martedì 27 dicembre 2016 - Mario Barbato

La mercificazione delle donne

Negli anni Settanta in Italia circolava uno slogan che recitava così: "Donna è bello". Una frase che voleva richiamare l'attenzione sulle doti femminili e che invece, nel corso degli anni, si è trasformata nell'ideologia privilegata per una società consumistica che sfrutta le donne per ragioni commerciali e di profitto.

La bellezza femminile, si sa, vende sempre e vende bene. Ancora meglio se coniugata da foto e immagini sexy, con donne seminude, seni scoperti, gambe in bella mostra, sorriso ammiccante, labbra disegnate, andatura provocante esibita davanti alle telecamere con la fama di ragazze un po' vittime e un po' mignotte.

Donne usate per vendere di tutto: dagli shampoo alle automobili, dai cosmetici alle scarpe di moda. Con un bombardamento mediatico che tratta gli uomini come cani a cui è sufficiente mostrare una bistecca per impartire ordini di acquisto, e che fa passare il messaggio che io, quando guardo una donna, divento un idiota.

I mezzi di comunicazione fanno a gara per contendersi le donne più belle che si trovano sul mercato. Selezionandole solo in base al loro aspetto esteriore, alla loro avvenenza, e chi se ne frega se sono intelligenti o sceme, basta che abbiano un viso carino e un corpo seducente tale da ammaliare gli uomini e mandare in orbita la libido maschile.

La mercificazione delle donne non conosce né ritegno morale né freni inibitori. A volte si arriva all'eccesso. Un giorno, durante uno spot pubblicitario, furono mostrate le immagini di donne nude, falsamente insaguinate, legate ai ganci di un mattatoio per maiali e marchiate sui sederi con il nome di una nota marca di prosciutti.

Immagini scandalose che sollevarono le proteste non solo delle femministe ma anche degli uomini nauseati da una pubblicità cruenta che trattava le donne come carne da macello. Intervennero anche le associazione umanitarie, che chiesero la censura di uno spot televisivo ritenuto irriverente per la dignità femminile.

Le donne però non si sottraggono a questo mercimonio che subiscono ogni giorno, poiché a loro tutto sommato fa comodo sfruttare il propro corpo per raggungere il successo. E poco importa se questo significa svendere la propria dignità per sacrificarla alla logica del profitto da raggiungere a tutti i costi, con ogni mezzo.

Una logica che parla spesso maschile e che, non contenta di sfruttare l'immagine femminile, si arroga anche il diritto di manipolare il corpo delle donne. Sottoponendo le ragazze a diete e interventi chirurgici dissacranti i quali alterano la naturalezza delle donne e le rendono artefatte, innaturali, a volte addirittura nausenti.

Foto: aleksandra/Pixabay

 


3 réactions


  • Anonima (---.---.---.56) 30 dicembre 2016 17:59

    "Con la fama di ragazze un po’ vittime e un po’ mignotte". Io penso che le donne che fanno mercificare i loro corpi siano più mignotte che vittime. Un saluto.


  • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.1) 10 gennaio 2017 18:33

    Alle donne fa comodo tutto sommato...Cosa? Mi permetto di dirle che l’ immagine, quella sua di autore, che propone a chi la legge, dotato di mascherina nera e un indice che indica...cosa? E’ inquietante, sicuramente infelice. Un saluto


    • Mario Barbato Mario Barbato (---.---.---.56) 10 gennaio 2017 20:42

      Certo che fa comodo, fa comodo per il successo facile e a buon mercato. Per queste donne non c’è bisogno di nessuna emigrazione. Hanno vita facile anche così. Per quanto riguarda la mia immagine, è sicuramente infelice. La modificherò. Un saluto anche a lei.


Lasciare un commento