mercoledì 16 dicembre 2020 - Marco Barone

Alcuni perché sui rapporti tra Italia ed Egitto che devono avere risposta

Nel giorno della dichiarazione universale dei diritti umani in Italia è successo qualcosa di importante. L'audizione dei magistrati alla Commissione d'inchiesta sull'omicidio di Giulio. Audizione che ha creato scalpore forse più per le violenze subite da Giulio che per l'aver fatto intendere che quattro esponenti di spicco della National Security egiziana probabilmente finiranno a processo e che altri al momento non sono processabili a causa del muro di gomma egiziano. 

Si è assistito ad un qualcosa di impressionante a livello mediatico. Sarà accaduto forse in buona fede, ma quelli che scrivono soprattutto per la grande stampa che ha il potere di condizionare l'opinione pubblica devono rendersi conto del peso delle parole e della responsabilità che hanno. Quando si racconta con dettaglio la violenza subita da Giulio, non se ne comprende l'utilità, il senso. E soprattutto forse non ci si rende conto della violenza che si sta compiendo verso la sua famiglia. Il diritto di cronaca si dirà. No. In questi cinque anni la famiglia di Giulio ha raccontato Giulio e quando è stato detto che sul volto di Giulio è stato visto tutto il male del mondo, che è stato riconosciuto solo dalla punta del naso, che necessità c'era di aggiungere mediaticamente a distanza di cinque anni altri raccapriccianti dettagli? Non è questo il modo di aiutare la verità processuale per Giulio. Finita l'audizione dei magistrati c'è stata la conferenza stampa della famiglia di Giulio. Si è però maturata la sensazione che la richiesta ripetuta del richiamo dell'ambasciatore sia diventato quasi un nastro rotto a livello mediatico. Una formula di stile. Eppure se i media avessero ribaltato la narrazione e dato priorità a questa richiesta che una famiglia continua a pretendere non per capriccio ma perchè stiamo diventando noi complici di quella dittatura che ha ucciso Giulio ed altri mille Giulio e Giulie, forse si racconterebbe una storia diversa oggi. Ed in tutto ciò, in modo silente, nella stessa giornata, si registra la chiusura del cerchio. Quando una delle principali articolazioni di uno stato democratico ti dice che verranno processati esponenti di spicco degli apparati di sicurezza della dittatura egiziana, un governo, come minino, dovrebbe fermarsi per riflettere. La riflessione del governo italiano è durata un niente. Questo il comunicato del consiglio dei ministri del 10 dicembre:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito giovedì 10 dicembre 2020, alle ore 16.05, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell’East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020 (disegno di legge)


Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dello Statuto dell’East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020.

Lo Statuto istituisce l’organizzazione, che intende creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra i Paesi del Mediterraneo orientale, che sono a vario titolo produttori, consumatori e vie di transito per il gas naturale, senza alcun tipo di autorità vincolante sugli Stati membri. Lo scopo dell’Organizzazione è di ricavare il massimo beneficio economico dai giacimenti di gas esistenti, di aumentare le esportazioni con una gestione più efficiente delle infrastrutture esistenti e di promuovere investimenti privati nel settore energetico.
 
Un tempismo a dir poco diabolico nel giorno della conferenza stampa per la verità processuale per Giulio. E non stiamo parlando di noccioline andate a male. Ma dell'Eastmed. L'Italia fa parte delle 7 sorelle del gas ed ha contribuito a riconoscere all'Egitto di Al Sisi un ruolo strategico fondamentale, indispensabile nella rotta del gas. E da qui si innescano diversi effetti domini, come la fretta di vendere le fregate all'Egitto, di continuare ad armarlo, per tutelarlo dalla Turchia che ne è uscita beffata da questo accordo. Probabilmente la cosa più importante che è successa in questi giorni si è verificata nella serata del 13 dicembre. Nella televisione pubblica italiana, quando, la famiglia di Giulio ha dato una lezione al mondo dell'informazione. "Fate giornalismo investigativo, di Giulio parliamo noi". Qui c'è il punto della questione. Bisogna indagare sul perchè di questi rapporti tra Italia ed Egitto. Perchè l'Egitto è così indispensabile, perchè non si riesce a dire no. A partire da quando venne richiamato l'ambasciatore, indagare su chi ha portato avanti i rapporti diplomatici consentendo il realizzarsi degli affari dietro le quinte. Ne parlammo diverse volte anche su questo blog. Sul perchè si continua ad armare così tanto l'Egitto che pur avendo uno degli eserciti più potenti al mondo non è in grado di vincere neanche mezza battaglia per come gestito. Invece è in grado grazie agli armamenti forniti dagli europei in primis di tenere in ostaggio il suo popolo. Sul perchè non è giunta alcuna smentita che Leonardo e Fincantieri stiano per aprire propri stabilimenti in Egitto e perchè questi stabilimenti devono aprire proprio lì. Su che dibattito pubblico c'è stato sull'Eastmed, se era così indispensabile per l'Italia. Sul ruolo che continua a rivestire l'ENI per l'Egitto. Sul perchè la nuova capitale amministrativa di Al Sisi sta attirando capitali italiani, sul perchè pur essendo oramai ridotti ad una manciata gli italiani in Egitto quel Paese continua ad essere trattato come un partner indispensabile. Così come sarebbe interessante approfondire che legami ci possano essere tra le mafie del nostro Paese e l'Egitto di Al Sisi. Stiamo parlando di un Paese con il quale non esiste alcuna cooperazione giudiziaria. Un Paese dove l'avvocato della famiglia di Giulio, Alessandra Ballerini, non può mettere piede per esercitare il proprio diritto alla difesa senza correre il rischio di essere arrestata. Hanno subito i loro referenti minacce e ritorsioni di ogni tipo, da arresti a violenze e discriminazioni. Non c'è mai stata la giusta attenzione su ciò. Come se si trattasse di banalità. No, non sono banalità, ma mostruosità. Hanno ucciso Giulio, sappiamo come, sappiamo chi, e si è anche capito il perchè. Questo è il momento di agire hanno detto i genitori di Giulio. Si agisca trattando quella dittatura come merita. Come il nostro peggior nemico.

mb




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