giovedì 13 settembre 2012 - paolo

A Porta a Porta va in scena "Cinico TV"

In una serata di noia mortale, quando proprio non hai voglia di fare nulla, è quasi inevitabile fare lo zapping col telecomando della tv. Dopo avere assistito ad una mezz'ora di penosa esibizione della nazionale italiana di calcio alle prese con la "terribile" formazione maltese (34°-esima nel ranking internazionale), sparigliando i canali di Sky, mi sono ridotto a vedere, forse per la duecentesima volta, uno spezzone di "Alien" prima versione, quello in cui l'attrice protagonista Sigourney Weaver, dopo un feroce corpo a corpo, riesce a schiaffare fuori della nave lo scarafaggio gigante extragalattico che ha l'acido al posto del sangue.

Il prologo casereccio serve per giustificare come sono finito, per pura combinazione, nell'apertura di "Porta a Porta" con quell'inconfondibile "overture" musicale trionfale e sparata a tutto volume, che precede l'apparizione del re dei tromboni televisivi, Bruno Vespa, dai suoi denigratori definito "l'insetto televisivo".

In genere ciò è sufficiente a spedirmi come un razzo a letto, ma stavolta mi frena la curiosità di vedere se per caso, dopo la pausa estiva di cui non ho sentito la mancanza, ci sono novità circa gli ospiti e il tema della serata .

Bene, subito la vista della senatrice del PD Anna Finocchiaro e di Maurizio Lupi del PDL, mi confermano che il tema della serata è la politica di cui si avvertiva la mancanza; dopo i "din don" di rito entrano nell'ordine: Antonio Polito, giornalista che ormai fa parte dello sfondo coreografico della trasmissione e l'immancabile, pluripresenziante, richiestissimo, condirettore di Libero, Maurizio Belpietro, ovvero un nome, una garanzia. Non mancano ovviamente il sondaggista Mannheimer in studio, che ormai convive con Vespa. Tanto per dare un tocco di democrazia alle percentuali, in collegamento esterno, la dottoressa Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, quella che modifica le risposte degli intervistati a seconda di un indice personalizzato di attendibilità e Roberto Weber della SWG.

Pronti via e si parte con le "angosce del giovane Renzi" antagonista di Pierluigi Bersani come probabile outsider alle primarie del PD, argomento incubo degli italiani alle prese con problemi molto meno assillanti come la disoccupazione, l'aumento dei prezzi, lo sfascio della scuola, lo spread. Vengono quindi sciorinate delle percentuali un po' discordanti tra i tre istituti di sondaggio, ma con uno splendido 73,8% per Bersani che sommato al 37,2 % di Renzi da parte della Ghisleri ci fornisce (se ricordo bene) un 111% statistico che mette in crisi le mie conoscenze matematiche .O mi è sfuggito l'articolato della Ghisleri che ha un modo un po' originale di fornire i dati o è stato un errore materiale del tabellone o mi sono rincoglionito io che ricordo male . Comunque Antonio Polito, con aria di consapevole riflessione, li ha certificati come dati del tutto probabili e quindi possiamo stare tranquilli.

La discussione si è incentrata sul dopo Monti nella prospettiva di una nuova maggioranza di governo che possa emergere dalle prossime elezioni politiche, stante la probabile emorragia di voti in direzione di un M5S di Grillo che, per quanto strapazzato dall'uscita improvvisa del dissidente Giovanni Favia, rimane una oscura minaccia per tutti. 

Finocchiaro e Lupi hanno parlato mezz'ora senza dire nulla, Polito ha argomentato con profondità di valutazioni sul nulla, mentre un Belpietro "tranchant" li ha sverniciati tutti, dicendo che, stante l'attuale situazione politica, le elezioni saranno perfettamente inutili perché ci riconsegneranno una fotocopia del paese identica all'attuale con l'unica soluzione possibile di un connubio immondo tra PD e PDL. Lo sguardo intercorso tra i due politici è stato di smarrimento, con un sorrisetto più malizioso da parte di Lupi che già pregusta il ritorno di Silvio.

Così si è chiusa la prima parte, con l'annuncio che dopo l'intermezzo pubblicitario si sarebbe parlato del ritorno di Silvio Berlusconi dalle vacanze esotiche. Argomento appassionante che mi ha finalmente convinto a spegnere e ad andare a dormire.

Quello che mi interessa stigmatizzare con questo excursus televisivo è come la televisione servizio pubblico, ovvero la RAI, sia incapace di uscire da una proposta trita e ritrita, con i soliti ospiti politici, i soliti "giornalisti", i soliti argomenti in quella che ormai è diventata una sorta di "compagnia itinerante" che ripropone lo stesso spettacolo, con una locandina che è sempre la stessa. Analogo discorso vale anche per Ballarò dove il pur bravo Floris, con il suo taccuino scaletta di domande scadenzate col metronomo "ora passiamo a ... ", sempre con gli stessi interlocutori, riciclati ad ogni puntata, ormai ha stufato al punto che sono sempre di più quelli che guardano Crozza e poi cambiano canale.

Ma è mai possibile che in questo paese non si trovino politici alternativi (i parlamentari sono un migliaio) ai dieci dell'Ave Maria ed è mai possibile che le uniche testate giornalistiche siano sempre quelle, con Sallusti, Belpietro e Feltri senza i quali il rito mediatico non può essere celebrato. Ma l'Italia è tutta qui? Davvero non c'è altro? Che tristezza!



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