo, il legame tra il diritto di organizzarsi in sindacati e di condurre trattative a nome di tutti i lavoratori e il diritto dei lavoratori alla salute e al benessere.




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