lunedì 24 febbraio 2014 - paolo

Adesso caro Renzino sei condannato agli effetti speciali

L'insediamento del nuovo primo ministro Matteo Renzi, santificato con il rituale ma gelido passaggio della "campanella" dalle mani del suo predecessore Enrico Letta, ci ha pure regalato il primo "scampanellio" al tavolo del governo e la prima battuta del neoletto premier: "Tutti pronti a partire subito, con fatti e pochi annunci, la ricreazione è finita".

In questa prima frase pronunciata, forse in maniera istintiva, da Matteo c'è tutto il suo programma di governo. Perché diciamocelo subito e a scanso di equivoci, per le modalità con le quali Renzino è arrivato al suo incarico è condannato a produrre "riforme epocali" in tempo reale e nessuno sarà disposto a fargli il minimo sconto. Dovrà cioè stupirci tutti con gli effetti speciali per compensare quel bambinesco "brodo di giuggiole" che lo ha accompagnato per tutta la giornata dell'insediamento, quel sorriso compiaciuto stampato sulla faccia che esprimeva tutta una ambizione che poco o nulla ha di istituzionale ma molto di personale. Un compiacimento che avrà un prezzo politico.

La condanna di Matteo al fare tutto e subito è tutta racchiusa nel percorso che lo ha portato ad insediarsi a Palazzo Chigi, e merita un breve escursus per meglio inquadrare sia la personalità di Matteo Renzi che per capire le implicazioni politiche che lo accompagnano.

Perciò torniamo un po' indietro per inquadrare chi è questo giovane primo ministro. Matteo è figlio di un democristiano, Tiziano Renzi, ex consigliere comunale di Rignano sull'Arno, cittadella del Valdarno dove la famiglia Renzi ha il suo feudo. Dalla metà degli anni '90 i Renzi hanno gestito la distribuzione dei giornali e la pubblicità in Toscana, arrichendo il loro business d'impresa con rapporti piuttosto "chiaccherati" con la Baldassini Tognozzi, società edile e finanziaria di primaria importanza regionale e nazionale che ha attraversato un periodo burrascoso finito con un recente crack e relativo codazzo di inchieste da parte della magistratura.

Poi ci sono anche voci (peraltro non confermate) di rapporti dei Renzi con la massoneria toscana in una terra che, è bene ricordarcelo, ha dato lustro ad un certo Licio Gelli (massoneria Loggia P2). Sulla spinta del padre, Matteo brucia le tappe e diventa Presidente della Provincia di Firenze nelle file della Margherita, partito nato dall'esplosione della galassia Democrazia Cristiana e da aggregati sparsi degli altri partiti spazzati via da "Mani Pulite", socialisti, liberali, socialdemocratici ecc... Un mix politico che sarà fondamentale per capire il seguito.

Il background culturale di Matteo è quindi connotato dal classico percorso: studi dai gesuiti, boy scout, poi studi classici con militanza giovanile democristiana e infine laurea in Giurisprudenza. Matteo ci aggiunge anche una carrierina da arbitro di calcio e una comparsata negli studi di Mediaset all'età di 19 anni, dove vince alla "Ruota della Fortuna" una cinquantina di milioni di lire.

È la prima "toccatina" con Silvio Berlusconi che probabilmente gli lascerà in eredità un certo Gori, ex uomo Fininvest e direttore di Canale 5, che è poi diventato il suo consigliere strategico, una sorta di Casaleggio per Grillo tanto per capirci.

Il resto è storia recente ma è curioso sottolineare come il brodo di coltura e di cultura dal quale nasce il buon Matteo è molto simile, se non proprio identico, a quello di Silvio Berlusconi e questo forse spiega anche i successivi ed attualissimi rapporti d'intesa tra i due .

La botta di culo, scuserete il francesismo, di Matteo si concretizza politicamente quando nel 2007 i "margheritini" confluiscono tutti nel PCI - PDS - DS - PD, ex "gioiosa macchina da guerra" comunista di occhettiana memoria che, di rovesci in rovesci elettorali e preso atto definitivamente che i sinistrorsi non sono maggioranza nel paese, aveva bisogno di darsi una pattina di legittimazione democratica per rimuovere una sorta di "conventio ad excludendum".

Sulla scia dell'ulivista democristiano Romano Prodi, divenuto il primo premier di "sinistra" che ha rifilato due pillole al prode Silvio, arriva tutta la truppa ex democristiana che si era smarcata da Pierferdinando Casini e Rocco Buttiglione, ovvero i vari Letta, Fioroni, Bindi, Franceschini ecc... ed infine, eccolo qua, il giovin Matteo Renzi.

Nel giro di sette anni scarsi gli ex democristiani hanno divorato e fagocitato l'intero partito, sfrattato i vecchi mandarini comunisti e dichiarato definitivamente morta e sepolta la "sinistra italiana" (quella non massimalista). Oggi PD sta per Partito Democristiano, i suoi massimi dirigenti sono tutti democristiani e di conseguenza anche i leaders sono democristiani. Per i vari Gianni Cuperlo (gioventù comunista) ed il bastian contrario Pippo Civati è tempo di migrare.

L'atto finale con il quale Matteo Renzi, detto il rottamatore, ha santificato la sua leadership è la più classica delle vigliaccate con le quali si può raggiunge il potere, la pugnalata alla schiena. Quello "stai sereno" rivolto a Enrico Letta rimarrà negli annali della storia politica italiana e sta diventando un best seller per definire l'arte della fregatura. E così siamo tornati alla lapidaria e gelida stretta di mano, con lo sguardo rivolto in tutt'altra direzione, tra il pugnalatore e la sua vittima.

Ai posteri l'ardua sentenza ma il buon Matteo ha già lanciato parecchi segnali di incoerenza, ovvero di distonia tra quello che dice e quello che fa, che lasciano ben poco sperare e Grillo, nell'ormai famoso e becero incontro "istituzionale" delle consultazioni, lo ha molto bene stigmatizzato al punto che mi sento di condividerlo quasi alla lettera, per quanto mi senta culturalmente distante dal comico genovese e dalla "strategia politica" del M5S.

Letterina:

Adesso caro Renzino devi stupirci, devi fare tutto e subito, non si accetteranno scuse, non saranno ammessi passaggi interlocutori, non ti verrà riconosciuta nessuna attenuante; o in un annetto scarso rivolti il paese come un calzino o ti beccherai un calcione nel sedere salutare che forse servirà a riportarti con i piedi per terra. Purtroppo, con ogni probabilità e salvo una mutazione genetica del popolo italiano, il tuo fallimento ci riporterebbe alla casella di partenza e c'è un illustre pregiudicato che sta già fregandosi le mani. È come l'avvoltoio che volteggia dall'alto sul moribondo e ad ogni tornata si abbassa un po' di più, già pregustando il banchetto della carogna. Ma stai tranquillo Renzino, la carogna non sei tu, la carogna da spolpare semmai è il popolo italiano, tu alla ruota della fortuna hai già vinto

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5 réactions


  • (---.---.---.46) 24 febbraio 2014 10:31

    No. Non è condannato lui agli effetti speciali: sono i creduloni italiani ad essere condannati alla povertà da questo altro fantoccio nelle mani del potere finanziario!


  • (---.---.---.12) 24 febbraio 2014 19:38

    Renzi 1 >

    Una squadra di governo calibrata su basso numero, bassa età, parità di genere e (dulcis in fundo) candidata puerpera. Non compaiono più 4 Ministeri (Affari Europei, Coesione territoriale, Integrazione, Pari Opportunità-Sport-Politiche giovanili). Ci basta un Ministro per Riforme Costituzionali e Rapporti Parlamento.

    Primo atto.
    Al Senato lancio del primo “comizio” governativo. Si è persa però la nozione del classico foglio di Excel.
    In pratica.
    Ieri c’era il “ghe pensi mi”. Da oggi vale la “faccia è la mia” e “faccio tutto io”. E’ sufficiente che la gente ci metta ottimismo e speranza.
    Forse è Tutta colpa di Carosello se in politica piovono gli spot …


  • (---.---.---.12) 24 febbraio 2014 19:43

    Renzi 1 >

    Una squadra di governo calibrata su basso numero, bassa età, parità di genere e (dulcis in fundo) candidata puerpera. Non compaiono più 4 Ministeri (Affari Europei, Coesione territoriale, Integrazione, Pari Opportunità-Sport-Politiche giovanili). Ci basta un Ministro per Riforme Costituzionali e Rapporti Parlamento.

    Primo atto.
    Al Senato lancio del primo “comizio” governativo. Si è persa però la nozione del classico foglio di Excel.
    In pratica. Ieri c’era il “ghe pensi mi”. Da oggi vale la “faccia è la mia” e “faccio tutto io”. E’ sufficiente che la gente ci metta ottimismo e speranza.
    Forse è Tutta colpa di Carosello se in politica piovono gli spot


  • GeriSteve (---.---.---.93) 24 febbraio 2014 22:29

    Ottima ricostruzione della genealogia renziana: complimenti Paolo!

    ma più che la sintesi di Grillo secondo me vale la sintesi di Vauro, visibile qui:
    http://vauro.globalist.it/Detail_Ne...
    http://vauro.globalist.it/Detail_Ne...
    e nelle seguenti.

    Per il resto, gli effetti speciali sono già logori: il rottamatore sta cercando di mascherarsi da efficentista, millantando una riforma al mese e trascurando la sostanza e la direzione delle sue riforme.

    Intanto è già riuscito a rottamare definitivamente il PD che non ha più alcuna credibilità, cosa che il suo mandante non è riuscito a fare, mentre il prestanome del mandante sì.
    E questa è già realtà, altro che effetto speciale!

    GeriSteve


    • paolo (---.---.---.191) 25 febbraio 2014 18:51

      Geri
      Intanto grazie per l’apprezzamento .
      Però speriamo di sbagliarci tutti e due , speriamo che questo giovanotto di ottime ( per lui ) speranze ci smentisca con i fatti , speriamo che questo ennesimo illusionista improvvisamente tolga il coniglio dal cilindro , speriamo che questa ennesima sbronza di populismo incantatore non si trasformi nell’ennesima inchiapettata per tutti (tu ed io compresi) . Appunto speriamo ....

      Ma la perfida logica (maledetto il giorno che ho cominciato a studiarla e a praticarla ) non mi è certo di conforto .Però chissà ! Boh ! mah ! .......
      ciao


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