venerdì 1 marzo - Marco Barone

Sequestro Moro: una Volante incrociò i brigatisti in fuga? La testimonianza di un poliziotto ed i misteri di via Massimi

Se c'è una certezza sul caso Moro, e per caso si intende tutto ciò che è accaduto dal giorno del sequestro di via Fani, sino ad oggi, è che non è un caso chiuso. 

Semplicemente perchè le incognite, le fandonie, le cose non dette, le verità taciute, sono così tante, che si potrebbero scrivere non uno, ma cento manuali su come si possono depistare le indagini, per non far emergere quella verità profonda, che ancora oggi potrebbe compromettere dei rapporti diplomatici e politici anche a livello internazionale. Il famigerato memoriale Morucci trasmesso originariamente al Presidente Cossiga il 13 marzo 1990 da suor Teresilla per il tramite di Remigio Cavedon, è ancora oggi, con tutto ciò che ne è conseguito, considerato come un Vangelo, e ciò che lo mette in discussione, che pone dei dubbi, è reputato al pari di un Vangelo aprocrifo, non degno di verità storica, e liquidato come "complottista". Quanto accaduto intorno alle 9 di mattina di quel 16 marzo 1978, non ha precedenti in Occidente. Un sequestro in stile militare, avvenuto in una capitale europea, non in una periferia del terzo mondo, in mattinata, come se niente fosse stato. E le menzogne, hanno avuto origine sin dal principio, per arrivare al momento del ritrovamento in via Caetanei, di cui ancora oggi non si riesce a conoscerne neanche l'ora esatta. E qui vi è tutto. Indagini, processi, commissioni, libri, film, documentari, e tante inchieste condotte da diverse realtà negli anni si sono concentrate sul caso Moro. L'ultima, è una breve ma interessante video inchiesta pubblicata su Youtube, realizzata con il contributo di Alessandro Mariottini (riprese e montaggio) Aleth (ricerche e storiografia) Franco Martines e sedicidimarzo.org, ed in particolar modo Roberto Chiodi, già noto cronista di giudiziaria italiana, da sempre studioso ed appassionato del caso Moro, raccoglie una preziosa testimonianza, di un poliziotto che con alcuni suoi colleghi, si diede, nell'immediatezza del sequestro Moro, alla caccia delle BR. 

E la cosa incredibile è che non sarebbe mai stato ascoltato da nessuno, fino ad oggi. Racconta, ad esempio, che nel corso della caccia agli attentatori, dopo l'agguato di via Fani, ovviamente sul momento non potevano sapere che i fuggitivi fossero dei brigatisti e non solo e cosa fosse esattamente accaduto, incontrarono con la Volante con la quale era in servizio, perlustrando la zona in questione, nei pressi di via de Carolis, zona Balduina, "una 128 blu, con il lampeggiante e sirena, seguito da un furgone scuro, e scendevano ad andatura veloce, e pensavamo che fossero dei colleghi, poi hanno girato a destra, per via Damiano Chiesa, andando verso la pineta Sacchetti, Valle Aurelia". Erano i brigatisti in fuga con Aldo Moro?

Nel video inchiesta, che dura una ventina di minuti, emergono diverse questioni interessanti, perchè esplorare i luoghi è fondamentale, tenendo conto chiaramente che bisogna fare un salto nel tempo, nel 1978, perchè lo stato dei luoghi di ieri non è sempre paragonabile a quello di oggi. Ad esempio il fatto che Moro sia stato fatto salire in un furgone, nel noto piazzale Madonna del Cenacolo, in mattinata, dove sarebbe avvenuto, appunto, il suo trasbordo. Luogo esposto, in quel tempo, vi erano tra l'altro pochissimi alberi in piazza, come testimoniato da foto dell'epoca, anche se risultava essere poco trafficata, eppure, da quasi 50anni questo è il dogma. Il testimone, del video, è un poliziotto componente della Volante che ritrovò la Fiat 132 blu alle 9:23 del 16 marzo. 

Come si rimarca più volte nel video inchiesta, "né lui né gli altri tre membri dell’equipaggio sono mai stati interrogati in 46 anni" mentre i componenti della scorta di un magistrato della Cassazione, che vennero fatti intervenire in via Fani, furono i primi ad arrivare, che si trovavano proprio nelle adiacenze della via dove venne ritrovata la Fiat 132 blu, furono ascoltati più volte, tre volte per la precisione, come ricorda nel video inchiesta Chiodi.

Così come non passa inosservata la parte della testimonianza su quanto accaduto in via Massimi. Fatto noto, ma ancora oggi è avvolto da una fitta nebbia. Queste le parole del poliziotto in servizio nella Volante: "C'era gente, ci siamo avvicinati, c'erano delle Volanti ferme, anche macchine dei Carabinieri, e c'erano un gruppo di persone, ricordo che una signora disse che dalla mattina presto, dietro una siepe, c'erano delle persone armate, e la signora era convinta che si trattasse di una operazione di polizia, e fossero degli agenti in borghese". Il gruppo armato che si stava preparando a sequestrare Moro ed uccidere gli agenti della sua scorta,Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, è dunque partito da via Massimi? Oppure in via Massimi è avvenuto il luogo in cui il gruppo armato si è ritrovato dopo il compimento del sequestro Moro per fare il trasbordo? Qualcosa lì è accaduto, è evidente, è innegabile, fondamentale sarebbe conoscere ad esempio l'ora di quel fatto notato dalla testimone. Se prima, o dopo, il sequestro Moro, caratterizzato più da incertezze, che da verità non di comodo.

mb



5 réactions


  • Aleth (---.---.---.38) 28 aprile 17:19

    test


  • Aleth (---.---.---.178) 28 aprile 17:32

    Dico anzitutto che il testimone TeX l´ho trovato io ad ottobre 2023 ; che successivamente alla raccolta orale della sua testimonianza per telefono, ho organizzato sopralluogo con TeX alla Balduina con la partecipazione ed il finanziamento di Roberto Chiodi, svolto l´8 e 9.11.2023 da me, TeX e Roberto. Tempo dopo, ho organizzato un secondo sopralluogo simile, per TeX, Roberto e Franco Martines a dicembre 2023. Poi sempre io, ho avuto l´idea del docu per fissare la testimonianza di TeX. Il docu è stato materialmente realizzato a gennaio-febbraio 2024 da Roberto, che lo ha anche interamente finanziato dato che Alessandro è professionista e non ha lavorato gratis, e da TeX che invece non ha preteso nulla. io non ho potuto esserci perché abito a 450 km da Roma, e non ho agio economico di spostarmi in questo periodo.Tutto questo sia detto per amor di verità, io non ci guadagno nulla, però il soprattutto riferito dal poster a Roberto è falso. Senza voler sminuire l´indispensabile contributo di Roberto e Franco, e naturalmente di TeX, tutta questa ricerca compreso docu è opera mia.


  • Aleth (---.---.---.87) 28 aprile 17:48

    Altra precisazione, stavolta entriamo nell´ importantissimo contenuto : è vero che TeX nel docu afferma che il furgone incrociato a De Carolis era scuro ; invece a me, nel corso della prima ricognizione in situ l´8.11.2023, aveva detto che era grigio chiaro o verdino segno evidente che dopo 45 anni e passa, era incerto sul colore, anche perché poté vederlo solo per pochissimi secondi mentre lui risaliva De Carolis ed il furgone scendeva in senso contrario verso largo Damiano Chiesa. Tra le due versioni, tendo a considerare molto più probabile la prima, quella detta a me, per le seguenti ragioni :

    1. perché l´oculare Schiavone agli atti CM, vede quello stesso furgone all´ angolo tra via Pereira e largo Damiano Chiesa pochi secondi dopo TeX : ma per Schiavone, il colore è bianco, vicino al grigio chiaro di TeX a me e lontano dallo scuro di TeX nel docu ;
    2. perché la coincidenza-identità del furgone di TeX e di quello di Schiavone è provata non solo dalla prossimità spazio-temporale dei due avvistamenti, ma anche dalla somiglianza dei modelli : per Schiavone agli atti CM, si trattava di 850 Fiat ; per TeX in comunicazione privata con me, probabilmente era un 238 Fiat i due modelli sono quasi uguali come una scorsa in google inserendo 850 Fiat e 238 Fiat 1978 vi renderà immediatamente evidente ;
    3. perché entrambi gli importantissimi oculari notano stranezza nella sirena : la sirena è attribuita da Schiavone al furgone, da TeX alla 128 (che invece Schiavone non vede), ma quel che conta è il suono, che per Schiavone era diverso da quelli standard delle forze dell´ordine, ambulanze e VVFF : suono che il calzolaio riconoscerà poi in Questura come identico a quello della sirena montata sulla 128 bianca ritrovata a Calvo stesso modello di accumulatore e sirena della 128 blu. TeX invece noterà l´irregolarità del lampeggiante, più basso di quelli standard della polizia. Continuiamo domani se Dio vuole, stay tuned perché approfondire altri aspetti del docu ci porterà molto avanti verso la solutione del caso Moro.

  • Aleth (---.---.---.193) 29 aprile 14:04

    Le testimonianze combacianti in buona sostanza, di Schiavone e di TeX, sono importantissime potenzialmente : perché indicano la direzione presa dai terroristi (chiunque fossero a quel punto) che, con ogni probabilità, portavano Moro trasbordato in quel furgone. Di questo non posso essere certo, perché né TeX né Schiavone poterono guardare dentro nel furgone, che dovette essere per logica, del tipo chiuso dietro, senza vetri dietro. Ma che dentro quel Fiat vi fosse Moro, questo è plausibilissimo e probabilissimo, perché a lume di logica sempre anche se teorica, non vedo altra funzione di quel furgone altrimenti (trattasi di un secondo furgone come vedremo infra) a meno di un ennesimo diabolico depistaggio.

    La direzione dovrebbe dunque essere quella della prigione, della prima e principale prigione di Aldo Moro a largo Damiano Chiesa, sono le 9,21 circa, secondo più secondo meno : i rapitori sanno benissimo che l´allarme è già scattato da tempo per le forze dell´ordine, hanno appena visto TeX a sirene spiegate (che purtroppo li prese per poliziotti), hanno il diavolo alle calcagna e sanno che di lì a pochissimo, tutta Roma saprà di Fani via massmedia, e si metterà in modalità attenzione a tutto e tutti.

    Pertanto è chiaro, anche per altri mille motivi che magari illustrerò nei prossimi giorni, che la prigione doveva, DOVEVA a lume di logica stavolta ferrea e matematica, stare vicino a largo Damiano Chiesa, dove Schiavone, purtroppo, è l´ ultimo ad attestare il furgone.

    Ma : fa in tempo a dirci che esso furgone fila verso Pineta Sacchetti : cioè verso Forte Braschi. Infatti da largo Damiano Chiesa alla pineta ( e qui seguite su maps altrimenti è impossibile capire), l´unica alternativa che non porta a Braschi è via Mario Fascetti : via che passò nella vulgata, anche se non menzionata nel memorucci, per colpa del trio depistatori imposimato-morucci-faranda (vedi audizione imposimato alla Moro2, allucinante).

    Ma via Fascetti va esclusa del tutto come opzione, perché strada privata a carreggiata unica ma doppio senso di circolazione ! Bastava una macchina o camion dell´immondizia a bloccare il sequestro Moro ! Oltre ad essere chiusa con catena in fondo, catena che veniva aperta solo di mattina appunto per la nettezza urbana e poi richiusa (testimonianza privata di residente resa a me e TeX l´8.11.23 in situ) : solo dumb & dumber avrebbero speso mesi a programmare una tale demenziale via di fuga.

    Il furgone cum 128 di scorta entra dunque nella pineta, strada obbligata : via Damiano Chiesa e poi via di Valle Aurelia direzione nord, per sboccare su via della Pineta Sacchetti o da via Vittorio Montiglio (se non era allora senso unico dir. pineta come oggi) o da via Luigi Arbib Pascucci : e dall´angolo di queste vie, dal loro sbocco su Sacchetti, sono 2 minuti fino a forte braschi.

    Da qui la mia ipotesi di prigione o dentro il forte, o nei paraggi sotto il dominio pieno ed incontrollato del sismi del piduista alcoolizzato santovito cioè della cia.

    Stay tuned.


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