mercoledì 21 ottobre 2009 - Emilia Urso Anfuso

Allarme rosso: siamo tutti malati. ...Di medicine

Se tutta l’Umanità vivesse in salute, le industrie farmaceutiche dovrebbero re-inventarsi un business diverso. Le imprese farmaceutiche devono il loro “successo” economico alle cattive condizioni dell’Umanità. Siamo esse reali, e quindi conseguenza di un qualcosa che perde equilibrio all’interno del complicato sistema dell’organismo umano, siano esse malattie indotte da una serie incredibile di messaggi più o meno occulti che le stesse industrie farmaceutiche veicolano attraverso sofisticate metodiche di marketing a livello mondiale.
 
Insomma: un comparto industriale che necessita di malati. Molti malati. La cui guarigione non è assolutamente l’obiettivo da raggiungere. Anzi. Provate ad immaginare di essere il titolare di una impresa che produce medicine. Solo così potrete riflettere meglio sul concetto drammatico per cui: più malati più denaro.
 
A livello internazionale le industrie di settore devono trovare nuove malattie. Nuovi criteri di malessere organico. Nuove metodiche che devono condurre l’umanità ad assimilare uno stato di malessere continuo per cui si necessita ora di questo ora di quel medicamento.
 
A seconda del periodo dell’anno poi, si preme l’acceleratore su necessità diverse. Così, se l’Estate è la stagione dei prodotti dimagranti, abbronzanti (per bocca), energetici, l’Inverno apre con la convulsione delle prime sintomatologie da raffreddamento. L’Umanità di oggi sembra non potersi permettere di starnutire!Nossignore. Nell’epoca del benessere ad ogni costo, si cura sempre più spesso ciò che malattia non è. Uno starnuto è la reazione naturale del nostro organismo ad una infreddatura. Verosimilmente, bloccare fin dalla prima comparsa un sintomo non fa altro che mantenere nell’organismo quel male che non è stato bloccato dalle medicine, bensì semplicemente “contraffatto” da qualcosa che fa apparire risolto il problema.
 
Curare i primi sintomi di qualsiasi cosa, fa si che l’organismo pian piano non sia più in grado di riconoscere un male e di conseguenza mettere in atto – in maniera del tutto naturale – una serie di reazioni scatenate per attaccare la patologia insorgente.
 
In pratica: diviene difficile, bloccando agli esordi un sintomo, riconoscere poi l’eventuale patologia che qual sintomo voleva palesare. Bloccando qualsiasi messaggio dell’organismo, si crea nel tempo una incapacità a sostenere quelli che appunto sono più dei campanelli di allarme che vere patologie. E se il corpo non riconosce questi semafori rossi, un giorno potrebbe non inviare nemmeno più messaggi di allerta.
 
In qualche modo, si sta generando una corsa compulsiva ad uno stato di benessere che in realtà è totalmente fittizio. Generato dal concetto per cui l’umanità è più “vincente” se con uno stato di salute, energia e benessere totale ed assoluto.
 
Inolre, il ricorso all’automedicazione con prodotti da banco - vendibili senza ricetta del medico - va ad alimentare un grosso canale della distribuzione farmaceutica che si sviluppa col "solo" lavoro della strategia di Marketing operata a seconda del periodo dell’anno.
 
Dati alla mano, nel 2007 sono state vendute 332 milioni di confezioni di prodotti da banco - ben il 19% del totale di medicine vendute) che peraltro il più delle volte vengono assunti senza nemmeno leggere il foglio illustrativo interno per verificare eventuali effetti collaterali dannosi o addiritura incompatibilità con l’assunzione di altri farmaci.
 
Di contro, nuove e più complesse malattie sorgono nella nostra epoca: dall’HIV, alle pandemie virali, ai tanti casi di SLA (Sindrome Amiotrofica Laterale) e le tante altre malattie che un tempo non venivano registrate perché...inesistenti. A quanto pare, sta cambiando la qualità delle malattie, a “beneficio” di patologie che sfregiano gravemente l’organismo.
 
Qualcuno dubita che alcune patologie vengano addirittura decise a tavolino e sviluppate attraverso strategie da film dell’orrore: i veicoli per una contaminazione di massa in realtà esistono. Basti pensare agli acquedotti, all’aria, alle stesse medicine che promettono di curare un male e magari – consapevolmente da parte di chi le produce – ne creano un’altro.
 
In effetti, i tanti – a volte troppi – effetti collaterali di certe medicine sortiscono mali più gravi della stessa malattia che dovrebbero curare.
 
Un esempio per tutti: i farmaci usati in psichiatria che, ad una attenta lettura del bugiardino (il foglio illustrativo interno alle confezioni) palesano effetti collaterali incredibili, fra cui – incredibilmente a volte – gli stessi sintomi ma maggiorati, della malattia psichiatrica da curare.
 
Fare chiarezza è sicuramente difficile. Non prendere farmaci assolutamente sconsigliabile, in special modo per alcune gravi patologie. Ma è altrettanto difficile trovare una ragione, un metodo ed un criterio per non cadere coinvolti in un giro senza fine, fatto di medicamenti che curano addirittura gli effetti collaterali di altre medicine.
 
Se la virtù sta – ancora – nel mezzo, curiamo sicuramente le patologie più serie, ma non corriamo dal medico per un paio di starnuti. Potremmo scoprire che dopo aver starnutito, il passo successivo è solo una stupida infreddatura che passa in mezza giornata.
 


3 réactions


  • (---.---.---.56) 24 ottobre 2009 22:51

     Per la cronaca malattie come la SLA adesso si conoscono più di una volta solo perchè adesso ci sono i mezzi per riconoscerle. Una volta i casi di SLA venivano archiviati come "deperimento". Non è certo una malattia nata l’altro ieri, è solo una malattia con una diagnosi un po’ più complessa delle altre... Pare che anche Mao ci sia morto...


    • (---.---.---.56) 24 ottobre 2009 23:01

       Sono sempre io... Per la cronaca SLA significa Sclerosi Laterale Amiotrofica, non Sindrome!


  • (---.---.---.71) 25 ottobre 2009 10:54

    Si chiama Sindrome quando ci si riferisce al complesso di manifestazioni date dalla malattia

    Dal Sito: Healt Care iTALIA

    http://www.hcitalia.it/hcipedia/approfondimenti/sla-sindrome-laterale-amiotrofica/

    Dal Sito: Logopedisti Italiani

    http://www.fli.it/index.php?option=content&task=view&id=44&Itemid=173

    Un caro saluto

    Emilia Urso Anfuso


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