giovedì 18 dicembre 2008 - nonmiarrendo

All’ospedale della libertà e del progresso

Crescere, crescere, crescere. Imperativo categorico, per uomini e cose. Crescita della produzione, crescita del consumo, crescita dei bisogni, delle voglie, delle manie. Una crescita sproporzionata ed incondizionata.

Il governo italiano esulta, abbiamo salvato le nostre aziende.

Vorrei esultare anch’io. Ma, approfondendo, capisco che il governo dell’Italia unita (cioè: unita dai banchieri), potrà rivedere, cioè rinegoziare, il suo impegno a raggiungere per il 2020, il 20% di energie rinnovabili.

Traduco: in cambio della “crescita” come valore assoluto dell’economia, le nostre aziende potranno inquinare.

Traduco meglio: per far guadagnare di più agli industriali, che del popolo italiano se ne fottono altamente, ci saranno altri danni all’ambiente e migliaia e migliaia di tumori.

Traduco per i “non udenti”: la politica ha fatto un altro servigio ai suoi finanziatori, spacciando questo servilismo per tumori un’operazione sociale e, quindi, prendendoci in giro, facendoci un danno, lo spacciano per un aiuto a noi, popolo.

Come mi divertirei a trovare, nella storia degli ultimi 150 anni, tutti gli “aiuti” che lo stato ha fatto a noi del Sud. Ma non voglio divertirmi, voglio incazzarmi, sì, nel letto dell’”ospedale della libertà e del progresso”, voglio urlare di rabbia.

Che c’è da esultare?!? L’economia competitiva è divenuta un’ossessione, al punto tale che si parla solo di gente che guarda le vetrine, ma che non compra.
Ma un uomo sarà libero di non fare regali? Sarà libero di non comprare cose inutili? Sarà libero di non comprare quello che dicono loro, che vogliono loro, che producono loro? ’Sta cazzo di libertà a che cosa si riduce? A scegliere fra vetrine diverse?

Quest’anno, l’angoscia sociale, anticamera dell’esasperazione, mi fa sentire in colpa. Nessun regalo. Non è una scelta, ma una necessità della vittima.
E, pure da vittima, divento socialmente e mediaticamente colpevole, psicologicamente colpevole. Al punto tale che se non fossi scemo, pur di non portarmi sulla coscienza tanti guai, scenderei dal letto della “tranquillità sociale” e comprerei una play station 5. A rate, logicamente.

Ma andate a cagare! Quel che cresce sempre e senza controllo si chiama: tumore. Altro che autoregolamentazione del mercato. Quella “mano” sarà pure “invisibile”, ma il vibratore che regge, no!

Quello che cresce a danno di identità, culture, ambiente, sacralità, verità storiche, legami sociali e voglia di vivere liberi, si chiama metastasi moderna.
Voi mi accusate di non alimentare il tumore che mi uccide? Voi mi accusate di non essere moderno? Io vi accuso di averci innestato artificialmente il tumore! Contagio avvenuto sotto le bombe di quei criminali di Cialdini e Garibaldi che, voi, non a caso, chiamate eroi.

Contagio continuato ed aggravato con ogni vostro eroe, con ogni vostra “liberazione”, con ogni vostro diritto astratto, con ogni vostra dittatura democratica. Ogni vostra libertà giacobina ha incrementato il tumore.

E se, ogni tanto, qualche ciarlatano-parlante con l’anello al naso, propone l’aspirina, per guarirci dai mali della partitocrazia, dalla tosse delle criminalità, dalla polmonite delle banche, dall’aids del controllo mentale, io non posso che ridere di voi e di questi presunti “dottori” dalla televisione facile, che curano le “crisi” febbrili ma che, quando mai?, non accennano al tumore.
Siete differenti da Emilio Fede per una sola cosa: l’occulta malafede!

Sono “allettato”: semplicemente perché vivo, respiro, mangio, bevo.

Respiro? Sì! polveri sottili, veleni vari, aria che sa di merda, escremento delle vostre produzioni, per una ricchezza che fate scomparire, sempre nelle vostre tasche. Che non fate neppure finta di nascondere, dietro la vergogna dell’arricchimento facile a nostre spese. Essere ricchi non è una colpa, certo, ma essere ladri, sì. E, a memoria moderna, non c’è nessun ricco, ma davvero ricco, che NON si sia arricchito a nostre spese. Ditemene uno…

Bevo? Si! Acqua che sa di cromo, avvelenata dal mercurio o, in alternativa, devo pagarla a peso d’oro. E la devo pagare a voi, sempre a voi. Classe di banchieri, di usurai, di industriali-finanziari. Con il vostro zerbino fatto di politici corrotti.

Mangio? Manzo agli ormoni del 1988, mucche pazze del 1994, polli alla diossina del 1989, maiali con la peste del 2002, galline all’aviaria del 2006 o bufale alla diossina nel 2008.

E la vita di tutti i giorni, a cui ci avete ridotto, continua, con le vostre bugie, con i vostri “divertenti” giochi politici che non servono a nulla, con la vostra quadriglia di destra-sinistra, con le vostre manie di salvare un mondo a cui volete solo regalare altre metastasi tumorali. Che bellezza la “guerra per la pace”, con i vostri terroristi, costruiti con i mattoncini della Lego.

Che bello sentirvi parlare di giustizia, voi e i vostri partiti. Ma come è possibile che nessuno si renda conto, che non è la giustizia che perseguita i politici, ma è il voler essere un politico che prevede obbligatoriamente l’infrangere delle leggi?
E fossero solo le leggi di questo stato “figlio del risorgimento”, bene, chi se ne fotte, ma le leggi dell’etica? Della onestà intellettuale? Della coerenza ideale?

Cari “dottori”, il vostro giuramento a chi l’avete fatto a Ippocrate o a Rockfeller?

Pensateci bene. Chi comanda l’ospedale della libertà e del progresso, trae il suo potere dalla presenza dei “malati”. Secondo questo criterio, il manager dell’ospedale della libertà e del progresso, potrebbe mai assumere-eleggere qualcuno che invece di curare le febbri, guarisca il malato per sempre?

Avendo fatto dimenticare l’etica, l’onore, la giustizia, la patria, l’appartenenza, la dignità e la pur lontana ipotesi di fare gli eroi, voi che pensereste di un “manager” che si spara nelle palle da solo?

Ed è per questo che siamo complici dei nostri carnefici, siamo schiavi di catene invisibili, perché ragioniamo come lui, perché lo comprendiamo, lo capiamo, in parte lo assolviamo. Sono i “malati” che fanno vivere gli onorevoli-dottori, e loro per riconoscenza ci fanno morire.

Per troppo tempo siamo stati “allettati”, per troppo tempo abbiamo vissuto con le flebo della delega, con gli input mentali della televisione, del condizionamento terapeutico della scuola di potere. Ogni 5 minuti i sondaggi ti misurano la pressione sociale; una volta al mese, l’analisi della reazione agli shock televisivi; 4 o 5 volte l’anno le analisi delle tue tasche e i prelievi fiscali e non.
Quanto sangue è costatato e costa la vostra libertà?

Mi sono alzato, mi sono semplicemente alzato dal letto.

Mi hanno detto “scemo”! Non sei più schiavo, ma schiavizzato, devi cambiare ospedale. Non ero molto soddisfatto del “miglioramento”.

Mi hanno presentato il nuovo dottore, un primario. Ma era un ignorante, come me ne sono accorto? Ha firmato l’ingresso con 3 X.
Quando gli ho chiesto perché tre, ha risposto: “La seconda e la terza stanno per il nome e cognome…” e la prima? “La prima sta per onorevole”.


2 réactions


  • Glaros - scrittura creat(t)iva verygod (---.---.---.254) 18 dicembre 2008 16:05

      Emanuele Severino, ne Il declino del capitalismo, ha già chiarito come il capitalismo sia storicamente superato (nel senso hegeliano dell’aufhebung) dall’ Apparato scientifico tecnologico.

    In questo senso, come ho iniziato diffusamente a dirne su AgoraVox, occorre resettare il sistema e la relativa weltanshauung alla luce di sua una nuova coerenza. Cosa che non si può fare senza affrontare fino in fondo la anche la questione ontologica che è altresì e oltremodo, questione ’eco-nomica’ ed eco-logica.


  • Anto (---.---.---.66) 19 dicembre 2008 12:57

    Bellissimo articolo. Condivido anche il commento. Resettare ed insorgere!


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