lunedì 22 ottobre 2012 - Riccardo Noury - Amnesty International

Albania, gli ex prigionieri politici si danno fuoco per avere giustizia

Un gruppo di 24 ex prigionieri politici del regime comunista che governò l’Albania dal 1944 al 1990 ha intrapreso uno sciopero della fame ormai oltre tre settimane fa, in segno di protesta per i ritardi con cui il governo di Tirana assegna i risarcimenti previsti da una legge del 2007.

Secondo l’Associazione degli ex perseguitati politici, dal 2007 è stato versato solo un ottavo del risarcimento previsto. Molti degli ex prigionieri sono anziani, infermi e vivono in condizioni di estrema povertà.

L’8 ottobre gli ex prigionieri Gjergj Ndreca (nella foto) e Llazi Koçi si sono dati fuoco, rimanendo gravemente feriti. Il 10 ottobre è stata la volta di Lirak Lejko. Altri ex prigionieri hanno svolto manifestazioni di protesta di fronte al parlamento.

Il 12 ottobre, favorito dalla mediazione dell’ambasciata degli Usa e della delegazione dell’Unione europea in Albania, si è svolto un incontro tra l’Associazione degli ex perseguitati politici e il presidente albanese, Bujar Nishani. Tuttavia, il primo ministro Sali Berisha continua a gettare benzina sul fuoco, sostenendo che la protesta degli ex prigionieri ha una motivazione politica.

Amnesty International ha chiesto alle autorità albanesi di riprendere gli incontri e garantire il pronto pagamento dei risarcimenti spettanti agli ex prigionieri politici.

Durante i 46 anni di governo comunista, gli oppositori vennero perseguitati a causa delle loro idee politiche, arrestati, esiliati ed espropriati dei loro beni. Decine di migliaia di persone furono imprigionate e molte di esse vennero mandate ai lavori forzati, in condizioni molto dure, con scarse razioni di cibo e cure mediche.

Secondo l’Associazione degli ex perseguitati politici, vennero messi a morte almeno 5577 uomini e 450 donne. La legge del 2007 prevede che ogni ex prigioniero politico riceva un risarcimento di 2000 lek (circa 14,30 euro) per ogni giorno di prigionia.

Anche l’ambasciatore Ettore Sequi, capo della delegazione dell’Unione europea a Tirana, ha sollecitato la ripresa del dialogo. Lo stesso hanno fatto tre Organizzazioni non governative albanesi, il Comitato Helsinki Albania, il Centro albanese per i diritti umani e il Centro albanese per la riabilitazione dal trauma e dalla tortura.

Al di là dei parziali risarcimenti erogati ai sensi della legge del 2007, gli ex prigionieri politici amnistiati due decenni fa non hanno ricevuto altra forma di riparazione dal governo. Alcuni prigionieri sottoposti a tortura non hanno ricevuto né riabilitazione né supporto psicologico da parte delle autorità e se non fosse stato per le associazioni locali, sarebbero rimasti abbandonati a sé stessi.




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