martedì 9 aprile 2013 - Paolo Monarca

La lettera di Samer Issawi, in sciopero della fame da 8 mesi per protesta contro Israele

Samer Issawi sta morendo. Come scrive Osservatorio Iraq, da giorni il suo cuore batte sempre più lentamente, appena trenta battiti al minuto; la morte potrebbe sopraggiungere da un momento all'altro. Issawi è in sciopero della fame dal primo agosto 2012. Da più di 8 mesi, l'unica cosa di cui si nutre sono pochi bicchieri d'acqua e - da qualche tempo - una manciata zucchero. La sua protesta estrema è rivolta contro lo Stato d'Israele che lo tiene prigioniero dal luglio scorso. L'accusa è di aver "abusato delle libertà concessegli" (arrestato una prima volta, era stato liberato insieme ad altri 1027 palestinesi ai tempi dello scambio col Caporale Shalit). Di quale crimine si è macchiato esattamente per finire in isolamento, con una gamba legata ad una catena 12 ore al giorno? È uscito dai confini di Gerusalemme.

Questa è la lettera che ha scritto al popolo israeliano

 

Agli israeliani:

Mi chiamo Samer Issawi. Sono in sciopero della fame da otto mesi consecutivi, disteso su un letto di uno dei vostri ospedali, Kaplan. Sul mio corpo è stato installato un dispositivo medico collegato a una camera di sorveglianza operativa 24 ore su 24. I miei battiti cardiaci sono lenti e potrebbero fermarsi in qualsiasi momento, e tutti - dottori, ufficiali e funzionari dell’intelligence - attendono la mia morte.

Ho scelto di rivolgermi direttamente a voi. 

Intellettuali, scrittori, avvocati e giornalisti, associazioni, attivisti della società civile. Vi invito a farmi visita per vedere uno scheletro legato al suo letto di ospedale, accerchiato da tre secondini che, a volte, hanno con sé i loro cibi appetitosi, proprio qui vicino a me. Mi vedono soffrire, osservano ogni giorno il mio graduale dissolversi.

Guardano spesso i loro orologi, chiedendosi sorpresi: “Come fa questo corpo così malridotto a essere ancora in vita?”

Israeliani,

Sto cercando un intellettuale che provi a guardarsi allo specchio. Come se stesse guardando me, il mio volto, e nell’osservare il mio coma immagini di pulire la penna della sua polvere da sparo, e dalla sua testa rimuova il suono delle pallottole. In questo modo vedrà i miei lineamenti scolpiti nei suoi occhi: lo vedrò, e lui vedrà me.

Lo vedrò nervoso, perché si interrogherà sul futuro, e lui vedrà me, un fantasma che non vuole smettere di togliergli gli occhi di dosso. 

Israeliani,

Magari un giorno riceverete le istruzioni per scrivere una storia romantica su di me, e potrete farlo facilmente dopo aver privato il mio corpo dell’umanità. State guardando una creatura che non è nient’altro che una cassa toracica che respira e perde coscienza di tanto in tanto. E, dopo il vostro freddo silenzio, il mio avrà la forma di una fenomeno letterario o mediatico che potreste aggiungere al vostro curriculum (…). 

Israeliani,

Sono Samer Issawi, il giovane “Arboush”, come mi chiamavano i soldati.

Sono il gerosolimitano, colui che avete arrestato senza alcuna accusa, eccetto per essersi trasferito dal centro ai sobborghi di Gerusalemme. Io, che sarò giudicato due volte senza alcuna accusa, perché in realtà è il regime militare che governa il vostro paese e l’apparato dell’intelligence che decide, mentre tutte le altre componenti della società israeliana non hanno altro da fare che nascondersi nella loro fortezza, che voi considerate essere fondata su un’identità pura.

Non ho sentito nessuno di voi intervenire per fermare il rumore dell’ululato della morte.

E’ come se ognuno fosse diventato un becchino che però indossa una divisa militare: il giudice, lo scrittore, l’intellettuale, il giornalista, il commerciante, l’accademico, il poeta, tutti. E non posso credere che un’intera società si sia rifugiata dietro le sue guardie per cancellare la mia vita.

Israeliani,

Morirò soddisfatto e con la consapevolezza che io stesso ho soddisfatto qualcuno. Non accetto di essere deportato dalla mia terra natia. Non accetto le vostre Corti e il vostro modo di governare arbitrario.

Se avete distrutto la mia terra in passato, non calpesterete la mia anima che ha dichiarato la sua disobbedienza. E’ già guarita, è volata via.

Forse un giorno capirete che la consapevolezza della libertà è più forte di quella della morte. Non ascoltate i vostri generali e i vostri miti impolverati, perché lo sconfitto non rimarrà sconfitto, e il vincitore non rimarrà vincitore.

La storia non si misura soltanto in battaglie, massacri e prigioni, ma anche dalla pace con l’altro e con se stessi.

Israeliani,

Ascoltate la mia voce, la voce del nostro e del vostro tempo. Liberatevi dagli eccessi dell’avidità del potere! Non rimanete prigionieri dei campi militari in cui vivete e delle porte di ferro che chiudono la vostra mente.

Non sto aspettando di uscire di prigione, sto aspettando di essere liberato dalla mia memoria. 

 

Traduzione di Stefano Nanni. Il testo originale della lettera lo trovate qui



5 réactions


  • (---.---.---.128) 9 aprile 2013 21:21

    al issawi, io non ho pena per gli assassini degli israeliani ! marcisci in galera maledetto!
    la pace si fa in un altro modo ma non te lo hanno ancora insegnato ! 
    La pace si raggiunge con il ricononoscimento e il rispetto reciproco. La pace si raggiunge solo se si vuole e voi arabi non volete la pace con noi ebrei ci odiate a morte e basta.

    Non ho pena per te, ti meriti la galera perche’ sei un terrorista, sei un maledetto assassino e hai le mani macchiate di sangue israeliano ! Stai pure in galera, sei piu’ fetido dell’immondizia di Napoli ! Fai tutti gli scioperi della fame che vuoi non vincerai, gente come te non vincera’ mai, lurido verme !

    Non cercare di fare pena al mondo ! Il vostro terrorismo avra’ presto una fine, IL MONDO NE HA PIENE LE SCATOLE. Finitela ! 


    • (---.---.---.213) 10 aprile 2013 14:23

      VERGOGNATI SIONISTA!

      Siamo stufi di accompagnare le scolaresche nei musei degli orrori di 75 anni fa, mentre oggi, adesso -davanti ai nostri occhi- i tuoi amici israeliani costruiscono campi di concentramento all’aperto dentro i quali discriminate nell’apartheid, imprigionate senza prove e condannate senza pietà degli innocenti.

      VERGOGNATI SIONISTA !


  • (---.---.---.196) 10 aprile 2013 10:15

    Roberto sei tu?
    ma poi Robbe’ la munnezza di New York non puzza?


  • (---.---.---.27) 13 aprile 2013 10:25

    vergognati te ignorante nazista. Vai a scuola, tu non sai minimamente cosa sia stato l’Olocausto! Vergognati di cio’ che sei! complimenti a chi ti ha educato !

    L’odio e’ una malattia, CURATI ! 

     


  • (---.---.---.27) 13 aprile 2013 10:30

    "davanti ai nostri occhi- i tuoi amici israeliani costruiscono campi di concentramento all’aperto dentro i quali discriminate nell’apartheid, imprigionate senza prove e condannate senza pietà degli innocentl"

    Tutto falso ! In Israele non ci sono campi di concentramento. I palestinesi sono tenuti in campi
    di concentramento in tutti a paesi arabi, a Gaza e in tutti i territori sotto l’aurtorita’ palestinese. L’apartied non c’e’ noi li manteniamo ai palestinesi !

    Io dico perche’ parlare se non si sa’ un tubo della realta’ di Israele.

    Sei spinto dall’odio a parlare cosi TU NON SAI NIENTE! 


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